10: We're Just Different

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E niente, alla fine, come mi avete suggerito in parecchi, ho deciso di iniziare a scrivere al passato a partire da questo capitolo e di revisionare i precedenti a storia completata.

Grazie a tutti per avermi risposta. ❤️

Now, enjoy! ✌🏻🌸
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[10: Siamo Semplicemente Diversi]

(POV di Katsuki)

"Eh? Katsuki, hai il segno dell'anima gemella? Sul serio?"

Il biondino ghignò, tentato di alzare gli occhi al cielo seccato. Cercava sempre di fare del suo meglio per coprirlo, ma a volte capitava che gli altri ragazzi negli spogliatoi ne scorgessero un pezzettino. Perché poi quei tizi si prendessero la briga di fissarlo, non riusciva proprio a capirlo. Quei fottuti pervertiti avrebbero dovuto solo farsi gli affari loro e tenere gli occhi a posto. Ad ogni modo, ormai sembrava aver quasi fatto l'abitudine ai loro sguardi sconcertati ed alle grida di sorpresa, da quando gli era capitato che notassero il suo segno per la prima volta. E non c'era molto che avesse detto loro a riguardo, a parte il fatto che era una rottura di palle.

"Secondo te?" ringhiò, infilandosi la tuta scolastica. "Preoccupati di te piuttosto, merdoso."

Katsuki era pienamente consapevole del fatto di non avere molti amici, o meglio, nessun amico. Certo, aveva quei soliti lacchè che lo seguivano da quando era piccolo, ma non li considerava davvero amici. Erano solo delle comparse, semplicemente, ed aveva anche notato il modo in cui le persone avevano cercato di allontanarsi da lui ai tempi delle scuole medie, probabilmente per paura.

Bene.

Katsuki preferiva così. Aveva una reputazione da difendere, ed il fatto che gli altri strisciassero via da lui era solo una dimostrazione del fatto che riconoscessero la sua superiorità. Era intimidatorio, possedeva una forza da non sottovalutare, ma il tatuaggio sul suo fianco era tutt'altra storia.

"Credo che staresti molto meglio con un sorriso."

Da quello che ricordava, erano queste le parole incise sul suo fianco, ed il fatto che le persone avrebbero potuto leggere quella frase e rimanere con gli occhi spalancati e senza fiato lo faceva diventare matto. Tutti, ogni volta, restavano sorpresi. Come biasimarli. Il ragazzo più cocciuto, sicuro di sé e minaccioso di tutta la scuola aveva una maledetta anima gemella. Un legame del genere avrebbe solo potuto farlo apparire debole, il tutto reso ancora peggiore da quelle parole. Che cazzo avrebbero dovuto significare, comunque? Un sorriso, per amor del cielo. Che importava se sorrideva o no? Chi era la sua anima gemella per dirgli ciò che avrebbe potuto fare o non?

A Katsuki non piaceva neanche un po'. Anzi, peggio. Lui odiava il marchio con cui era nato. I suoi genitori erano rimasti così entusiasti quando gliene parlarono la prima volta, commentando quanto gentile e meravigliosa dovesse essere la sua anima gemella. Sì, come no. Le sue prime parole sarebbero state sostanzialmente una critica, un suggerimento condiscente su come avrebbe dovuto comportarsi. Lo facevano sentire debole, vulnerabile.

Tutta questa faccenda dell'anima gemella si sarebbe rivelata una cazzata totale, ne era certo.

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Era il giorno del Festival dello Sport, e Katsuki stava provando nostalgia per quei tempi.

Era seduto su una delle sedie nella sala d'attesa, con i piedi appoggiati su di essa. Tutta la sua classe era radunata lì ed alcuni saltellavano sul posto o si agitavano irrequieti. Quei maledetti stronzi erano nervosi, proprio come le mammolette che erano.

Speak [Bakugou Katsuki X Reader - Traduzione Italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora