三|03

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ーtrouble maker, 惛怓

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trouble maker, 惛怓


quella notte Jaemin si rigirava senza pace tra le lenzuola del suo soffice letto, dato il suo mancato tentativo di riuscire a prendere sonno.

solitamente avrebbe parlato con Renjun (la soave voce dell'amico lo aiutava ad assopirsi), ma ciò non era possibile perché il maggiore aveva ricevuto un invito ad un colloquio di lavoro nel campo musicale dopo la sua esibizione al la nuit.

così stabilì di alzarsi per bere un bicchier d'acqua, sperando che avrebbe cambiato la sua situazione in qualche modo, ma quando entrò nella cucina open space assistì ad una scena poco piacevole per i suoi occhi ー un languido Jeno, ranicchiato su se stesso e appoggiato ad un mobile, con qualche lacrima che rigava le sue candide gote. appena sollevò lo sguardo un flebile sorriso apparve sulle sue labbra.

"seriamente, mi hai visto piangere più tu in cinque mesi che chiunque altro." lo informò, mentre utilizzava le maniche della sua maglia come fazzoletto improvvisato per asciugarsi il viso. "dio, mi sento così miserabile." enunciò, tornando a fissare il pavimento con sguardo vuoto intanto che Jaemin si avvicinava al castano, sedendosi di fianco a lui.

"non è un problema, tutti piangiamo. di certo non smetterai di essere la mia persona preferita dopo aver scoperto che sei un piagnucolone." disse, le labbra curvarsi verso l'alto dopo che posò il suo braccio sulle spalle dell'altro ragazzo delicatamente, facendo toccare le loro teste prima di continuare a parlare.

"quello che mi turba invece è perché ti stai commiserando sul pavimento sporco della cucina alle tre di notte."

il castano fece sprofondare la sua testa sulla spalla dell'altro prima di sbuffare tristemente.

"immagino tu ti sia già chiesto perché il figlio di una delle famiglie più influenti della città stesse cercando un appartamento e non vivesse in una specie di reggia in riva al mare o chissà cosa..."

fece una breve pausa prima di continuare, gli occhi ritornavano lucidi.

"in pratica sono stato cacciato, sì. appena ho detto a mio padre che non mi interessano le ragazze, non ci ha pensato due volte a farmi fare le valigie."

singhiozzo.

il biondo strinse più forte Jeno tentando di consolarlo, lo trattava come se fosse di vetro, aveva paura di ferire il ragazzo.

"così ora non ho nessuno."

la sua voce si affievoliva sempre di più, ormai aveva ricominciato a piangere.

"non dire così, Jeno. hai me, hai Renjun... giuro che se vedessi tuo padre ioー" sibilava minaccioso, alzando il braccio e mimando un pugno. "così, sulla sua faccia!"

"verresti arrestato sul momento." disse il castano ridacchiando debolmente.

rimasero qualche minuto abbracciati, il silenzio confortevole li avvolgeva facendoli sentire a loro agio valendo più di mille parole. si sentivano in qualche modo completi, come se i loro problemi fossero scomparsi.

"allora, che ne dici se domani andiamo al luna park per divertirci, mh?" propose Jaemin. Jeno non esitò a rispondere.

"sarebbe fantastico."

"bene, allora andiamo a dormire così saremo belli e riposati per domani!" si sollevò recuperando le forze che gli erano rimaste e tese una mano al castano per aiutarlo a fare lo stesso. dopo di che, nonostante il contatto delle loro mani non fosse più necessario, nessuno dei due accennava a lasciarle andare.

"e se ti chiedessi di dormire con te stanotte?" chiese incerto Jeno.

"ti direi che non perdi mai l'occasione di farlo, ma alla fine accetterei."

così si avviarono verso la camera di Jaemin per poter continuare la loro piccola "tradizione".

🎐

il giorno successivo, i due non persero tempo a intraprendere il loro viaggio al luna park.

camminavano a passo rilassato, le insegne neon delle giostre illuminavano i loro volti e l'odore di zucchero filato li addolciva.

passeggiavano spalla a spalla e le loro mani talora sfregavano una contro l'altra, portandole inconsciamente a cercarsi e stringersi amorevolmente, facendo sorridere i ragazzi.

"aw, Jeno guarda che carino quell'orso di peluche!" esclamò Jaemin, puntando con l'indice l'orsacchiotto in uno degli stand.

"aspetta qui." disse il castano dirigendosi verso la bancarella e vincendo il premio sparando alle lattine consumate poste sulle mensole, successivamente tornò con il peluche in una mano e un sorriso sul volto, porgendo ciò che aveva vinto al biondo.

"cliché, ma lo adoro lo stesso."

i due fecero qualche corsa, non dimenticando la ruota panoramica, dove (piuttosto che osservare il paesaggio) ammiravano a vicenda i loro visi rosei.

ora stavano facendo un giro sulle rive di un fiumiciattolo, non tanto lontano.

il chiaro di luna colpiva perfettamente Jeno, facendo brillare i suoi occhi e illuminando i suoi magnifici tratti. il biondo non riusciva a trattenere l'urgenza di posare un bacio sulle sue guance colorite ー e così cedette. il castano era stato preso alla sprovvista dal gesto, ma fece lo stesso velocemente.

impiegarono qualche minuto a perdersi uno negli occhi dell'altro, notando ogni piccola (im)perfezione nei loro volti e spostando lo sguardo rapidamente dalle iridi scure alle loro labbra carnose, esitando.

troppo stupidi per andare oltre.

troppo stupidi per ammettere i loro sentimenti.

"signore, crediamo proprio di averlo trovato. qual è la prossima mossa?"

"fategli credere di passarla liscia. poi agiremo."

𝙧𝙤𝙤𝙢𝙢𝙖𝙩𝙚𝙨 ⤿ₙₒₘᵢₙDove le storie prendono vita. Scoprilo ora