La Befana (versione noir) Parte 1

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<Andiamo collega>
Disse sorridendo la Befana alla sua amica.
<Questa notte, abbiamo una letterina particolare da esaudire>
Riprese a dire la Befana mentre saliva in sella alla sua scopa, seguita dalla fidata amica.
La strada era buia, tirava un forte vento non vi era neppure la luna a illuminare un poco la via.

 La strada era buia, tirava un forte vento non vi era neppure la luna a illuminare un poco la via

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Solo la notte vide quella tetra  figura avvicinarsi alla casa e suonare alla porta.
La collega sorrise vedendo il gesto educato della Befana, suonare alla porta era da lei!
Passarono alcuni minuti prima che la porta si apri', apparve un uomo assonnato con indosso solo il pantalone del pigiama.
A dorso nudo fissava la vecchia che aveva suonato alla porta.
<Ma che scherzo è questo.
Che vuoi vecchiaccia che suoni alla mia porta, Vatteneee>
Urlò l'individuo furioso di essere stato svegliato pure a un ora tarda della notte.
Fece  per sbattere la porta in faccia alla orribile vecchia, quando apparve dinanzi al suo viso una grossa scopa che lo colpì di netto sul muso facendolo cadere lungo e disteso a terra.
La Befana entrò in casa camminando sopra l'uomo svenuto a terra.
Dietro comparve la sua collega che insieme lo trascinarono nel letto, chiudendo prima bene a chiave la porta della casa.
L'uomo di svegliò un dolore alla testa lancinante.
Si sentiva un peso sul petto, faticava a respirare, si sentiva legato., era legato al letto.
Le braccia all'indietro con delle manette ai polsi lo tenevano fermo alle sbarre del letto a ottone.
I piedi uniti legati da una spessa corda.
Piano piano aprì gli occhi per scoprire che il peso che lo opprimeva altro non era che la vecchiaccia che era seduta a cavalluccio su di lui.
Il suo viso vicinissimo, sentiva il fiato pesante e puzzolente della anziana donna.
Sentiva brividi di paura  in tutto il corpo e iniziò a sudare.
<La Befana vien di notte, con le scarpe rotte, viene a portare botte e tanto dolore. >
Iniziò a cantinellare la arzilla Befana.
Rise e la risata fece accapponare la pelle all' uomo che disteso e legato era costretto a subire quella violenza.
<Entra dalla porta per assicurare che venga esaudita la letterina di una piccola bambina >
Continuava a cantare la Befana in faccia alla sua vittima.
<Lasciami andare, che vuoi psicopatica del cavolo, lasciami, lasciami maledetta. >
Urlava il giovane ormai conscio di avere a che fare con una squilibrata. Ricordò vagamente che era la notte del 6 gennaio.
Quella credeva di essere la  Befana!
Una vecchia squilibrata che andava in giro a terrorizzare la gente, lei è la sua collega, la vedeva in disparte che sorrideva soddisfatta godendosi la scena.
La Befana si raddrizzo' sul petto del uomo e tirò fuori dalla tasca della gonna una bella letterina.
La aprì e poi la mostro' al giovane.
<Guarda qui leggi, il nome sei tu, giusto
Maicol? >
L'uomo alzò leggermente il capo per mettere a fuoco lo scritto della lettera, sottolineato in rosso vi era scritto il suo nome   e cognome.
<Cara Befana, >
Iniziò a leggere la terrificante figura che  gli era seduta addosso.
<Io so che tu sei tanto buona con i bambini, vorrei che mi portassi, non doni di dolcetti, ma un dono più grande.
Io e la mamma abbiamo tanta paura, il mio papà è cattivo, ci picchia e anche se noi ci nascondiamo lui ci trova sempre
Cara Befana, puoi farmi come regalo che papà non ci faccia più male?
Solo questo ti chiedo
Con affetto la tua bimba preferita
Annette. >
Fini' di leggere la lettera.
Ora Maicol tremava, non riusciva a parlare.
Capiva solo di essere in balia di una vecchia che voleva fare giustizia, temeva ora per la sua vita.
Il suo cervello si era disconnesso,  ora era afflitto da emozioni contrastanti.
Era terrorizzato e il cuore impazzito che lo sentiva rimbombare dentro le orecchie.
La gola secca , sentiva la bile salire dallo stomaco.
Doveva vomitare.
Quando senti'un pizzico alla zona dell'inguine.

Celeste

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Celeste

Fine parte prima

Celeste:Racconti oscuriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora