(I)mparare a crescere prima

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/cré·sce·re/

1.

Di uomini, animali, piante (e anche di parti del corpo o delle piante), aumentare progressivamente di proporzioni, statura, peso, per naturale e graduale sviluppo.

2.

Diventare adulto, maturo.

Il futuro fa paura.

Ogni significato nascosto in quella parola fa paura, a dire il vero.

Cos'è il futuro? Ce ne riserviamo molti, di essi, è solo che (ovviamente) non riusciamo a vederli.

Detto sinceramente, certe parole ti fanno fottutamente venire l'ansia. E usare un'imprecazione aiuta ad esprimere il concetto. Perché sì, è fottutamente terrorizzante.

Sono inchiostro nero su foglio bianco, eppure non ha senso perché una frase dovrebbe fermarsi li. È stata scritta. Punto e basta. La cosa finisce là. Non deve assolutamente avere altre espressioni se non quelle che esprime esplicitamente.

E invece no.

Che poi, non è questo il senso dei libri? Chi li leggerebbe se non avessero significati che ti fanno stare ancora di più uno schifo?

Un libro, senza un'accezione, non è un libro. Quindi, si suppone, che un romanzo sia necessario per aprirti non porte, ma la mente.

Beh, comunque, qui non si parla di romanzi, ma di futuro.

Che, intendiamoci, a volte può essere una vera merda.

Pensate non sia così? Se fosse così, tutti saremmo su una Lamborghini a fumarci canne e a ridere del mondo guardandolo attraverso dei rayban di diamante. Sempre se esistono.

Ma, abbandonando le riflessioni che fanno perdere tempo e non portano ad un cazzo (perché bisogna arrivare ad avere e capire tutto subito, ovvio) vorrei descrivere una situazione di... punti di vista, immagino.

Non sarebbe noioso averne solo uno? Quindi, il futuro per un bambino può essere diventare un astronauta, un pompiere, un poliziotto. Di certo un ragazzino di sette anni non pensa a diventare un responsabile delle pubbliche relazioni o un direttore d'azienda, a meno che mamma e papà non abbiamo cresciuto un piccolo mostriciattolo.

Per un adulto, il futuro, può essere la pensione. (Secondo voi è forte passare il resto della propria vita su una poltrona?)

E per un anziano...

Beh... Niente cose tristi.

E per te, mio dolce ritardatario? Cos'è per te il futuro? Spaventa te quanto spaventa me?

Da piccola, sai, pensavo che il miglior lavoro fosse la veterinaria, e ci credevo.

Amo gli animali, ma...
poi col tempo ho cambiato idea.

Colpa del tempo?

Banale e scontato, un veterinario.

(Niente offese. Intendo che è banale per una bambina pensare di fare il veterinario anziché darsi all'ingegneria aerospaziale).

Ora non ne ho idea.

Ho paura perché sconosco ancora e nemmeno conosco quello che credo di sapere conoscere.

E mi affido a te, alle tue parole insensate per una come me ma piene di significato per uno come te.

Tu cosa sai? Mi fai arrabbiare, ti detesto a volte, perché tu non conosci, ecco cosa.

Mi infastidisce il tuo essere così innocente, il non capire giustificato dalla tua giovane età.

Allora cos'ho io? Perché comprendo quello che gli altri rifiutano di fare? Perché capisco cos'è l'amore se non l'ho mai provato? Perché osservo con attenzione i minimi particolari e non li ritengo mai inutili? Perché ho avuto la disgrazia (o fortuna) di crescere prima?

E perché, soprattutto, scrivo come se avessi capito tutto della vita quando ancora non so un cazzo?

Non ti incolpo, hai il tempo per scoprire quali sono i veri problemi, i veri piaceri e le vere tristezze.

Scoprirai che dietro ad ogni termine, si nasconde un concetto giusto un po' più grande di te, che ti aspetta dietro l'angolo.

Scoprirai che l'amore non è un oggetto, qualcosa detto a caso.

Che io, forse, sono quello che vedi ma non osservi veramente.

E io, di te, vedo tante cose e le ammiro una ad una, com'è giusto che sia. Vedo la tua pazzia, e mi piace, il tuo essere dolce, e mi piace, il tuo sorriso.

E lo amo.

E non lo sai ancora, ma dietro a quegli occhi nascondi storie che devono essere ancora scritte.

Io in te vedo un futuro, quello che non riesco osservare in me stessa perché incapace di capirmi.

E ci sono tanti racconti.

Ti lascio nella tua innocenza, mio ritardatario, perché essere già grandi fa fottutamente schifo, soprattutto quando devo fingere di non essere matura per andare d'accordo con le persone che ti circondano in un determinato fascio d'età.

I maturi non li vogliono nessuno. Troppo complicati, forse?

E per quanto vorrei riuscire a stare sola per sempre, ho bisogno di un contatto umano, anche il più stupido. E fa schifo, dannatamente schifo, perché potrei avere di più e mi accontento di poco e lascio che tutto scorra talmente lentamente che anch'io sto morendo nella mia stessa agonia.

E direi basta, ti direi basta, ma non posso e non riesco e non voglio. E semplicemente mi abbandono a quel mondo pieno di cazzate che mi fanno imbestialire e ascolto, come ho sempre fatto. E non parlo, come continuerò a fare.

E il mio futuro sarà quando gli altri, attorno a me, cresceranno come ho fatto io e continuerò a fare.

È difficile, credimi. Lo è tanto.
E fa male più di quanto tu immagini.

Non avere fretta di crescere, di diventare un astronauta e ritirarti per andare in pensione e pensare a...

(Ho detto niente cose negative)

Hai tempo e me.

Ti voglio bene, ricordalo.

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