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ho sempre sostenuto che per scrivere bene servisse provare emozioni estremamente travolgenti. che siano rabbia, tristezza, felicità... non importa: fanno da tramite tra le dita e il cuore. a questo punto non posso fare altro che chiedermi dove si siano incastrate le mie parole. non provo nulla. cammino come un vagabondo senza meta né ragione. 

vorrei sapere... le ho lasciate con te? le porti con te come un postino clandestino in giro per il mondo?

se sono lì, ti prego, rispediscile al proprietario. non fraintendere: anche se la maggior parte sono dedicate a te non è ancora il loro momento. sono fragili e devono ancora crescere tanto. te lo prometto, ti saranno restituite, ma solo quando saranno forti abbastanza da non essere spezzate dalle tue e avrò insegnato loro la strada di casa semmai non ti andasse di innaffiarle. lo capirei... sono impegnative e spesso devastanti; hanno un disperato e continuo bisogno di attenzioni e un eterno tempo di crescita.

sono tutto quello che ho.

a te, carissimo ladro, e  a quando aprirai gli occhi.

fino ad allora, buonanotte.


Salutami dall'alto prima di precipitareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora