Capitolo 3. The Lovers

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-Sono d'accordo sul prenderci una pausa.-

-L'ho scritto mentre ero ubriaca-

-In vino veritas... E poi è la cosa migliore-

La nostra conversazione si concluse così quel giorno.

Poggiai quel maledetto cellulare sul pavimento e mi lasciai andare stesa sul letto di Lynn, chiudendo gli occhi e cominciando a pensare a quattromila, seimila, diecimila cose nello stesso istante. Portai il filtro alle labbra, inspirai ed espirai.

<<Tu non parli molto di te, vero?>> chiese Lynn, che in quell'istante della situazione aveva capito soltanto il mio disagio nel leggere e rispondere ad una serie di messaggi ignoti ed era lievemente turbata dal mio stress denso e tangibile.

<<No, la mia vita non è bella o felice, che senso avrebbe parlare di me? Che senso avrebbe parlare di qualcosa che fa schifo o che mette tristezza? Se fossi bella, simpatica e avessi una vita interessante, allora sì che sarei sicura che la gente volesse ascoltarmi parlare di me>>

Sentii come se ad un certo punto, la distanza con il ragazzo per cui provavo forti sentimenti, avesse provocato da parte mie un ulteriore perdita di coscienza e senso critico e avessi cominciato a dire cose illogiche soltanto perchè ad avere le redini della mia lingua, in quel momento era la paranoia, ma sapevo bene che il mondo non girava in quel modo: se bisognasse raccontare solo le cose belle, in tv ai telegiornali si parlerebbe solo di matrimoni e nascite e mai di povertà e morte.

<<Non devi mai dire le cose solo perchè sono belle o solo perche sono brutte. Tu devi solo dire la verità e raccontare la realtà così come la vedi, così come la percepisci, tu, anche se fa paura>>

Aprii gli occhi.

Lynn mi guardò confusa, ma io avevo capito.

Quando la sera tornai a casa fui nuovamente sola, o comunque così si fa per dire, perchè a riempire il silenzio dell'abitazione non mancarono una decina di voci e lo stimolo di una vescica piena.

Diverse da quelle con cui solitamente ero abituata ad avere a che fare, queste non urlavano nè accennavano a volgarità, descriverei il tutto come se un gruppo di persone stesse cercando in modo veloce di spiegarmi più cose contemporaneamente, senza tenere conto l'uno dell'altro ed ognuno col suo tono e la sua propria inflessione si mescolasse nella mia testa quasi annebbiando il mio di pensiero e il mio senso dell'orientamento, crescevano di intensità man mano e il corridoio davanti a me sembrava sembre più profondo e si espandeva in maniera surreale e la porta aperta sul fondo mi sembrava sempre più lontana, poi smisi di capire dove mi trovavo e diventò tutto una spirale. Mi bloccai poco davanti alla porta di casa, stringendo le gambe e serrando gli occhi, per una manciata di minuti credo, finchè ad un certo punto -non so come ho fatto, non ne ho idea e ho paura di scoprirlo- devo essermi concentrata talmente tanto e aver imposto così intensamente a tutte quelle voci di star zitte e lasciarmi concentrare per trovare la strada del bagno, che smisero tutte di botto come mortificate da un rimprovero, lasciando adesso nelle mie orecchie un fischio acuto e il ronzio della vecchia lampadina del lampadario in corridoio.

<<Bianca, gli innamorati quelli veri non si lasciano mai, perchè l'ammore over va oltre l'amore stesso. Nun sacc si stai capènn.>> Fece oscillare la coda nera come la pece un paio di volte dietro di se, tenendo la mano sinistra sul fianco, e l'altra a mezz'aria, col palmo rivolto verso l'alto e le punte delle dita tutte congiunte e mi guardò coi suoi grandi occhi gialli e luminosi, da gatta con le sue pupille assottigliate, mentre poneva il capo in avanti per guardarmi bene in volto e i capelli liscissimi e la frangia le incorniciavano il volto, perdendosi e svanendo come un'illusione ottica nel nero della pelle, neri anch'essi. <<E sai perchè? Perchè amare va oltre il possedere e se tu ami una persona, la ami anche se non ti ama, la ami anche se l'altra persona ti odia!... E non è perchè si è stupidi, ma perchè si è innamorati e questo tipo di amore è la cosa più bella del mondo, è la cosa per cui questo mondo va avanti. Adesso ti devi chiedere -a zia- tu, questo giovanotto, quanto pensi di amarlo? Ti devi chiedere se ti conviene...Si vuò parià...Ti devi chiedere se vuoi passare la vita con lui e e morirci e devi aspettarti anche che lui non voglia la stessa cosa...Perchè siete giovani e tu sol pe te fa e capill stammatin e cagnat idea rieci vot... Capisci quello che ti sto spiegando? Mi dai un cenno? Non mi guardare imbambolata, Bianca, scitate, scitate e spacca stu mur!!>>

E mi svegliai. Mi svegliai ancora e mi guardai dentro e decisi.

Non so se fu la decisione giusta da prendere a lungo termine, ma so solo che in quel momento mi sembrava quella migliore e continua ad esserlo tutt'ora.

Decisi che avrei potuto aspettarlo per giorni, settimane, mesi, anni, ma decisi che nel frattempo non me ne sarei stata con le mani in mano e decisi che mentre lo aspettavo avrei cominciato a lavorare sulla mia di tela e a risolvere le piccole cose risolvibili e man mano quelle più grandi e si, in primo luogo per dimostrargli che stare con me non sarebbe più stato un inferno per lui, ma poi ci pensai su e decisi che in primo l'uogo, prima di farlo per lui, l'avrei fatto per me. Giunsi alla conclusione che dopo diciotto anni di odio, per bilanciare avrei dovuto cominciare ad amarmi e anche se non sono quel tipo di persona e al solo pensare di poter concepire una frase del genere avevo i conati, alla fin fine, quella era la conclusione ed anzi, avrei dovuto sudare e lavorare sodo anche solo per scalfire quel muro di cui parlava la gatta, che mi ero costruita negli anni per proteggermi dall'affetto delle persone che tanto mi terrorizzava, dunque avrei dovuto faticare il doppio e pensai fosse il caso cominciassi da subito. Se è così e l'amore è amore anche se non è ricambiato, allora anch'io potevo cominciare a volermi bene, anche se mi ero detestata fino all'istante prima...

Trovai il bagno.

E ci andai.

Questo è quanto.


Over The Wall - The Gray ChapterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora