Parte 22 | Victoria Campbell chi scusa?

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Secondo Venus, quella serata era già arrivata al termine. Aveva tollerato per troppo tempo quella stronza di sua suocera Pamela, la bella vampira Victoria e lo sguardo falsamente angelico di Irina. Era il momento di dire basta. Basta a tutto quanto. Lei non se ne sarebbe andata quella volta, lei non avrebbe lasciato Harry per qualcosa di falso, come erano le tre donne di fronte a loro. Se lui non la voleva più, allora doveva essere Harry stesso a dirglielo in faccia. Non sua madre. Il diciottesimo secolo era finito da mo'.

«Se avete finito di urlare come oche giulive e metterci in ridicolo in questo ristorante, vorrei dire io due cose.» Esordì Venus, attirando alcuni sguardi di commensali curiosi verso il loro tavolo. Ottimo! Davvero ottimo. Ci mancava solo il grande fratello al ristorante.
«Io non me ne vado. Io non lascio Harry.» Scandì ogni singola parola, senza lasciar trasparire nessuna inflessione nel tono di voce. Ne aveva le palle... No anzi... le ovaie piene di continuare a litigare. Avrebbe potuto andare d'accordo con quelle donne invece di litigarci, ma evidentemente era l'unica a pensarla in quel modo.
«Pamela. L'ultima volta che ha inscenato un dramma con queste due, suo figlio avrebbe dovuto cornificarmi, perché secondo il suo parere, io non sono abbastanza per lui. Mi dispiace molto per lei, ma spoiler in arrivo... Io sono fidanzata con Harry Thompson, non con sua madre.» Un sorriso finto come Giuda, comparve sul volto pacifico di Venus, che si lasciò scappare anche una risatina isterica. Aveva i nervi a fior di pelle e la voglia di dare una sberla a quella donna di fronte a lei era tanta, ma Vee era una signora e a certi gesti non si abbassava. Mai.

«Irina. Tesoro caro, sei presuntuosa e volgare. È in più non ti rendi conto che ti stanno usando entrambe? Per avere cosa poi? Dei soldi? Potresti fare di meglio con il tuo tempo, per non dire che potresti anche guadagnare di più e tu lo sai bene. So che non sei stupida.» Irina sussultò, non avendo però nulla da ribattere. Harry si stava godendo la scena, seduto a tavola, ancora con il calice di vino bianco in mano. Aveva temuto che Venus avesse un crollo emotivo a causa di sua madre e di quelle due arpie, ma si era sbagliato. Aveva trovato una combattente. Pamela Thompson infatti non sapeva che ora Venus era una giornalista. Bello o brutto come lavoro, questo aveva permesso a Venus di reperire parecchie informazioni sulle tre donne che erano diventate la sua croce nella relazione che cercava di avere con Harry benedettissimo Thompson.
«E venendo a te... Victoria Campbell chi scusa? Sei bella, okay! Altre donne sono belle, magari anche più di te. Cos'altro hai oltre il bel visino? Un cervello pieno zeppo di cattiveria. Il mondo non ti appartiene. Non sei migliore di nessuno. Sei solo la copia sbiadita di chi potresti essere veramente. E io non me ne andrò solo perché voi vipere volete che quest'uomo non stia con una come me. Siamo nel ventunesimo secolo, santo cielo, impareremo mai a farci gli affari nostri ogni tanto?» Venus, finito il discorso, passò in rassegna un'ultima volta le faccine stupite delle tre donne di fronte a lei. Più quelle della gente che aveva assistito alla sceneggiata. Esilarante. Davvero esilarante. La sua vita era esilarante. Questa volta aveva vinto Venus. Con tutta la grazia di cui era capace, la ragazza si scolò d'un fiato il suo calice di vino. Se lo era meritato tutto.

«Harry, tesoro mio, non hai niente da dire a questa ragazza oltremodo maleducata?» Pamela Thompson si era ripresa prima del previsto dalla sfuriata della ragazza di città. Purtroppo. Eppure la sua lingua biforcuta non aveva ancora smesso di sparare fesserie come se fosse in un discorso politico elettorale.
«Questa ragazza maleducata, come la chiami tu, è la mia fidanzata mamma. E tra poco, se lei mi dirà di sì, sarà anche mia moglie e un giorno la madre dei miei figli. Meglio che te ne fai una ragione ora, prima che sia troppo tardi per te.» Pamela, a quelle parole, divenne una statua di ghiaccio.

Finalmente era stata zittita. Le sentite anche voi le campane e le voci angeliche di sottofondo? Le altre due ragazze invece, sembravano pietrificate. Due statue di marmo. Avevano tutti quanti perso l'uso delle parole? Che manna dal cielo, pensò Harry. Con un sorriso sornione e la spensieratezza di chi sa di aver messo a tacere qualcuno di insopportabile, Mr Thompson Jr. prese la mano di Venus e se ne andò dal tavolo e dal locale stesso. Per quella sera avevano già dato sufficiente spettacolo in quel ristorante. Forse non ci avrebbe messo piede per un po' di tempo.

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