Izuku tentennò sul proprio posto, la gola secca sembrava dolergli e mentre deglutiva esageratamente spesso, strisciò le mani lungo il tessuto dei pantaloni, troppo sudate a causa di qualcosa che solo lui aveva notato.
Un calore destabilizzante invase il suo corpo, a passo svelto allora coprì la distanza che lo separava dal biondo privo di sensi e lo sfiorò, come sospettava bolliva, la sua pelle era ardente come braci infuocate.
Deglutì ancora mentre il suo istinto spingeva via lentamente la ragione, ma lui era forte, non lo avrebbe permesso e prima che gli altri si rendessero conto di quel dolce aroma che stuzzicava il suo naso, prima che altri fossero in balia degli istinti dei loro sessi secondari avrebbe portato via quel ragazzo così che nulla gli fosse potuto accadere.
Senza dire una parola lo prese fra le sue braccia forti, posizionò un braccio sotto le spalle e l'altro poco al diaspora delle piega del ginocchio, si alzò sulle sue gambe con lo sguardo nascosto dalle ciocche smeraldine e iniziò ad uscire dalla stanza piuttosto velocemente.
«Lo porto in infermeria» disse con voce profonda e travagliata, pareva che qualcosa non andasse neppure in lui ma nessuno disse nulla, erano tutti troppo sconcertati al ricordo di quanto qualche attimo prima era accaduto. Non riuscivano a credere che tale disperazione, tale sgomento e confusione avessero solcato la mente di Bakugou che, nonostante tutto, prima di quel fatidico due gennaio non era mai uscito fuori dal suo personaggio, non importa quanto il peso sulle sue spalle fosse stato pesante e questo li scosse.
Qualcosa doveva essere sicuramente accaduto perché egli fosse inondato e soffocato dalle emozioni, perché non fosse stato capace di controllarle come aveva sempre fatto e in breve tempo un vociare rumoroso quanto preoccupato si diffuse nella sala comune, che si riempì di ipotesi d'ogni sorta sul motivo dello sgomenti che tanto aveva turbato Bakugou.
Intanto Midoriya era riuscito a malapena ad arrivare in infermeria, come si aspettava però la trovò vuota e per riuscire a rimanere in se fu costretto a tirare un forte pugno contro la parete, il dolore per lo scontro brutale lo aveva fatto tornare un po' lucido mentre dalle nocche sgorgava un rivolo di sangue.
Aveva il respiro spezzato e pensate, un caldo insopportabile aveva avvolto il suo corpo ben allenato, il volto era imporporato dal calore che lo pervadeva e le sue mani tremavano come foglie mentre sopprimeva il suo istinto dominante che urlava di fare quanto la natura richiedeva, ma lui non desiderava che lo cose prendessero tale deplorevole piega, non era in quel modo che desiderava appagare i suoi desideri per altro non prettamente carnali.
Spazientito e preoccupato, non sapendo quanto ancora avrebbe potuto reggere l'enorme quantità di feromoni prodotti da Bakugou che probabilmente per la prima volta era andato incontro al suo calore buttò tutto a terra cercando dei soppressori da potergli dare, li trovò, ma quando so voltò verso il biondo quasi perse il controllo di sé.
Era già sorprendente che lui in quanto alfa non avesse ancora perso contro il suo stesso istinto che gli suggeriva di saltargli addosso, perché per quanto improbabile potesse essere, quello che sentiva era il calore di un omega e non uno qualsiasi, bensì il calore di Katsuki Bakugou, colui che tutti ritenevano appartenere alla classe dominante.
Il corpo del ragazzo dalle ciocche scure tremò, fremiti e brividi percorsero le sue membra che affatica si opponevano alla loro medesima natura; nel tentativo di restare savio affondò le sue stesse dita nella sua pelle recidendola appena in alcuni punti, tentando disperato di portare un po' di calma nella sua mente mentre si avvicinava a quel ragazzo che, sotto quello sguardo smeraldo, bruciante di desiderio, appariva così dannatamente bello da essere quasi surreale.
I capelli biondi e ribelli erano umidi, dei quali, qualche ciocca, ricadeva casualmente sul viso del ragazzo e si era fusa con la pelle solitamente pallida del viso, in quel momento scarlatta a causa del suo calore.
Gli occhi rossi come rubini si erano dischiusi in una parvenza di minima ripresa di coscienza e quei suoi magnifici lampi rossi, magnetici e travolgenti venivano appena nascosti dalle lunghe ciglia chiare. Le labbra perfette di un rosa tenue erano dischiuse e fra esse scivolava di tanto in tanto l'aria gettata fuori dai suoi affaticati polmoni in un respirare pesante e irregolare.
Appariva così indifeso e seducente che persino un beta che può non essere influenzato dai feromoni di un omega gli sarebbe balzato addosso facendo cose riprovevoli, fuori d'ogni ragione logica, dunque è chiaro quale inumano sforzo stesse compiendo l'altro in quanto alfa.
Mentre dunque Midoriya rimaneva saldo sui suoi piedi, immobile come una statua, respirando profondamente, tentando di sopprimere la voce dettata dalla sua stessa natura, Bakugou cominciava a riprendere coscienza di sé e non per questo fu cosa positiva.
Katsuki sentiva il suo corpo bollente come mai lo aveva percepito, non riusciva a respirare in maniera regolare e sentiva solo una cosa echeggiare nella sua menta, una voce proveniente dalle profondità più vere di sé sussurrargli quanto desiderasse dar libero sfogo a quel desiderio irrefrenabile, insano che lo stava facendo andare fuori di testa, una cosa inspiegabilmente piacevole tanto da essere una tortura.
Lui chiaramente, essendo all'epoca dei fatti narrati un adolescente in piena salute, aveva esplorato come normale la propria sessualità e come ogni maschio di quindici anni aveva sperimentato certi tipi di piaceri derivati dalla diretta stimolazione dell'organo riproduttore, ma non era comparabile a quanto provava in quel momento, privato della ragione, delle sue stesse forze e sopraffatto da un odore maschile e pungente che gli pareva di rammentare perfettamente.
Non stava capendo nulla, non si stava rendendo conto in che situazione vertesse il suo corpo, non riusciva a capire cosa stesse rischiando, troppo sopraffatto dalla sua stessa natura quando Izuku, forte del suo desiderio di aiutare l'amico d'infanzia, si avvicinò a lui per fargli prendere i soppressori, inutile dire che in quello stato, il povero biondo non ne sarebbe stato capace.
Allora fece l'unica cosa che avrebbe potuto per fargli assumere il farmaco: lo prese fra le sue labbra avvicinandosi al letto, Bakugou con quel poco di lucidità alla quale tentava d'aggrapparsi lo riconobbe nonostante ne vedesse l'immagine sfocata e annebbiata. E quando le mani segnate da cicatrici vistose dell'altro lo sfiorarono appena, egli gemette fuori dal suo controllo mentre pensava a quanto desiderasse fare sesso con lui, con colui che egli stesso aveva riconosciuto come Deku.
Midoriya lo baciò, le loro labbra si scontrarono violentemente, fece pressione contro quelle del biondo affinché le aprisse lasciando libero accesso alla sua lingua umida, portatrice di quella pastiglia che avrebbe potuto evitare il peggio.
La sua si scontrò con quella del biondo cominciando con essa una guerra spietata fatta di sopraffazione mentre stringeva le sue guance arrossate fra le dita maschili.
Bakugou ingoiò la pastiglia e quando terminarono quel bacio travolgente si separarono, quel contatto fu dirompente, assurdamente coinvolgente, quanto bastasse per far venire il batticuore al biondo che nel mente percepiva il suo stomaco contorcersi e, proprio grazie a quel bacio, seppe con certezza che dal suo risveglio si era tormentato proprio per Midoriya Izuku, perché ne era certo. La sensazione provata in quel contatto confuso e selvaggio, travolgente e meraviglioso era stata la medesima che aveva provato la sera del primo gennaio.
Dopo tale ragionamento la lucidità iniziava mano a mano a riaffiorare in lui, la ragione che prima sembrava aver ripiegato in ritirata in un angolo di sé stava in quel momento tornando a fare da padrona alla sua mente confusa e sconvolta da pensieri e sensazioni a lui estranei ed incredibili.
Solo dopo qualche interminabile attimo di soffocante silenzio Bakugou capì di essere un omega, solo allora si rese conto di quanto era accaduto, sebbene ancora avesse molta strada da fare prima di comprendere la reale natura si quel importante giorno. Si rese conto che aveva avuto il suo primo calore in una scuola piena di alfa e che aveva desiderato disperatamente il ragazzo che ora si ergeva al suo fianco ansante, con gli occhi di quel verde profondo lucidi di desiderio, velati di un aspetto dominante che stonava con la sua personalità gentile e ben disposta, solo in quel momento capi che aveva sentito il bisogno di lui come ne aveva dell'ossigeno e sbiancò.
