~ Ci Ho Provato Davvero Ad Essere Migliore ~POV'S CELESTE
< Papà tu mi odi? > ripeto nuovamente in attesa di una semplice risposta.
Lui mi guarda intensamente, vedo un velo di tristezza fra i suoi occhi.
È come se si sentisse deluso da se stesso.
Corruga la fronte, chiude gli occhi.
Seguo ogni passaggio, ogni movimento del suo corpo.
Voglio che me lo dica.
Che mi dica di no, non voglio che me lo faccia capire, io ho il bisogno di saperlo.< perché questa domanda? > sta cercando di sviare il discorso, ma questa volta non glielo permetterò.
Non sono mai stata così diretta e precisa sulla risposta che desidero avere da un po' di tempo.
Ho sempre cercato di farglielo capire in qualche modo, anche se con scarsi risultati.< penso che tu sappia il perché di questa domanda > ecco... ho appena detto che voglio essere diretta ed invece inizio già a fare la vaga.
Sei proprio brava Celeste, tu e la coerenza siete migliori amiche.
< o mi sbaglio? >Abbassa il capo.
Forse inizia a dispiacermi, probabilmente non avrei dovuto porgli questa domanda.
Magari non mi odia, ma prova solo un'immensa delusione, non so se verso di lui o verso di me.< mi dispiace > tiene ancora la testa bassa e non trovo il coraggio per dire altro.
Rimaniamo qualche minuto in silenzio, poi passa lo sguardo su di me.
< ci ho provato davvero >
Lo guardo interrogativa.< ci ho provato davvero ad essere migliore >
< io non ti ho mai chiesto questo > rispondo avvicinandomi, lui invece annuisce affranto.
< però me lo sono chiesto da solo > conclude guardandomi negli occhi, identici ai suoi, nei quali potrei specchiarmi tanto cristallini per quanto essi siano mori.
Tanto ormai il muro che si è costruito anni fa, è fragile come la neve prima che attacchisca al suolo.
Mi chiedo se solo io riesca a leggere nei suoi occhi.
< e ho fallito >Fa un mezzo sorriso spento e poi scappa.
Fugge via dai problemi, non prova nemmeno ad affrontarli.
Che poi allora io mi considero realmente un problema ai suoi occhi e non so quale delle due cose sia peggio.
Si è rinchiuso in quella stanza e sento in lontanza il pianoforte suonare le dolci note di "Piccola Stella".
Una delle tante canzone che mi ha dedicato.
Perché è diventato così?
Cos'è cambiato?
Prima era diverso, io stavo bene con lui, mi sentivo felice e protetta.
Cosa ho fatto per meritarmi questo?Mi accascio al pavimento freddo, come la mia anima.
Lei ormai vuota, spenta o forse oserei dire persa come l'ombra di Peter Pan.
Solo che poi lui la ritrova e porta via con sé Wendy e i suoi fratellini.
Io cosa ritroverò se non i pezzi strappati del mio cuore?
Piango.
Piango perché è l'unica cosa che riesco a fare e ribadisco il concetto di "bel compleanno di merda".Lui però ha smesso di suonare e nonostante io stessi piangendo, mi sentivo bene come non mai.
Anche se è stata "colpa" sua, quella melodia mi stava facendo risollevare, quindi avrei preferito che continuasse.
Riesco a sentire i suoi passi, si fanno vicini e vorrei smettere di rigare il mio viso di lacrime.Poi sento solo le sue braccia circondarmi, anche lui seduto sul pavimento.
Sono stanca di mostrargli le mie debolezze, odio farlo, ma non riesco a smettere e i singhiozzi si fanno sempre più forti mentre bagno la sua maglietta con le mie lacrime amare.
Mi accarezza i capelli e mi culla fra le sue braccia.
E mi sento costretta a chiedermi perché sino ad un attimo fa, sembrava non volesse nemmeno sentir parlare di me e ora stia cercando di consolarmi.
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Il Mio Cielo Infinito
FanfictionIn questi capitoli conoscerete la storia di Celeste, figlia di Niccolò e Noemi che cercherà di affrontare l'adolescenza provando a superare i vecchi mostri del passato, con l'aiuto di flashback, ma non solo che le faranno tornare in mente momenti bu...