PARTE PRIMA - II

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Dovremmo ogni notte chiamare noi stessi a rendere conto: quale debolezza ho vinto oggi? A quale passione mi sono opposto? A quale tentazione ho resistito? Quali virtù ho acquisito? Se l'uomo risponde "nessuna", il suo giorno può considerarsi vano. Il fuoco mette alla prova il ferro, ma la tentazione mette alla prova il giusto.

Sappiamo che, quando si concluse l'immonda tregua, Giovanna si recò a Compiègne per aiutare a difendere la città dall'assedio inglese e borgognone:

«Oggi, con una maggiore tendenza rispetto a qualunque altro giorno della mia vita, ho pensato che forse sarebbe stato meglio tornare a Domrémy.» La sera prima di partire, aveva esposto i suoi tentennamenti a un gruppo di uomini, tra cui c'era mio padre terreno.

«Se Goffredo di Buglione fosse tornato a casa durante l'assedio d'Antiochia, Gerusalemme non sarebbe stata liberata.» Egli mi rivelò di averle risposto in tal guisa.

«Per poi essere di nuovo persa. Non succederà forse lo stesso alla Francia?»

«Ma cosa dite, Pulcella? Avete già sentito voci molto più pure e autorevoli della mia che vi hanno assicurato il nostro definitivo trionfo.» Eppure la verità è che non c'è virtù così grande che possa essere al sicuro dalla tentazione. Cosicché anche Giovanna era stata assalita dal dubbio.

Lo superò perché non si tirò indietro, perché il sole risorse ed era ancora lì, accanto ai soldati.

Le notizie che giunsero tanto tempo dopo, prima sul suo giudizio e poi sul suo martirio, fecero piangere e singhiozzare mio padre, che per un pelo era scampato alla cattura e che per quello stesso pelo non perse la fede che con gran fatica aveva acquisito; nondimeno era già stato battezzato nel fuoco e la folata calda che gli lambì l'anima rimise ordine nelle acque gelide e caotiche che gli scuotevano il cuore.

Ei comprese che la suprema forza vive vicina alla tentazione, non lungi da essa. Non si sarebbe mai dimenticato dell'unica volta in cui era stato lui a risvegliare la Pulzella al volere di Dio. Proprio lui che per un lungo tempo era stato un debosciato, fintanto che non aveva conosciuto le due donne più importanti della sua vita, una simile ad Eva prima della caduta, l'altra a Maria, incinta di Dio senza tocco umano e la sola capace di impedire la definitiva discesa, poiché nel rigoglioso giardino gli mancava ancora l'essenziale, cioè la presenza del Signore.

Papà nacque a Savona, in una famiglia di artigiani, povera eppur dignitosa. Da molto giovane la sua brama era quella di conoscere il mondo (e pure le donne di diverse parti del mondo). Quindi perché non andare a Genova, dove avrebbe trovato di sicuro l'occasione per imbarcarsi verso Costantinopoli, verso la Babilonia o financo verso la Terra Santa (che domine Dio ci permetta un giorno di riaverla tra le nostre mani)?

Voleva farsi balestriere perché sapeva di uomini che avevano fatto fortuna sotto le loro rispettive bandiere. Aveva un amico a Savona che gli raccontava che un suo antenato, nato in Corsica, aveva lottato a Crécy sotto gli ordini di Ottone Doria. Ma codesto giovane non ebbe il fegato per emulare quel suo avo. Mio padre invece, pur non avendo alcun antenato illustre, partì col sangue che gli ribolliva. Sono tanti coloro che non son nobili di nascita, ma che hanno gentil animo, come apprenderemo da questa storia.

Vita e Tentazione di Giovanna d'ArcoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora