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Non ho ancora realizzato quella che sarebbe stata la mia sorte che il Segugio mi trascina via da quella sala e mi porta nella mia cabina dicendomi: "Prepara le tue cose, domani sarai sulla Terra".

"Le mie cose" , le mie cose?
Da quando ho delle mie cose?

Raccatto da terra la coperta e prendo due vestiti e li metto nello zaino che ho trovato sul pavimento.
Non c'è mai stato uno zaino nella mia cabina, chi lo ha messo lì?
Dentro trovo anche una torcia, una corda e un pacchetto di salamini.
Non so come mai lo abbiano riempito con queste cianfrusaglie ma evidentemente ci saranno utili.

Mi sento triste e incompresa, non voglio lasciare questo posto ma allo stesso tempo non vedo l'ora di andarmene.
Sulla Terra ci sono creature mostruose e un clima ostile.

Rimango sdraiata sul pavimento della mia cella quando sento bussare alla porta.
Mi alzo controvoglia e apro.
È Tom.

Tom.

All'improvviso la mia pelle si colora di rosso e inizio a sorridere come un ebete.
"Tu sei Emma giusto?".

Era l'unico, l'unico Segugio ad essere sempre stato gentile con noi.
Per questo era diverso.

"S-si sono io".
"La navicella per la Terra partirà domani mattina, hai ricevuto lo zaino?".

Come faceva a sapere dello zaino?

"Me lo ha mandato lei signore?" chiedo io titubante.
"Si, è da parte mia, avrai bisogno del suo contenuto, non perderlo mi raccomando".
"D'accordo, ne avrò la massima cura, grazie signore".
"Ho qui con me la lista degli altri detenuti che saranno mandati sulla Terra assieme a te, la vuoi vedere?"
"Si, grazie".

Mi passa un foglio ingiallito, quando leggo il primo nome già so che si prospetterà un viaggio disastroso.

"Ben Todd?".
Ben Todd.
Ma perché mai Ben Todd dovrebbe essere spedito con me sulla Terra? Cosa avrà fatto di così grave?
Tengo le mie domande per me, ripiego il foglio e lo riconsegno al bellissimo Tom, che velocemente mi saluta ed esce dalla mia cabina.
A questo punto voglio sapere perché Ben deve essere spedito.
Faccio mente locale e mi ricordo che la sua cabina è la 724, due piani sopra di me.
Approfitto del cambio di guardia e sgattaiolo su per le scale cercando di non farmi vedere da nessuno.
"Ehi! TU! Dove credi di andare mocciosetta?".
Si mette male, mi giro per rispondergli ma vedo Tom che cammina verso di lui con una mano alzata, poi mi guarda e mi fa un cenno con la testa per darmi il permesso per proseguire e dopodiché si ferma a parlare con il Segugio.
Continuo a correre su per le scale e arrivo davanti alla 724.
Qui busso con forza e quando la porta si apre vedo l'espressione di Ben parecchio accigliata e a dir poco sorpresa.
"Oh Emma Emma, che ci fai qui?" mi chiede sorridendomi e appoggiandosi contro la porta con la spalla.
"Sei nella lista di partenza per la Terra, cosa hai fatto?" gli chiedo nervosamente e tutto d'un fiato.
"Ah, quindi ti interessi di me eh?".
"No per niente, voglio solo cercare di rimanere viva una volta lì e so che con te nei paraggi sarà ancora più difficile".
"Sì, lo so, perché sarai distratta dalla mia stupefacente bellezza" mi risponde facendomi l'occhiolino.
"Uff come sei patetico, non montarti troppo e vai al sodo, perché vai sulla Terra, Ben?".
Ora voglio davvero saperlo, il fatto che lui sia insopportabile, superficiale e infantile non migliorerà affatto la situazione.
"Ho rubato".
"Rubato? e cosa hai rubato?".
"Ho rubato un'arma, un'arma nucleare, e questa potrebbe essere la nostra unica speranza di sopravvivenza sulla Terra, Emma".

"Spero tu stia scherzando Ben, sei forse impazzito?".
Lui mi guarda, mi sorride e mi dice sussurrandomi all'orecchio dopo essersi avvicinato: "Vedrai Emma, tutto andrà per il meglio, non avere paura".
Un brivido mi attraversa e dentro di me si accende come un fuoco che ha origine proprio nel petto.
No, no, no, non posso permettermi di innamorarmi proprio adesso.
"Sì, come no, ci vediamo Ben", lo saluto con un cenno della testa e torno di corsa nella mia cabina, ripensando a quello che mi ha detto poco prima.

La notte faccio parecchia fatica ad addormentarmi, sono tormentata dal pensiero della partenza e le parole di Ben mi hanno colpito a fondo tanto che non riesco a quantificare nemmeno lo scorrere del tempo.
"Forza! Giù dalle brande! I seguenti prigionieri sono attesi con urgenza nell'arena, portino con loro tutto quello che hanno!".
Subito dopo la porta della cabina si spalanca di colpo e vedo Ben che mi prende per un braccio e mi trascina giù dal letto, o meglio, da quella specie di letto su cui sono abituata a dormire.
"Ouch ma che fai?" gli urlo di rimando, lui in risposta mi tappa la bocca con una mano, mi solleva di peso e mi porta nell'arena.
Mi dimeno dalla sua stretta potente ma tutti i miei tentativi sono vani.
Appena mi appoggia a terra lo guardo dritto negli occhi e poi gli sbraito contro: "Oh ma che diavolo hai?".
"Shhh, Emma zitta un secondo".
"Cosa? Perché dovrei starmene zitta?".
"Certo che proprio non capisci eh, sulla Terra ci spediranno comunque, tanto vale essere puntuali.".

Ah, ora capivo.
Quando si veniva chiamati per il trasporto terrestre, se il prigioniero interessato non si presentava entro 15 minuti, rischiava grosso.
Nessuno sapeva esattamente che cosa i Segugi facevano ai ritardatari, solo, nessuno li vedeva più.

"Ok Ben, e ora che siamo qui in perfetto orario, anzi direi con ben 13 minuti di anticipo rispetto alla nostra probabile misteriosa scomparsa, che vuoi fare?".
Non avrei dovuto fare quella domanda.
"E tu, Emma, cosa vorresti fare?".
Ben mi guarda dall'alto in basso e mi sorride.
"Ma finiscila razza di idiota!".

Mi siedo per terra, in attesa, e dopo poco veniamo caricati sulla navicella.
Ci fanno sistemare in una lunga fila indiana, Ben è dietro di me e davanti ho una ragazza alta e bionda.
L'entrata della navicella è piccola e tutti ci dobbiamo abbassare per non picchiare la testa.
C'è una gran puzza di marcio e tutto il pavimento è cosparso di sporcizia.
Entriamo.
È buia, solo delle luci sul soffitto e luci rosse lampeggianti sulle pareti illuminano a malapena il piccolo spazio in cui siamo.
Ben è di fianco a me adesso non so chi altro ci sia con noi, vedo solo la ragazza bionda dall'altra parte della navicella.
Ad un tratto ho paura, ho paura di quello che succederà, e di quello che mi aspetta sulla Terra.
Sento il braccio di Ben avvolgermi le spalle con aria protettiva, mi stringe a sé e io non posso fare altro che chiudere le mie braccia attorno al suo corpo.
Mi sento al sicuro accanto a lui e per la prima volta sono contenta di avere qualcuno.

Per un secondo mi lascio trasportare da quelli che sono i miei sentimenti e i miei pensieri, poi mi rendo conto che è Ben che ho di fianco e allora mi stacco delicatamente.

Lui mi guarda, un po' deluso.
"Emma, stammi vicino" mi dice.
Non riesco proprio a capirmi, a volte sono così insopportabile e cattiva con lui e altre invece sono così dolce.

Un forte rumore di fondo ci fa sobbalzare e sentiamo la navicella dentro cui viaggiamo alzarsi.
Ovviamente siamo tutti ammassati, senza cinture di sicurezza, né protezioni di altro tipo, così mi aggancio nuovamente a Ben e decido che quella sarà la mia posizione per tutto il resto del tragitto.

Guardo in su e vedo un sorriso spuntare sulle sue labbra, subito sorrido anche io.
Forse allora non lo odio poi così tanto.

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