4.Garden

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Taehyung's pov

Equinozio.

Il giorno in cui la luce e il buio godono della stessa durata.

Si poteva quasi immaginare, che la terra fosse divisa in due parti.

Due parti completamente opposte ma perfettamente compatibili.

Era questa la teoria che ci veniva inculcata fin da piccoli con strani riti e celebrazioni e solo i meno codardi avrebbero potuto rifiutarla.
Come dicevano gli anziani, era destino che quelle due parti facessero l'uno per l'altro; come un Omega prima o poi sarebbe dipeso da un Alpha. La tradizione affermava che solo questo rapporto avrebbe rappresentato a pieno il senso dell'amore, anche se molti la pensavano diversamente.

Da bambino avevo sempre creduto che prima o poi avrei trovato la mia luce. Credevo all'amore a prima vista, credevo alla vita dopo la morte, ma non credevo alla verità.

Purtroppo a quell'età era sbagliato non sapere che tre cose non potevano essere nascoste a lungo: il sole, la luna e la verità.

Quest'ultima faceva male. Aveva pian piano smentito le mie certezze e non mi capacitavo del fatto che fino a quel momento ero vissuto in un illusione. Una grande bugia che aveva colmato il mio animo vuoto e infelice.

Tuttavia, col passare del tempo, avevo imparato a convivere con quell'aspra e dura verità e presto iniziai a non sentire più quel dolore lancinante nel petto.

Fu nel giorno dell'equinozio di autunno, che incontrai Hobi. Un ragazzo dalla chioma rossa e dal sorriso splendente. In quel periodo aveva avuto un lavoro part time come fioraio e sarei stato un bugiardo a dire che i fiori non facessero per lui. Ad ogni nostra uscita, ormai giornaliera, era solito portarmi un girasole, prima di passare alle rose. Iniziò così la nostra storia, fatta di baci proibiti e false speranze.

Presto peró, quella verità da me odiata, ci costrinse a reprimere i nostri sentimenti.

Tutti e due possedevamo ciò che disprezzavamo di più al mondo: la denominazione di Omega.

Tuttavia, la fine della relazione,non segnò anche la fine della nostra amicizia ed anche se, entrambi passavamo notti a versare lacrime rimpiangendo la nostra decisione, eravamo d'accordo sul fatto che forse era meglio così.

Perderlo era stato un duro colpo per me e il fatto di non avere la minima idea di dove e di come potesse stare, mi aveva fatto impazzire. Erano passati tre giorni dal mio arrivo nella famiglia Jeon.
Tre fottuti giorni in cui non avevo toccato cibo, rintanandomi nella stanza dal profumo di lavanda.

Bramavo tanto quelle leccornie che solitamente lasciavano accanto allo stipite della porta ma se solo avessi toccato un pezzo di pane, avrei mandato a monte il mio piano. Stavo strategicamente aspettando che il mio corpo cedesse da un momento per la mancanza di cibo, al fine di farmi portare nell'unico posto in cui sarebbe stato possibile fuggire: l'ospedale.

Bastarono tre tocchi alla porta per farmi svegliare dal mio stato di trance, prima che una donna con i tacchi a spillo, entrasse nella camera in seguito posizionandosi sul fondo del letto.

<Taehyung mi hanno detto che non stai mangiando>

Spalancai gli occhi, non tanto per la paura di ciò che mi avrebbero fatto di lì a poco, ma per il fatto che la Signora Jeon avesse usato il mio nome al posto di quell'orribile titolo di "Signor Kim".

<La prego di non chiamarmi così> ribattei io, trovando disgustoso quel nome pronunciato dalle sue labbra.

Con mia grande sorpresa, la donna si scusò, in seguito poggiandomi la mano sulla mia gamba scoperta.

Under his eye  Omegaverse||taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora