Parte 1.

650 39 3
                                    


Le mie mani stanno tremando.

Queste mie stesse mani piene di cicatrici, che hanno stretto la mia vecchia spada di Valyria e che non hanno tremato nemmeno di fronte all'assedio di Pyke, stanno tremando. Adesso.

Le mie mani stanno tremando.

Il mio cuore sta tremando.

La mia anima sta tremando.

Non riesco a vedere, il corridoio è troppo buio.

Ma io non voglio vedere, perchè so già che quel che i miei occhi vedranno mi trafiggerà il cuore come una lama infuocata.

So che alla fine di questa oscurità non troverò la luce. Alla fine di questa oscurità troverò due ametiste furenti su un volto di marmorea porcellana. La Khaleesi.

La mia Khaleesi, che /mia/ non è mai stata e non potrà mai essere.

Qualcosa mi si è bloccata in gola. Non riesco a respirare, l'aria mi manca nei polmoni, non riesco a parlare, non riesco nemmeno a pensare.

Lacrime.

Lacrime sulle mie palpebre.

Lacrime amare che mi solcano il viso.

Non posso piangere, non di fronte a lei. Lei non deve sospettare della mia debolezza interiore.

Intravedo la fine del tunnel, oltre c'è la scalinata di pietra grigia che porta al suo trono.

Ora la scorgo. Daenerys è seduta, composta e perfetta come la statua più bella che abbia mai visto in vita mia.

Sono nella grande sala. La luce che filtra dalle finestre mi assale e mi brucia sulla pelle anche attraverso i vestiti, facendomi socchiudere gli occhi ancora inumiditi dal mio dolore, dalla mia disperazione più cupa.

Giungo davanti al primo gradino, mi fermo. Alzo la testa e con mio stupore e disappunto noto che al fianco della mia Regina ci sono la sua ancella, Verme Grigio -il comandante degli Immacolati- e poi lui: l'uomo che in questo momento vorrei strozzare a mani nude, il cavaliere più valido dei Sette Regni, Ser Barristan Selmy.

La Khaleesi mi fissa, immobile. Non dice una parola, non sbatte nemmeno le ciglia. Il suo petto non segue alcun movimento di respirazione. Il mio invece, il mio è affaticato, ansima, il cuore che scalpita tra le costole, quasi volesse romperle per liberarsi dalla loro stretta.

Mi arrischio a salire alcuni gradini. Voglio avvicinarmi a lei. Voglio gridarle che l'amo.

Quando la poca distanza che ci divide viene considerata pericolosa, Verme Grigio e Ser Barristan mettono mano alle else delle loro spade.

Dunque, sono considerato alla stregua di un nemico..

Interrompo la mia scalata e porto le mie mani dietro la schiena, il capo reclinato a guardare il pavimento duro come il cuore della donna che mi siede di fronte.

C'è silenzio dentro questa mastodontica sala, un silenzio che incombe sulle mie spalle leggermente ricurve, un silenzio di cui riesco quasi a percepire il peso.

Vorrei riuscire ad avere l'ardore di alzare la testa, guardare Daenerys dritta negli occhi e sputarle in faccia tutta la verità, la stessa verità che adesso è in procinto di distruggermi.

La mia mente focalizza la scena, la immagina, la scorre come se stesse accadendo davvero, e per un solo attimo, mi assento dalla realtà che non promette altro che sventura.

"The Bear and the Maiden Fair."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora