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mina's pov

Consegnai il compito di matematica alla professoressa di corsa e guardai l'ora dal mio cellulare: "Sono in ritardo cazzo...come sempre" pensai.
Presi rapidamente la borsa con il cambio per l'ora di musica e corsi per i corridoi della scuola: la classe di danza si trovava dall'altra parte dell'istituto rispetto alla mia classe.

Arrivai all'entrata dell'aula di musica, passo sempre da quella classe prima di entrare nell'aula di danza solo per vedere lei.

So che potrà sembrare strano ma farmi vedere da lei è una delle cose che preferisco: i suoi occhi timidi che si poggiano sui miei delicatamente lanciandomi sguardi quasi impercettibili.

Percorsi rapidamente tutta la stanza senza accorgermi della sua presenza e me ne accorsi solo quando arrivai alla porta e guardai tutta l'aula per poi arrivare a lei: seduta in un angolo, con il suo solito libro e le sue solite cuffiette.
A volte mi chedevo se le togliesse, l'ho sempre vista ascoltare non so che musica con le sue cuffiette giallo canarino.
La guardai negli occhi, lei alzò gli occhi dal libro e ricambiò il mio sguardo accennando un sorriso.
Mi sembrò che il tempo si fosse fermato, non c'era niente o  nessuno oltre me e lei, il cuore iniziò a battermi in modo irregolare, come se avessi smesso di respirare...cosa che in effetti avevo fatto.
Dopo una ventina di secondi riprese a leggere il suo libro ed io approfittando della sua distrazione entrai nell'aula di danza.

Mi cambiai ed andai a lezione.
Nonostante fossi la migliore della classe sbagliai tutti i passi perché, ovviamente, non smettevo di pensare a lei: i suoi capelli corti che sembravano davvero soffici, i suoi grandi occhi nascosti da un paio di occhiali neri, il suo neo sotto le sue carnose labbra che a, parer mio, erano morbide come petali di rosa..."Mina Sharon Myoui che cosa stai pensando" mi dicevo mentre scuotevo la testa ascoltando il maestro "Quella ragazza non la conosci nemmeno, come fai a pensare queste cose"

Dopo le lezioni andai alla fermata dell'autobus che mi avrebbe portata a casa. Misi le cuffiette e feci partire una delle mie canzoni preferite Lady Writer dei Dire Streats.
Alzai lo sguardo e la vidi: era poggiata al palo della luce di fronte a me, girata di spalle.

Non ci eravamo mai avvicinate così tanto e soprattutto non l'avevo mai vista in piedi.
E qua vi starete chiedendo "ma siete a scuola insieme, come hai fatto a non vederla oltre che nelle ore di danza"
Semplice, siamo in due ale diverse della scuola, due mense diverse.
La nostra scuola è divisa a metà: l'ala nord e l'ala sud; lei sta nell'ala nord e io in quella sud.

Torniamo a lei davanti a me.
La osservai nei minimi dettagli: non era molto più bassa di me, mi arrivava circa al naso.
La immaginavo molto più piccola perché indossava felpe oversize che la rendevano minuscola.

Ad un certo punto prese il telefono ed alzò il volume della musica, ero davvero curiosa su che genere di musica ascoltasse, quindi per provare a sentire bloccai la mia musica, mi sporsi leggermente per vedere che canzone stesse ascoltando: Don Quixote dei 3racha.
Sorrisi soddisfatta perché dopo mesi riuscii a scoprire che ascoltasse con le sue cuffiette giallo canarino.

Arrivò l'autobus che mi costrinse a muovermi e a lasciarla lì.
Salendo sul mezzo la sentii emettere un gemito di sorpresa. Andai dritta fino all'ultima fila di posti e mi sedetti.
Inaspettatamente salì sul mio autobus e si sedette nel posto davanti al mio.
Riuscivo a sentire il profumo del suo shampoo: fragola e vaniglia.
Mi poggiai al finestrino e ripresi ad ascoltare la musica.

Mi stavo quasi per addormentare quando il suo telefono squillò.
"pronto"
bloccai la musica per sentire la sua voce.
"oh hey ciao bro...eh eh si si sto arrivando...aspetta era in via? COME VIA *via*?! TI RICHIAMO DOPO ASPETTA"
Si guardò intorno e con un gesto fulmineo si girò verso di me e mi chiese:
"sai per caso che via sia questa?"
Mi si bloccarono le parole sulla punta della lingua, la sua voce era così bella, mi mancò il respiro.
"v-via *via*" risposi timidamente, volevo sotterrarmi.
"sai per caso da dove si passi per arrivare qui?"
E mi mostrò un punto sulla mappa del cellulare.
"s-sì io abito lì vicino, se vuoi puoi scendere con me"
"CHE FAI MINA SEI PAZZA NON TI CONOSCE NEMMEN-"
"oh grazie magari"
Non credevo fosse successo davvero ma dovetti rispondere.
"figurati" riuscii a rispondere.

Prima della fermata le feci cenno di alzarsi e si alzò con un balzo.
Andammo verso le porte e scendemmo dall'autobus.
"che cosa ti porta da queste parti?" le chiesi.
"devo andare a casa di una mia amica, progetti scolastici"
"ah beh immagino"
"si chiama momo, hirai momo. La conosci?"

No non ci credo. è amica di momo, una delle mie migliori amiche da quando siamo piccole, dato che viviamo vicine.

"momo? sì, siamo amiche da quando siamo piccole"
"strano, non mi aveva mai parlato di te"
Credetti di aver sentito male, spalancai gli occhi.
"eh?"
"no nulla"
La vidi sorridere ed arrossire, sorridendo le vidi una fossetta di cui non sapevo nemmeno l'esistenza, sorrisi.

Camminammo ancora per pochi minuti fino a quando arrivammo davanti alla porta di casa Hirai.
"eccoci siamo arrivate" le dissi sorridendo.
"ah di già?" disse tranquillamente ma percepì la stessa sensazione di tristezza che provavo io.
"già, è stato un piacere accompagnarti...?"
"chaeyoung. grazie a te..."
"mina"

Salutai lei e Momo e tornai a casa.
Continuai a pensare alla sua risata tutta la sera, alla sua fossetta, al suo neo, al suo sorriso.
Stavo diventando pazza, pazza di una ragazza.
Io, conosciuta come Mina la ragazza che fa impazzire i ragazzi, stava invece impazzendo per una ragazza.
Non lo sapevo ancora che lei sarebbe stata il mio primo amore eccetera, credevo fosse normale quando si conosce una persona nuova.
Ma lei non era una persona nuova a caso.
Lei mi toglieva il fiato.

Ero pazza di lei.

black swan [michaeng]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora