Chapter Four?

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'Giovanni,Giovanni mi senti? Giova ma che cazzo ti è successo? Sembri in trance.' Sento il mio megliore amico chiamarmi, mi volto scosso.
'Tranquillo Andre va tutto bene sono solo stanco, forse è meglio che io vada' gli rispondo esitante. Esco dal ristorante dello chalet e una volta fuori mi sento subito meglio, sento l'aria fredda colpirmi il viso arrossato, sono accaldato, sento la tensione per  tutto il corpo, i muscoli contratti le pupille dilatate. In testa le peggio cose, una confusione unica.

Che diamine era appena successo, mi sono immaginato tutto? No, non è possibile, era tutto così reale eppure ero li sulla sedia e Andrea mi ha risvegliato, sembra proprio stessi vivendo un sogno ad occhi aperti. Un sogno già, come sarebbe potuto accadere realmente. Nonostante fosse solo mera immaginazione riesco ancora a percepire il peso- evidentemente mai esistito- delle sue labbra su di me e l'emozioni tornano prepotenti a squarciarmi lo stomaco. Sbuffo.
Porto la mia mano destra nella tasca del giaccone, rovisto per un po' e poi lo trovo, la mia unica consolazione: un pacchetto integro di sigarette pronte all'uso. Lentamente ne estraggo una e avvicinò l'accendino per accenderla, tira un po' di vento quindi porto una mano a coprire la fiamma prima di iniziare ad inspirare. Sento la gola e i polmoni in fiamme, il fumo che li impregna .della sua essenza , una sensazione orrenda, poi la nicotina inizia a fare il suo effetto e in un secondo sembra tutto tornare normale, senza preoccupazioni. Ho fumato la mia prima sigaretta ormai sei mesi fa, stavo affrontando un periodo difficile e, per quanto io odi il fumo mi sono lasciato tentare: ne avevo sentito tante riguardo alla direi quasi magica 'cura' della nicotina, che ti distrae da tutta la merda nel mondo. Per quanto l'idea non mi piacesse non sono riuscito a resistere e così ne ho accesa una. Come mi aspettavo la prima volta fu abbastanza traumatica: tutto bruciava e non capivo un cazzo, il fumo mi stava letteralmente facendo ardere. Iniziai a tossire fortissimo, dovetti bere diversi bicchieri d'acqua per calmarmi. Ci riprovai solo due settimane dopo, la tosse si placò un poco e lentamente iniziai a farci l'abitudine; certo non adoravo farlo, infatti mi costrinsi a darmi una regola: solo nelle situazioni realmente stressanti, massimo una volta al giorno nei periodi più difficili. Ma servirono.
Mi aiutarono. E il tabaccaio divenne lentamente uno dei miei più cari conoscenti.
Nessuno era a conoscenza di questo mio piccolo passatempo e nessuno doveva scoprirlo, mi avrebbero fatto schifo i discorsi moralisti.
Inspiro ed espiro ancora qualche volta fino a quando non sento una mano sulla spalla scuotermi dai miei pensieri, mi giro di scatto dimenticando la sigaretta fra le dita.
'Andrea, cosa ci fai qui.'
'Non so, suppongo volessi solamente vedere come stavi, ti sei comportato in modo strano li dentro'
'Tranquillo non è niente, non preoccuparti, sono solo molto stanco.' L'idea di lui che si preoccupa per me mi alletta molto, è interessante e strana al contempo, insomma stiamo parlando di Andrea.
'Giova ma quella è una sigaretta?'
Sussurro un 'oh merda' per poi rispondergli:
'Yep, credo che tu riesca a riconoscerla, no? Non ti credevo così stupido.' Sorrisi sarcastico e con un sopracciglio inarcato all'insù.
'Divertente, comunque tranquillo sai che non ti verrò qui a dire cosa fare o meno, non sono il tipo e francamente non mi interessa.'
Annuisco e torno a fumare 'Ne vuoi provare una?'
'No grazie, sto a posto così'
'Come vuoi'
Do' un'ultimo tiro e poi la spengo e appoggiò sul portacenere sul tavolino affianco.
'Io vorrei andare a casa, se tu vuoi restare, fatti poi accompagnare da Leonardo'
'No vengo'

'Ok'

'Ok'

'Andre  torna dentro a salutarli almeno, saranno preoccupati, io ho già fatto, beh... se quello si può chiamare saluto' ridacchiai
'Bene' rispose solamente

Venticinque minuti dopo ci troviamo sulla porta di casa mia.
'Vieni, o...?'
'Vorrei venire con te, per te Giova ma non sono eccitato e-'
'ANDREA!'
'Oh si, urla il mio nome piccolo' ride lasciandomi un'occhiata maliziosa.
'STATTI ZITTO PORCA DI QUELLA PUTTANA, GRASSI! TI SPACCO IN DUE' lui alza un sopracciglio pronto a ribattere con qualche altra patetica battuta maliziosa ma poi lo guardo torvo e lui torna tranquillo.
'Avanti scherzavo Giova, non prendertela' disse con un sorriso.
Lo guardo male per un ultima volta, poi sbuffo.
Faccio un mezzo sorriso. 'Buonanotte Grassi'
Lui mi sorride poi torna estremamente serio e mi si avvicina, lo guardo confuso.
Avvicina il suo volto al mio, mi prende il mento e mi alza leggermente il viso. Verde e azzurro, azzurro e verde questo è tutto ciò che vedo. Sento i nasi sfiorarsi e il suo respiro sulla pelle. Penso stia per farlo, per baciarmi, la vicinanza mi fa arrossire e provare una serie di fortissime emozioni. Sento le ginocchia cedermi e il respiro farsi più spedito. Le farfalle nello stomaco impazzite.
Fa qualcosa, baciami! O staccati prima che io perda il controllo, penso. Non so quanto mi ci sia voluto per calmare gli ormoni e evitare di fiondarmi sulle sue labbra che sembrano così, morbide, perfette, dolci, vorrei conoscerne il vero sapore.
Non accade nulla, lui scuote la testa si allontana di poco mi da un bacio sull'angolo della bocca -inaspettato- e se ne va, non prima di aver pronunciato un 'Buonanotte Leveghi'

Ora davanti a me vedo solo le sue spalle e nel buio della notte mi appresto ad accendere la mia seconda sigaretta; ho infranto la mia regola, ma cosa posso farci: quando c'è di mezzo lui tutti i miei buoni propositi spariscono e la mia testa torna ad essere un casino. Il migliore, però.

Dreamers, Do you want to play? |CAMPERKILLER (Remake/ Continuo) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora