Il diavolo era sparito e con lei, le larve e quell'uomo e le urla e non capivo cosa stesse succedendo e mi sentivo nel modo più strano in cui un'essere umano può sentirsi.
1 dicembre.
<<Tra una settimana è il tuo compleanno!>>
Quella mattina mi sentii accolta, non so perchè. Stavo bene.
Sapevo che non era miracolosamente cambiato tutto, sapevo che non mi era stata fatta una lobotomia nel belmezzo della notte e che non mi avevano guarito dai miei mali tramite un sortilegio, ma qualcosa era cambiato ed era percettibile nell'aria, persino i colori mi sembravano più vividi -
<< Compi diciotto anni, che vuoi fare? Organizziamo una festa? >> << E' uguale... >>
- meno grigi.
L'unico pezzo di follia che mi era rimasto mi accolse la sera nella stanza, dopo aver acceso la stufa.
<< Un cambiamento radicale era assolutamente necessario >> << Che succede? >> << Hai fatto pace col diavolo, e mo' non ti serve più >> << E gli altri? >> Fece oscillare la coda e si sedette sul mio letto, di fronte a me. << Tutte queste ansie, tutti 'sti pensieri inutili, sono come le tessere del domino: se ne cade una, si tira appresso tutte le altre>> << E' questo ciò che vuoi dirmi? Che mi sono sempre creata io tutti i miei problemi? Che ero io l'artefice di tutti i miei mali? E che potevo fin dall'inizio evitare di ferirmi semplicemente cambiando? >> << No >> Si alzò e si allontanò verso la porta della stanza, prima di voltarsi nuovamente verso il mio letto << Ma che siamo fatti di bene e di male e inevitabilmente, quando riceviamo male, noi doniamo male, il segreto e rompere il ciclo, girare la moneta, stipare il male altrove e regalare il bene. >> << Come si fa? >> << Lo stai facendo già, smettendo di odiarti >>
Il giorno dopo mi svegliai, dissi ancora a me stessa che non la odiavo e uscii a camminare, da sola. Mi sentivo ancora serena ed anche se sul fondo della mia mente qualche larva bianca esitava ancora rendendomi ansiosa, cercavo di spingerle indietro e farmi coraggio, farmi forza, consolarmi e convincermi del fatto che solo perchè le cose stessero andando bene, non significava che era il preludio della tempesta, non voleva per forza dire quella calma era fittizia, cercai di spiegare a me stessa e alla mia ansia che se stavo bene, non dovevo per forza prepararmi ad una ricaduta.
Devo essere stata particolarmente brava nel parlare a me stessa, poichè mi portai alla commozione e mi ritrovai pateticamente (ma nemmeno troppo) a piangere seduta su una panchina, meravigliandomi di quanto pochi eventi nell'arco di poche settimane mi avessero portato man mano ad uscire da quel grigio pesante che era diventata la mia vita. Le mie lacrime però furono improvvisamente sorprese e stoppate da una voce.
<< Tutto bene? >> Non l'avevo mai visto prima, aveva gli occhi grandi e scuri e il volto gentile. Invece di suscitarmi imbarazzo, mi provocò una sensazione piacevole allo stomaco.
<< Si, si... >> Non mentii, non stavo male ed era la prima volta che rispondevo sinceramente a quella domanda maledetta e mi sentii strana.
<< Posso sedermi? >> Mi chiese con la voce dolce, indicando la panchina, accettai e gli feci posto, si sedette accando a me girandosi di tre quarti per guardarmi in volto.
<< Mi chiamo David e tu? >>
Sentii il grigio schiarirsi ancora.
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Over The Wall - The Gray Chapter
Random"-lo giuro, se non fossi al cento per cento convinta di star man mano scivolando in un capitolo nero della mia vita, se non ritenessi necessario salvare quel poco della mia lucidità ora che è possibile, ora che sono in una fase intermedia, prima di...