Non commettere adulterio
Anna's pov
Sono a casa di Cecchini.
Mia madre è partita per uno dei suoi soliti viaggi, ma stavolta non ha potuto lasciare il suo adorato Carlino (di nome e di fatto) a nessuna delle sue amiche o dei vicini, quindi ha incaricato il maresciallo di tenerlo.
Non lo ha mollato a me perché non credo che con Patatino andrebbe d'accordo - cioè, Patatino è buonissimo, è Carlino che è una piaga.
Comunque, non capisco perché ogni volta che Cecchini decide di mandare un video a mia madre, ci devo essere io. E non solo perché mi costringe a tenere il cane in braccio - ora pure il saluto con la zampa - ma anche perché lui mi dà l'impressione di essere uno di quei teenager che fa le vocine e usa nomignoli assurdi con la fidanzata, che guarda caso è mia madre. È terribilmente imbarazzante, e se mai qualcun altro dovesse vedere quei video oltre mamma, penso che per Cecchini non basterebbe un bunker antimissile contro di me, e io mi trasferirei su Plutone, come minimo.
Ma tu guarda cosa mi tocca fare per il bene di questi due, io, un Capitano dei Carabinieri!
E poi sarei io la delusione di mia madre, perché invece il loro comportamento è normalissimo...!
Okay, magari sto un po' esagerando, e forse (forse) sono un tantino gelosa di mia mamma, perché perfino lei è innamorata e felice.
Giuro, non vorrei né sentirmi così nei suoi confronti né tantomeno essere così acida col maresciallo, ma è difficile. È come se fossi intrappolata in una dimensione parallela in cui tutti intorno a me sono felici, e io no.
Un incubo.
Finalmente finiamo 'sto video ma, dannato cane, mi ritrovo sdraiata sul pavimento, dolore dappertutto.
Non voglio nemmeno sapere su cosa sono scivolata, so solo che la mia schiena mi ha dichiarato vendetta, e non solo quella.
Il mio intento di correre a fare una doccia è interrotto da una chiamata di Don Matteo, per un probabile tentato omicidio.
Assurdo come ovunque vada quel prete, si imbatta sempre in un caso da risolvere.
Manco fossimo a Caracas!
Quando raggiungiamo il luogo dell'aggressione, il teatro comunale, Don Matteo ci spiega cos'ha trovato.
"... e ha visto qualcuno entrare o uscire dal teatro?"
"No, c'era soltanto... Sara!"
La PM.
Mi impongo di mantenere la calma.
Non riuscirò mai a liberarmi di lei.
Dopo il periodo di malattia di Marco, in cui sono stata costretta a collaborare con la Procuratrice, pensavo che avrei avuto almeno un po' di tregua, ma evidentemente il karma ce l'ha con me.
Va bene che devo comportarmi civilmente con lei, è pur sempre il mio superiore, ma averla intorno non rende le cose facili.
E nemmeno il fatto che Marco stia accovacciato davanti a lei, seduta su una poltroncina mentre la medicano.
Non che la cosa mi sorprenda.
Se lascio da parte per un attimo tutto quello che è successo tra noi tre, quello davanti a me sarebbe semplicemente il Marco che conosco bene.
Una scena normalissima.
Mi ricordo ancora quando lo trovai nel mio ufficio, con Chiara, mentre tentava di consolarla perché mamma non ci sarebbe stata alla sua laurea.
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"Se non è così, ti prego, dimmelo adesso..."
Fiksi PenggemarAncora una volta, con una citazione della fiction - stavolta del PM - i nostri Anna e Marco, con un finale diverso per la loro storia. Il titolo potrebbe variare. Grazie sempre a Martina per il brainstorming!