Capitolo 1

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La luce del sole non penetrava più dalle ampie vetrate e la sala del consiglio era illuminata dalle lampade a oli e dal grosso fuoco del camino che riflettevano la loro luce dalle lamine d'oro del tetto e delle pareti.
Intorno al grosso tavolo al centro, sul quale era incisa la mappa del regno, sedevano Atanor re di Arenal e i suoi più alti dignitari.
«Miei fidati consiglieri - cominciò il sovrano - vi ho convocato qui perché il conte di Tainema mi ha informato che molte famiglie delle tribù del nord hanno attraversato le montagne di cristallo impaurite, cercando rifugio tra le possenti mura di Forte Mezzanotte. Raccontano di voci di strane creature che hanno attaccato gli insediamenti nell'estremo nord e presto si diffonderanno in tutte le terre settentrionali.»

«Sire, dobbiamo richiamare i riservisti e introdurre la leva obbligatoria. Non possiamo aspettare.»

«Sei sempre il solito guerrafondaio, lord Pilum. Sire, non dategli ascolto. Del resto sono solo voci di barbari del Nord. Si saranno stancati di vivere nello sterco e si sono inventati la scusa di misteriosi esseri per essere accolti nel mondo civilizzato. Mettiamoli a lavorare nelle miniere e dimentichiamoci di questa storia.»

«Sire, se mi permettete, i toni di lord Raknar sono forse impropri ma credo abbia ragione. Nessun esercito di grosse dimensioni può oltrepassare i monti di cristallo. Al massimo poche decine di uomini senza armi da assedio né molti viveri. Quindi se anche i loro racconti fossero veri siamo al sicuro. Da cinquant'anni c'è pace nel regno non voglio pensare a un'altra guerra.»

«Hai paura lord Baimol?»

«Lord Pilum, a differenza tua sono abbastanza vecchio da aver visto la guerra, anche se ero solo un bambino. E sì, ho paura della guerra e dovresti averne anche tu. Non è come nei poemi. Non bramare il sangue a tutti i costi!»
«Signori calmatevi.»

Il re aveva preso la parola e tutti rimasero in silenzio ad aspettare che riprendesse a parlare.

«La situazione non è semplice. Lord Raknar, lord Baimol, vorrei condividere il vostro ottimismo ma non vi nascondo che sono preoccupato. Alto Vate Tiresys, ancora non hai parlato, ho bisogno di sapere il vostro parere.»

L'interpellato aveva passato tutto il tempo a maneggiare dei rametti millefoglie, mettendone qualcuno sul tavolo in maniera apparentemente casuale. Non aveva prestato molta attenzione alle discussioni e anche quando fu direttamente interpellato dal re, non rispose subito. Mise sul tavolo l'ultimo bastoncino e rimase alcuni istanti a osservare la composizione che si era creata.

«Le genti del Nord hanno ragione. Ma l'esercito che vuole lord Pilum non basterà e neppure le montagne di cristallo riusciranno a contenerli. Avete visto tutti la cometa di sangue ormai venti giorni fa. Da tremila anni non appariva. Antichi nemici di queste terre si sono risvegliati. Di prima che Arenal sorgesse. Ora sono tornati, e verranno a prendersi quello che un tempo gli fu negato. E potranno essere sconfitti solo da chi risveglierà il drago.»
«Favole! Sire solo i soldati vincono le guerre e noi...»
«Lord Pilum per favore...» disse il re stancamente per poi rivolgersi a Tiresys.
«Vi riferite alla profezia di Torius?»
L'Alto Vate annuì debolmente.
«La Profezia parla dell'ultimo fiore del primo albero di Arenal, ma cosa significa?» chiese ancora il re.
«Significa che dobbiamo trovare l'ultimo discendente di Arkantos, primo re di Arenal.»

Il drago di Arenal {sospesa} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora