quattro

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Un forte boato mi riscuote da quello che era diventato il mio momento di pace.
Mi aggrappo a Ben per non rischiare di cadere, dall'interno della navicella una voce ci ordina di uscire.
Non so quanto sia stato lungo il tragitto, non me ne sono resa conto, probabilmente stare di fianco a Ben mi ha fatto perdere la cognizione del tempo.
Una porta di fronte a noi si apre e una luce accecante mi illumina.
Con una mano mi copro il volto, siamo stati troppo tempo al buio e i miei occhi non sono più abituati alla luce del Sole.
Le persone dall'interno iniziano a spingere e in breve tempo ci troviamo fuori dalla navicella.
Sulla Terra.
Vengo sbalzata fuori con forza e atterro su un suolo erboso.
Ben mi prende per la maglietta e mi rimette in piedi.
"Muoviti, vieni Emma, non abbiamo tempo da perdere.".
"Ehi ma dove stiamo andando? Che fai?".
"Si scatenerà un putiferio quando scopriranno che la superficie terrestre non è abitabile".
Questa frase mi lascia stupefatta.
Come un secchio di acqua ghiacciata.
"C-come non è abitabile?".
"Esatto Emma, non è abitabile, ma se vieni con me non moriremo".
"E gli altri? Non possiamo lasciare che muoiano tutti".
Sono agitata, non sto capendo.
Come diavolo fa Ben a sapere che la superficie non è abitabile? E perché non vuole aiutare anche gli altri?
Ben mi trascina via dal gruppo che ormai si sta già disperdendo e ci inoltriamo nel fitto della foresta.
Mentre corriamo via ho modo di osservare tutto ciò che mi circonda.
Non è come ce lo avevano descritto sulla Luna.
È erboso, molto erboso, strani animaletti di piccola taglia ci seguono mentre davanti a noi si estende una grandissima giungla.
Alberi alti, più di cinquanta metri coprono tutto il territorio e raggi del Sole filtrano debolmente dalle fronde.
La navicella era atterrata in una landa erbosa, che si estendeva per poco, noi eravamo già entrati nella fitta foresta, lasciandoci alle spalle tutto quello che era il nostro passato.
Continuiamo a correre, ormai non sentiamo neanche più le voci dei nostri compagni.
Siamo solo io e Ben, la sua mano tiene stretta la mia e non la lascia andare.
Ad un certo punto Ben si ferma di colpo e io vado a sbattergli contro.
Si guarda attorno furtivo e dopo di che solleva un grosso tronco e si infila nella stretta apertura che si era creata di fronte a noi.
Subito mi tira dietro di sé e insieme ci addentriamo in quella che è una grotta enorme e vastissima.
"Ben, sto...".
Non faccio a tempo a finire la frase che una mano mi tira verso l'alto con forza.
"Emma svegliati un po', con la faccia deformata poi non so se mi piaceresti ancora".
Ben ha appena evitato una mia imminente caduta.
Di nuovo.
È così seccante tutto questo mio essere così impacciata.
"Ehm.. grazie Ben".
Lui mi fissa dritto negli occhi e mi sorride leggermente, poi mi prende per mano: "Seguimi".
Tengo la mia mano stretta nella sua e lo seguo. Mi guida all'interno della caverna enorme, vastissima e luminosa in cui eravamo entrati.
La luce proviene dal basso, non so come sia possibile ma è proprio così.
Illumina le rocce, che in base a come vengono colpite dai raggi luminosi creano tonalità di colori diverse.
Ed é qualcosa di meraviglioso.
"Oddio... ma questo posto...".
Non riesco a finire la frase che rischio una seconda volta di cadere, questa volta la colpa è di un ruscellino che scorre accanto ai miei piedi.
Per la terza volta Ben mi prende ed evita la mia caduta.
Le sue mani attorno ai miei fianchi che mi sostengono accendono una strana emozione, sto iniziando a provare qualcosa, credo.
Sento come un tornado muoversi dentro di me quando sono accanto a Ben.
È una sensazione che prima non avevo mai provato con nessuno.
Mi giro e lo guardo dritto negli occhi e il tempo sembra fermarsi.
Anche lui ricambia lo sguardo e nei suoi occhi celesti vedo un mondo di emozioni e la persona che non conosco ancora come vorrei che ho davanti, Ben.
Non lo avevo mai cercato, ma ora era lì, davanti a me.
Le sue mani che mi stringono dolcemente, i suoi capelli di un colore indistinto, un misto tra biondo e la tonalità che viene dopo, e poi il suo sorriso.
Quel sorriso, che mi accompagna da tempo ormai, ma che non riesco ad odiare.
Perché mi sono accorta che non odio niente di lui.

Ben ha sempre fatto parte della mia vita, era quella persona che cercava di provocare gli altri per vedere la loro reazione.
Il problema era che faceva tutto questo con il sorriso sulle labbra.
Perciò alla fine, nessuno lo detestava veramente.
Qualche volta delle liti con qualche ragazzo scoppiavano, ma in fondo è sempre stato un ragazzo con un cuore grande.
Si diceva che fosse sempre molto freddo e distaccato con tutti, che nessuno riusciva mai a guadagnare la sua fiducia.
Poi si scoprì che non era così: era semplicemente molto, molto solo.
E io mi sentivo sola esattamente come lui.

Rimaniamo così, a guardarci negli occhi, per un periodo che pare un'eternità, poi, appoggio le mie mani sopra alle sue, me afferro una, e proseguo a camminare lungo la grotta.
Si sente solo il rumore del ruscello che scorre accanto ai nostri piedi.
Attorno a me grandissime stalattiti e stalagmiti fuoriescono dalle pareti della caverna.
Piccoli roditori e marsupiali si aggirano tra le rocce, in allerta.
Continuo a camminare e dietro di me Ben mi segue, ancora tenendo stretta la mia mano.
Ad un certo punto mi ferma, di fronte ad un bivio.
"Di qua" mi dice sorridendo.
Rimango a bocca spalancata quando mi rendo conto che l'intera grotta non è altro che un enorme portale che conduce a una foresta sotterranea.

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