Turning Page [Larry Stylinson || Italian Translation]

Parte II^

Louis è piuttosto sicuro che Harry lo stia evitando.

Lo capisce un giorno, quando per la prima volta, Harry non si presenta al No Name, e quando non lo trova a casa poco dopo – nonostante abbia bussato due volte.

''Hai sentito Harry?'' chiede a Niall il pomeriggio seguente, prima di mettersi a lavorare sul pezzo del giorno.

''In realtà è passato la scorsa sera dopo che sei andato via,'' dice il biondo, mentre passa un pezzo di stoffa sul bancone del bar.

Louis mostra il suo stupore inarcando le sopracciglia, ma eccetto quello, resta perfettamente immobile. La baia di Malaga non è così grande – è sicuro che se Harry gli fosse passato accanto la scorsa sera, se ne sarebbe accorto.

''Ha dovuto fare una di quelle riprese notturne,'' continua Niall, ignaro dei suoi pensieri. ''L'ho visto stamattina e sembrava esausto.''

Louis annuisce. ''Quindi è vivo.''

Niall scoppia a ridere, ignaro delle mille domande interiori che si sta ponendo Louis, quelle in cui si sta chiedendo se abbia rovinato irreparabilmente la loro amicizia dopo averlo rifiutato.

''Vivo e vegeto. Stanco probabilmente.''

''Giusto.'' Louis annuisce, costringendosi a pensare al lavoro che ha da fare. ''Vado a scrivere,'' dice fiaccamente, dirigendosi verso il suo solito tavolo.

Louis si sente in colpa, è questa la verità. Se fossero stati tre anni prima, sarebbe stato lui a chiedere a Harry di uscire con lui, prima ancora di presentarsi. Non avrebbe esitato. Ma quello non è più lui – quel ragazzo è scomparso la sera dell'incidente, e Louis non l'ha più ritrovato da allora.

Odia il fatto di sentirsi così in colpa, questa è la seconda verità. Louis Tomlinson non si preoccupa di piacere o meno alle persone, né di ferire i loro sentimenti. È stato così sin da ragazzino, non solo dall'incidente in macchina di quella sera. Ha una lingua tagliente e non gli importa se dei ragazzi meravigliosi non vogliono più essergli amici, né si chiede se abbia fatto qualcosa di sbagliato.

Non è da lui.

Eppure.

*

Il processo di scrittura di quella giornata è fiacco e Louis odia tutte le parole che ha messo su carta. Arriccia il labbro quando legge nuovamente il suo lavoro e poi chiude il suo portatile senza nemmeno salvare. Se il documento sarà ancora lì quando più tardi tornerà a lavorare, allora si occuperà di sistemarlo. In caso contrario, lo considererà un segno divino e comincerà di nuovo daccapo.

Saluta Niall mentre esce fuori dal locale, il sole ancora alto nel cielo. Si stringe le cinghie dello zaino, sentendo il peso del suo portatile contro la schiena.

Sta considerando l'idea di andare da Harry quando lo vede proprio camminare sull'altro lato della strada. Se deve essere onesto, non è Harry che vede all'inizio, ma la sua camicia – di un blu luminoso con sopra stampate delle palme, se non sta sbagliando. È difficile dirlo dal momento che il ragazzo entra in un negozio d'arte e scompare. Accade tutto così velocemente e prima di rendersene conto, Louis si ritrova ad attraversare la strada e puntare dritto verso Bliss Art, il negozio in questione.

Non può dire di essere entrato in così tanti negozi d'arte in vita sua. La scrittura è il suo unico sfogo creativo, ed anche quello, è solo una metafora del suo desiderio di usare i piedi.

Una volta entrato, cerca di intravedere Harry, perché non trova un'altra ragione valida per essere al Bliss Art. Cammina velocemente tra i corridoi, a malapena notando le persone accanto agli scaffali, intente ad osservare carte, stampe, lustrini, penne e matite colorate. All'improvviso, la camicia di Harry è tutto ciò che i suoi occhi riescono a vedere – un mare blu profondo con delle palme e le onde del mare che adesso riesce a vedere meglio, in contrasto con il paio di jeans neri che gli fasciano le gambe in un modo indecente.