Cassandra

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Cassandra, ogni notte ormai si destava dallo stesso terribile e premonitore incubo; un tornado, il tornado che da lì a poco avrebbe portato via tutto ciò a cui teneva: la sua casa, i suoi cari dai parenti agli amici. Il tornado che si avvicinava ogni giorno, a un paesino in Kyros, il suo paesino. Ma ora anche nell’unico posto in cui si era sentita amata accettata, gli voltava le spalle compresi i suoi amati; bensì non li poteva biasimare dato che la loro sfiducia non proveniva dal libero arbitrio ma colpa di una maledizione, non essere creduta faceva parte del suo destino. Ogni dì che passava la catastrofe si avvicinava, il sogno si faceva più vivido, più ricco di dettagli scabrosi, più terribile ma soprattutto più vicino. Ormai aveva deciso: sarebbe morta lì, con le persone care e amate; lei non era altro che devastazione e miseria, ma almeno si voleva concede quella che considerava la morte più dignitosa invece di vivere una vita miserabile che alla fine non avrebbe portato felicità a lei o a qualche d'uno.
Quando fu ritrovato il suo cadavere aveva un piccolo sorriso anche se amaro e rassegnato.

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