Era ancora troppo confuso e troppo ignorante della vera natura del suo essere e del suo cuore perché quei segnali fossero ovvi come potevano esserlo per chi osservava la scena da una prospettiva esterna, ancora troppo spaventato e restio alla comprensione per poter cedere ad una verità tanto destabilizzante per lui. Lui che era abituato ad essere padrone di sé, dei suoi pensieri, non era certamente abituato alla rassegnazione nei confronti della sua umana natura e del fatto che esistono cose che non possono essere soppresse ne tantomeno controllate.
«Kachan dovresti prendere... i soppressori e andare... ora » disse a fatica l'altro ansante come un animale con quella luce dominante, quasi animalesca che stava sempre più prendendo posto in quel verde travolgente capace di far annegare chi vi ci si fosse riflesso e così la ragione sembrava degenerare sempre di più in lui, svanendo come fumo.
Katsuki era interdetto, normalmente gli avrebbe urlato contro di fottersi e di morire, ma per qualche ragione non riuscì a farlo, non quella volta.
Il suo corpo sembrava come stregato da quel ragazzo che aveva davanti, impossibilitato nel compiere un qualsiasi tipo di moto, o forse era colpa del suo cuore palpitante, stretto nel petto e del suo stomaco capriccioso che stava attorcigliandosi su se stesso quasi fosse stato sulle montagne russe, immobile nel guardarlo.
Allora Midoriya si passò una mano fra i capelli scuri scompigliandoli mentre fuori era soggiunta la notte e la sua figura era stata gettata in penombra se non per qualche debole luce presente. Si portò una mano davanti al viso come a nasconderlo mentre il respiro si spezzava ancora, facendosi più furente e pesante mentre stringeva gli occhi inquieto.
Poi senza preavviso li dischiuse illuminati da una luce rossastra e selvaggia, violenta e brutale che urlava un lato nascosto di quel ragazzo solitamente gentile, in quel momento Bakugou poté venderla, la vera natura di un alfa, la vera natura di Midoriya Izuku.
«Vai, prima che perda il controllo » ringhiò questa volta il ragazzo dalle ciocche smeraldo con voce cupa e tetra mentre stringeva di più il suo viso come in un vano tentativo di trattenere quello che aveva dentro e che stava cercando di strabbordare. Allora il biondo sebbene non lo desiderasse fece quanto gli era stato detto senza dire una sola parola che fosse di gratitudine o che fosse invece uno dei suoi soliti insulti indelicati a lui rivolti e corse.
Non sapeva neppure lui perché ma le sue gambe muscolose e toniche presero ad alternarsi velocemente l'una con l'altra in una corsa disperata verso la sua stanza, come se una paura strana avesse pervaso la sua mente ed il suo corpo facendolo dunque agire in quel modo che non si adattava certamente a lui. Solo quando si fu fermato, raggiunta la sua stanza e chiusosi la porta alla spalle capì cosa lo aveva spinto a muoversi con cotanta insensata velocità: erano stati quegli occhi pericolosi e sensuali, illuminati da quella luce animale e seduttrice ma al contempo autoritaria.
Nel ricordare tale immagine, mista a quell'odore travolgente e stuzzicante che aveva invaso le sue narici, una serie di elettrici brividi scivolarono lungo la sua schiena portandolo ad inarcarla, mentre crollava sul suo letto nuovamente assediato da quel calore confuso e soffocante che faceva scivolare via dalle sue membra quella forza brutale che lo caratterizzava.
I soppressori non bastavano, era troppo forte quello che stava provando, troppo travolgente, troppo asfissiante. Era come se delle salde catene di lucente metallo si fossero avvolte al suo corpo legandolo indissolubilmente a ciò che realmente era, a quanto realmente sentiva senza volerlo ammettere, era solo il due gennaio, ancora troppo presto perché si abbandonasse alla muta consapevolezza che la sua carne già possedeva.
Cosi quella notte gelida, bella più totale oscurità, mentre il suo corpo si contorceva sotto la sensazione insopportabile del calore inappagato, Bakugou aveva tentato di dare sollievo a quella lussuriosa luce nel suo sguardo, a quel folle desiderio che accendeva il suo corpo bollente, ma nulla bastava mai e sentiva un desiderio costante, non generico.
Desiderava Deku.
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Non è possibile fuggire
Fanfic{AU} Lentamente ogni certezza crolla, ogni pensiero muta e questo perché le menzogne, le illusioni sono destinate cadere, come castelli di carta spazzati via da un alito di vento.