Non desiderare la donna d'altri

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NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI

Marco's pov

Eccomi in caserma, mentre Zappavigna mi avvisa della segnalazione di Don Matteo di ieri sera in merito a un tentato femminicidio, o almeno questo sembra essere a giudicare dai primi indizi che abbiamo.

La ragazza è in ospedale al momento, in coma, quindi possiamo solo aspettare.

Io sono uscito presto, stamattina, soprattutto per evitare di incontrare Anna.

Abbiamo più o meno sistemato le cose dopo l'incidente del testamento con Sergio, anche perché lui ha anche detto ad Anna che avevamo parlato, prima, e che mi ero scusato per aver insinuato in lei il dubbio.

Cioè, per sistemato intendo che siamo tornati al patto iniziale di non belligeranza e tutto limitato al lavoro, niente di più. Non è che mi faccia piacere, ma non posso far altro.

In ogni caso, stamattina non l'ho ancora vista, e nemmeno Cecchini, che oltretutto è stranamente in forte ritardo.

So che Anna è andata a fare un ulteriore sopralluogo e che dovrebbe rientrare a breve, per cui decido di scendere e aspettare entrambi giù.

Trovo solo Cecchini, però.

Alzo gli occhi, notando che anche Anna c'è, ma a un tavolino del bar di Spartaco, intenta a salutare Ines e Sergio.

Un'ondata di gelosia sale in me, ma è presto sopraffatta dalla rassegnazione.

"Oramai stanno insieme... l'ho persa," mormoro al maresciallo, affranto.

È inutile che mi illuda ancora, anche perché in un certo senso sono stato io stesso a spingerla tra le braccia di Sergio, tradendola prima e scusandomi con lui poi, per aver portato Anna a credere cose non vere sul suo conto.

E se ora sono solo, a vivere come ospite fisso di Cecchini, terrorizzato dall'idea che trovarmi una nuova casa significhi mettere un punto a ogni possibilità che potrei avere di sistemare le cose con Anna, è solo colpa mia. Se lei è lì, a vivere felice quegli attimi di vita quotidiana con Sergio e Ines come se fossero già una famiglia, è colpa mia.

Il maresciallo però sembra distratto.

"Che ha detto?" mi chiede, e io ripeto la mia frase, ma lui mi guarda come se avessi detto chissà cosa.

"Ma che c'ha in bocca, un fischietto?" fa, spiazzandomi.

Ma che ha?

Anna ci raggiunge in fretta, un'espressione preoccupata in viso.

"Che cosa sta succedendo?"

"Niente, non so perché, mi parla così, strano..." mi accusa lui.

Anna mi rivolge uno sguardo sconcertato, incitandomi a parlare, per poi confermare, ovviamente, che sto parlando come sempre.

"Ma parla che sembra un animale preistorico!!" insiste Cecchini.

Noi siamo sempre più basiti.

"Lei la sente e a me, non riesce a sentirmi?" gli domando, alzando leggermente il tono della voce.

"Non devi gridare, non è che non ci sente!" mi rimprovera Anna, riportandomi per un istante ai nostri soliti battibecchi. "Maresciallo, quindi Lei, a me, mi sente, e Marco no, giusto?" indaga, cercando di capirci un po' di più, ma lui com'era ovvio, ipocondriaco com'è - chi se lo scorda, quello che ha combinato qualche anno fa con i tarli in casa - va nel panico più totale e sviene.

"Se non è così, ti prego, dimmelo adesso..."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora