"Sei proprio sicura di voler lasciare l'accademia?" Mi chiese Cassy, un po' esitante. -"Certo, sono venuta qui per prendermi una pausa e raggiungere i miei obiettivi, li ho raggiunti tutti e ora sono pronta a tornare" Sono diventata più forte, sia fisicamente che di carattere, ero dimagrita e avevo ottenuto un fisico da urlo, mi ero fidanzata con il più figo dell'accademia e con un lavoretto mi ero anche fatta dei soldi per conto mio e in più, mi sono fatta tanti amici in tutta la scuola. -"Poi ho già lasciato Kevin, non avrebbe senso restare adesso" Cassidy mise il broncio. -"Povero Kevin, lui sarebbe venuto a New York con te, è innamorato perso e tu lo lasci dicendo che ti devi trasferire" La guardai male, alzando un sopracciglio. -"Lui ama il mio fisico, non me, devo ricordarti che lui è stato il primo a prendermi per il culo quando sono arrivata?" Eh già, mi sono fidanzata con Kevin, il più bello dell'Accademia, giusto per dimostrarmi che ora posso ottenere tutto quello che voglio. Non è stato facile, non ho mai pensato che trasferendomi avrei risolto molto, i pezzi di merda ci sono a New York come nel resto del mondo, in Accademia forse è stato anche più difficile, essendo una scuola militare devi avere determinate prestazioni fisiche e io sono entrata solo perché i miei hanno pagato profumatamente, con le mie sole forze non ce l'avrei mai fatta e questa cosa mi fa imbestialire. C'è anche stato un periodo in cui si, ho ottenuto il fisico che desideravo, ma poi? Caratterialmente non ero cambiata, avevo ancora paura di ferire gli altri e di dare fastidio per ogni cosa, ero timida e impacciata, ero bella ma insicura uguale, non era cambiato niente . E lì ho capito che la mia felicità non dipendeva dal mio corpo, se volevo cambiare me stessa dovevo cambiare il mio pensiero prima dell'aspetto fisico. Pian piano iniziai ad apprezzarmi, capii che con lo stile giusto mi piacevo di più, iniziai a curare i piccoli dettagli che mi rendevano unica. Non sono diventata un altra persona, sono diventata la versione migliore di me.
-"No, me lo ricordo molto bene, ma come sei cambiata tu, è cambiato anche lui" -"Certe persone non cambiano mai Cassy, ne sono sicura" Dissi scuotendo la testa. -"Va bene, fai quello che vuoi" -"Come sempre". Detto questo chiusi la valigia che stavo già preparando e in moto andai in aeroporto. Ero pronta.
L'aeroporto di Cardiff era bello pieno come al solito e mi ricordai come mi sentii appena arrivata, lì avevo dato inizio al mio cambiamento, il primo passo verso chi volevo essere. E ora ce l'avevo fatta e stavo tornando a casa.
Mi aspettava un volo di 11 ore in prima classe, sarei arrivata verso l'una/due di mattina. Quindi sarei tornata a casa, avrei messo le mie cose a posto, mi sarei fatta una bella vasca e, sperando di non addormentarmi e morire mentre la faccio, poi sarei andata a letto.
Ai miei genitori avevo accennato che sono dimagrita un pochino, ma non mi hanno ancora vista, sinceramente sono curiosa della loro reazione.
11 ore dopo
Scesi dall'aereo e fu abbastanza difficile trovare un taxi, visto l'orario, ma ce la feci e circa per le due fui a casa.
Non era cambiato niente, la villa a tre piani rosa cipria era vuota come al solito, i miei erano come al solito via per lavoro. Mio padre è manager di una squadra di calcio e mia madre, finita la carriera da modella è diventata una famosa stilista. Non sapevo in che parte del mondo fossero, ma poco mi importava, stare a casa da sola mi è sempre piaciuto.
Mi svegliai la mattina dopo raggiante come una principessa, tipo Anna di Frozen, un paragone da intenditori. Andai in bagno a lavarmi, feci una doccia veloce, mi truccai e mi misi dei vestiti comodi a caso, tanto sarei solo andata a correre e nient'altro, avrei ricominciato scuola domani.
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Corsi per circa un ora e mezza, poi mi fermai da Starbucks a prendere un caffè e una ciambella, c'è gente che fa attività fisica per avere i muscoli, io la faccio per poter mangiare ogni cosa che voglio. Quindi presi una seconda ciambella, questa volta al cioccolato.
Tornata a casa fui un po' triste, senza Cassidy e i miei amici non sapevo che fare e avrei dovuto organizzarmi la giornata per bene. Per prima cosa andai a fare un po' di shopping, mi ero portata dietro un po' di tute e due vestiti da festa, avrei dovuto comprare mooolta roba. Non mi piaceva vestirmi di marca, ma per una volta avrei fatto un eccezione.
Comprate borse, scarpe e maglie di ogni genere si era fatta ora di pranzo, andai all' "Atlantis " un ristorante che frequentavo spesso prima di partire. Mi sedetti in un tavolo affianco alla vetrina, così da poter ammirare la città, New York mi aveva sempre affascinato. Stava per iniziare a piovere, avrei preso un taxi per il ritorno a casa. Arrivò il cameriere a darmi il menù. Era Dylan Williams, del corso di economia culinaria, uno dei più famosi della scuola, lavorava qui da circa 2/3 anni, era abbastanza simpatico anche se é il solito play boy. Ordinai un hamburger con un insalata. Mi guardai intorno, ero l'unica cliente, dopotutto non era ancora iniziata la pausa pranzo ed essendo un locale davanti a scuola non c'erano studenti a quell'ora. Quando Dylan mi portò l'hamburger si sedette nel divanetto dall'altra parte del tavolo. -"Posso?" Annui velocemente iniziando a mangiare. -"Sei appena arrivata in città vero? Non mi sembrava di averti mai visto da ste parti" Finí di masticare. -"Una specie" -"Quindi come ti chiami ragazza nuova?" Ovviamente non si ricordava di me. -"Maggie, sono appena tornata in città" -"Ma se sei appena tornata magari ci conoscevamo anche, di cognome come fai?" -"È altamente improbabile che ci conoscessimo, ero molto timida" Lui mi sorrise, mostrando una fossetta. -"Io sono Dylan, Dylan Williams" "Uh piacere" E tornai a mangiare. -"Ti va di venire ad una festa con me e dei miei amici? Visto che sei nuova potrei farti conoscere qualcuno, sarebbe stasera alle undici " Il bello della gente di NY è anche che non si facevano problemi, ci conoscevamo da due minuti e già mi invitava ad una festa. Cosa si fa per un paio di tette. Gli sorrisi. -" Effettivamente non avrei niente da fare, però domani inizio scuola... " -"Non ti preoccupare piccola, sarà una festa tranquilla, niente di spericolato" -"Così ora sono 'piccola', interessante ma ho un nome, usalo" Gli lasciai il mio numero e tornai a casa in taxi. Mi sarei divertita parecchio.