Capitolo 2

46 10 3
                                    

Grease

«Faccio parte di una band heavy metal che si chiama 5 Seconds of Summer.» disse Ashton prima di prendere un lungo sorso della sua spremuta di limone; amava il sapore fortemente aspro di quell'agrume e quando qualcuno provava ad aggiungergli dello zucchero, lui usciva fuori di testa.
Michael credeva fosse quello il motivo di così tanta acidità certe volte.
«In che senso?» chiese il rosso una volta risvegliatosi dal suo stato di trance.
«Nel senso che hai la testa in un altro pianeta.» ribatté il castano, roteando gli occhi al cielo.
Erano arrivati da poco nella loro sala giochi preferita, all'interno di uno dei più visitati centri commerciali di Los Angeles: il Fashion Show Mall. Perché fosse la loro sala prediletta? Semplice. Al suo interno vi era ogni tipologia di gioco: dal Pac-Man anni '80 ai più moderni sistemi di realtà virtuale, dalle slot machine ai tavoli da biliardo e così via. "È come se fossimo appena entrati in un universo parallelo.. com'è che si chiama? Paradiso?" queste furono le parole esatte di Ashton la prima volta che misero piede in quel posto ed ora non c'era un sabato che non passassero chiusi lì dentro.

Michael sbuffò una piccola risata, mentre si incamminava verso il convertitore di gettoni con il moro al suo seguito, inserendovi una banconota da cinque dollari.
«Scusa, è che adesso mi sto immaginando uno degli Spliknot che, con tanto di maschera, annuncia a tutti i suoi fan di aver cambiato il nome della band in 5 Seconds of Summer.» ammise il più piccolo, chinandosi per raccogliere i gettoni che erano appena caduti nel box.

Ashton lo guardò confuso.
«E qual è il punto?» chiese, prendendo un altro sorso della sua spremuta d'agrume. Il tinto scrollò appena le spalle come se la risposta fosse scontata «Va bene per un gruppo di quindicenni che vogliono seguire le orme di Taylor Swift.. ma ci si aspetta un nome più cazzuto da una band metal rispetto a cinque secondi d'estate. Tutto qui,» disse guardandolo negli occhi per un istante, prima di andare verso l'unico tavolo da biliardo vuoto. Il suo migliore amico vi posò sul bordo il bicchiere ancora mezzo pieno, afferrando una stecca per entrambi.
«Io lo trovo un bel nome invece,»
Michael trattenne una risatina, prima di afferrare la stecca gentilmente porta da Ashton.
Per quanto il suo migliore amico potesse sembrare un duro, era solo apparenza. Era ancora impresso nella sua mente il ricordo del suo primo giorno al liceo: mentre girava per i corridoi, completamente spaesato e con la testa altrove, andò a sbattere contro questo alto ragazzo di secondo anno. Nonostante fosse più grande di lui di solo un anno, incuteva veramente timore. Bastarono un sorriso e la sua risatina acuta (o da pussy, come diceva Michael) per cambiare totalmente idea su di lui.
Certo, quando voleva sapeva pure atteggiarsi da bad boy, ma lo faceva solo quando la situazione lo richiedeva.

Ashton scosse la testa, sospirando: non era di questo che voleva parlare.
Una volta finito con la propria, passa il gesso a Michael per la punta della sua stecca, preparando le palle sul tavolo.
«In ogni caso, dimmi la verità Michael: pensavi a quel Luke, vero?»
Il rosso si schiarì la voce, riponendo il gessetto al suo posto, pronto a giocare.
«Potrei averlo cercato su Instagram.» ammise a bassa voce, lanciando un'occhiata rapida al moro che sembrò strozzarsi con la propria saliva.
«Tu cosa? Gli hai scritto?!» chiese Ashton con tono stridulo e sguardo stralunato.

Una volta tornato a casa la sera del suo compleanno, ovvero la settimana precedente, Michael cercò subito su ogni social network il nome dettogli dal cameriere. Per quanto lunga fu la ricerca, riuscì a trovare il suo account Instagram e Snapchat.

Michael scosse vivacemente la testa a quella assurda affermazione. Non ebbe neanche il coraggio di mandargli la richiesta di amicizia per paura di sembrare uno stalker, figurarsi scrivergli. Non se ne parlava.
«Ma che- Certo che no! Ho solo visto qualche foto..» ribatté il tinto, impugnando la stecca e piegandosi sul tavolo per sferrare il primo colpo e dare inizio alla partita.
«Quando?» continuò Ashton con le domande, portandosi indietro con una mano i riccioli che gli ricadevano sul volto; era da tutta la mattina che si lamentava e che rimpiangeva di non aver ricomprato il suo gel preferito per capelli.
Fa il giro del tavolo, decidendo di imbucare una mezza, mentre Michael aspetta con pazienza, riflettendo sulla sua domanda.
«Intendi quando ho visto il profilo per la prima volta o..»
Il rosso venne subito interrotto dal suo migliore amico che imbucò la palla, alzando poi lo sguardo su di lui.
«Cazzo Michael, non dirmi che te lo guardi ogni giorno!» sbottò il maggiore, emettendo un mugolio di disapprovazione quando il tinto abbassò lo sguardo, colpevole.

Burlesque ✘ mukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora