CAPITOLO 1

774 26 6
                                    

~ Quando Vedevo Il Suo Sorriso ~

POV'S CELESTE

17 anni e come sentirsi vecchi.
Ecco come denominerei questo giorno.
L'essere stanchi di vivere in questo mondo, con la speranza che un giorno qualcosa possa cambiare.
Oggi è il mio compleanno, il mio ultimo da minorenne, la cosa mi sembra talmente strana, è come se tutti questi anni fossero passati in un battito di ciglia e ho una maledettissima voglia di tornare indietro, di fare tutto da capo.
Chissà se i miei genitori condividono la mia stessa idea.
Alla fine noi abbiamo una vita felice, in casa c'è sempre abbastanza armonia e serenità.
Però è anche vero che alle volte mi sento vuota e riempita di bugie, perché fingendo possiamo credere che tutto vada per il meglio, anche quando poi non è così.
Quando sei la figlia di un importante cantautore, la tua vita non potrà mai essere semplice, ma un po' ci spero che tutto diventi... diverso.

Mi alzo dal letto e vorrei già tornare sotto le coperte.
La scuola è già finita ed effettivamente non so cosa fare.
Sono le 11 del mattino di un 12 giugno qualunque, la giornata è ancora lunga.
Mi lavo il viso, raccolgo i capelli in uno chignon disordinato e poi vado davanti all'armadio.
Apro le ante e come ogni giorno finisco sulla stessa identica conclusione, ovvero che io non abbia niente da mettermi, nonostante io sia in possesso di decine e decine di vestitini, magliette, jeans e tanto altro ancora.
Punto sul mio classico, una maglietta semplice con un pantaloncino, giusto per stare in casa.

Corro in cucina e vedo mia madre intenta a prendere la borsa e gli occhiali da sole.
Come se stesse per uscire di fretta.
Papà non è ancora arrivato, altrimenti la televisione sarebbe accesa su Sky Sport e poi non mi ha ancora inviato nessun messaggio di arrivo come è solito fare.

< ciao > lo saluto annoiata aprendo il frigorifero in cerca di qualcosa da mangiare < stai uscendo? >

< ciao... > risponde un po' sorpresa, come se non mi avesse visto entrare nella stanza.
< buon compleanno >

< grazie > prendo dello yogurt ed un cucchiaio per poi sedermi a tavola, iniziando a mangiarlo.

< comunque sto uscendo e Celeste tra un po' dovrebbe arrivare tuo padre >

< lo so > non faccio nemmeno in tempo a terminare la frase che è già uscita dalla porta.
Gran bel compleanno di merda.
Magari mio padre neanche viene, una volta avrebbe fatto di tutto per me e penso sinceramente che ancora adesso lo farebbe, ma ci siamo un po' persi con il tempo.
Mi arriva una notifica sul cellulare, lo prende e inizio a leggere i vari messaggi di auguri.

Da Tommy🎈

" carissima preparati per questa sera, perché non ne uscirai viva "

Celeste

"Grazie per avermi avvisato, adesso sono ancora più preoccupata di prima"

Parlo per un po' di tempo con Tommaso, riguardo alla festa che i miei amici mi stanno organizzando.
Stranamente ho voglia di andarci.
Non mi piacciono molto le feste, non che io le trovi noiose, ma non sono fatta per ballare insieme alla massa, mi sento troppo diversa e questa cosa mi lega particolarmente a mio padre.

Mi siedo sul divano, in modo tale da poter vedere la porta d'ingresso.
Spero vivamente che entri lui da un momento all'altro, lo so che è da stupidi aspettare così.
Sono forte e fragile da fare schifo, odio mio padre, ma lo amo profondamente e sono troppo codarda per poterlo ammettere anche solo a me stessa.

Da Papii 🗝

"Sto per arrivare 😘"
"Sono in aeroporto "

Sorrido guardando il cellulare come solo un'idiota possa fare, visualizzo, ma non rispondo.
A volte il silenzio vale più di mille parole e questo me l'ha insegnato proprio lui, quando si metteva a suonare il pianoforte a qualsiasi ora, quando sfogava la sua rabbia sul foglio di carta o quando mi sedevo sul divanetto accanto al piano e vedevo le sue mani muoversi sui tasti, i suoi occhi scrutarmi con attenzione come se stesse osservando ogni mio piccolo particolare, da descrivere poi nelle sue canzoni.
Quando vedevo il suo sorriso e le fossette e che anch'io ad oggi ho forse la fortuna di avere tanto simili alle sue, come il colore nocciola delle iridi che ci fanno vedere il mondo in modo diverso.
Quando cantavo le sue canzoni con qualche R in meno o doppia in più.

Finalmente quella maledettissima porta si apre ed entrano in salotto Adriano, Jacopo e mio padre Niccolò, tanto inutile che io ripeta chi sia.
Apre le braccia come se volesse che io lo abbracci.
Lo faccio, mi stringo a lui che bacia la mia fronte.

< buon compleanno > sussurra al mio orecchio.
Lo ringrazio e poi passo a salutare anche tutti gli altri presenti nella stanza.

< Noemi? > chiede Adriano, non che padre di Tommaso ed Emma, la mia migliore amica.
Anche papà mi guarda interrogativo.

< penso sia andata a lezione > dico semplicemente alzando le spalle
< credo di averle visto in mano degli spartiti > sì perché mia madre insegna pianoforte in conservatorio, lo stesso dove papà ha studiato.
Tutti annusicono mentre Jacopo saluta e se ne va lasciandomi un regalo.
Ormai è come uno zio, anche se mi infastidisce un po' il fatto che porti via mio padre da casa per lunghi periodi.
Una volta glielo dissi pure, ero abbastanza piccolina, quando glielo chiesi rimase pietrificato e forse si sentì anche abbastanza in colpa.
Ricordo ancora il suo sguardo basso, per tutto il resto della serata.

< so che la festa di stasera l'ha organizzata anche Tommaso > prende parola Adriano che anche lui fa parte della categoria "finto" zio per me.
A quelle parole papà alza la testa dal cellulare.

< sì, mi ha già detto di prepararmi perché sarà fantastica >
Non capisco perché non spiaccichi mezza parola, lui che è tanto bravo a scrivere, dovrebbe saper anche parlare.
Non sopporto quando fa così, lo sto guardando in attesa che dalla sua bocca esca anche solo una nota musicale, magari se non riesce proprio potrebbe tentare con la musica.

< be' io vado Nic > Adriano si avvicina e saluta entrambi, avrà visto che la situazione sta prendendo una brutta piega come sempre.
< a stasera >

< papà > richiamo la sua attenzione, non pronunciavo questa parola ad alta voce da troppo tempo e anche lui sembra abbastanza stranito.
Anche se questa dovrebbe essere una cosa normale no?
Lui mugugna qualcosa, per darmi il consenso di parlare credo.
Questa volta sarò diretta, il più possibile.
< Papà tu mi odi? >

[ANGOLO AUTRICE]

Primo capitolo, spero vi piaccia!
Poi i capitoli inieranno ad essere un po' più lunghi ❣
Fatemi sapere che ne pensate se vi va!

Il Mio Cielo InfinitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora