NON AVRAI ALTRO DIO ALL'INFUORI DI ME
Marco's pov
È una bella giornata di metà marzo.
Dire che sono felice è poco. Tra poco più di una settimana, finalmente, sposerò la mia Anna, e io non vedo l'ora.
La nostra storia d'amore va avanti da più di due anni, ormai, e non avrei potuto immaginare di viverla in modo più perfetto di così.
E io l'adoro, Anna. Adoro i nostri giorni insieme, con lei che non ammetterà mai di trovare divertenti le mie battute, a cui però ride sempre, e la sua fissa per l'ordine sotto ogni aspetto.
Ci eravamo ripromessi di cambiare insieme, ed è quello che stiamo facendo. Aveva ragione lei, quella volta... abbiamo intrapreso un viaggio che non sappiamo dove ci porterà, ma il nostro futuro lo sappiamo, da dove inizia: davanti all'altare, con Don Matteo a unirci in matrimonio.
A tal proposito, Anna, meticolosa com'è, vorrebbe tenere sotto controllo ogni dettaglio, e stiamo cercando di incastrare i tavoli per la sala ricevimenti, anche se qualche intoppo resta. Un punto su cui ci stiamo beccando in questo momento: zia Carmela. È una sua zia di settantacinque anni, l'ho conosciuta quando Anna mi ha presentato alla sua famiglia per una sorta di rimpatriata, e la simpatica vecchietta si era rivelata l'anima della festa. Inutile dire che io la adoro. Anna insiste per metterla al tavolo con altri parenti, ma io ho un'idea diversa.
"No, io, zia Carmela la metterei al tavolo delle cugine, perché è logorroica, racconta le barzellette, mettia-"
"No! Non mi toccare i segnaposti..." Mi stoppa immediatamente la mia futura moglie, prendendomi il bigliettino di mano. "Una donna di settantacinque anni non può stare al tavolo con un ventenne, perché-"
Intervengo di nuovo, cercando di calmarla. "Ma stai serena! È una festa, non è Risiko... Salve!" Saluto Don Matteo, che si è appena avvicinato a noi con un sorriso sul volto.
"Allora, come va con la preparazione del matrimonio?"
Io non ho dubbi. "Benissimo!"
"Malissimo!", è però la risposta di Anna, che mi rivolge uno sguardo obliquo. Le accarezzo la schiena per tranquillizzarla.
"Ma sua madre e il maresciallo potrebbero darvi una mano!" Propone giustamente il parroco.
"Eh, certo, come no! Mia madre vuole che arrivi davanti alla chiesa con un cavallo bianco...!" Replica piccata Anna, in un tono eloquente che mi fa ridere. Ce l'ha a morte con lei per questa storia dei cavalli. Tra l'altro, è un punto di compromesso: Anna ha accettato di invitare zia Carmela a patto che sua madre limitasse le intrusioni nei preparativi. Non è che Anna odi la zia, eh... le dà fastidio il fatto che, pur avendo una nipote che fa il carabiniere, quella adori raccontare barzellette sull'Arma.
Ma tornando a noi...
"A proposito, tua madre e il maresciallo che fine hanno fatto?"
"Hai ragione! Vorrei saperlo anch'io..." Non fa in tempo a terminare la frase, che la mia futura suocera - oddio, quant'è strano dirlo - esce dal bar di Spartaco insieme a Cecchini. "Eccoli! Mamma, dov'eri?"
"Ero con il maresciallo..."
"Ci siamo presi una bibita..." Rispondono quasi in coro, dopo un cenno di saluto al parroco.
"Sì, ecco, perché noi volevamo dirti..." Inizia Elisa, ma Anna la blocca immediatamente.
"No, mamma, se si tratta del matrimonio non voglio paggetti, cavalli bianchi e carrozze!" Inveisce, alterata. Mi fa morire quando fa così.
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"Se non è così, ti prego, dimmelo adesso..."
FanfictionAncora una volta, con una citazione della fiction - stavolta del PM - i nostri Anna e Marco, con un finale diverso per la loro storia. Il titolo potrebbe variare. Grazie sempre a Martina per il brainstorming!