i want you by my side
so that i never feel alone again
milky chance - stolen dancepov nelson
ne:-no cesare, non sono stato io, è stata bea che mi ha lasciato.
c:-ti ha dato delle spiegazioni almeno?
ne:-sì, diciamo...
c:-che ti ha detto?-
non posso dirgli la verità, non me lo posso permettere, rovinerebbe tutto.
"mi ha detto che vedeva me affogare nei tuoi occhi ogni volta che ti guardavo, che si notavano tutti i sogni ad occhi aperti che facevo mentre ti stavo accanto, i battiti del cuore che acceleravano, il fiato corto."
sarebbe una cosa molto poetica...
cazzo, se è poetica!
potrei scriverci una canzone.
c:-nelson? ci sei?
ne:-cosa? ah sì, scusa, sono stanchino. comunque mi ha detto che si era annoiata, non voleva più stare con me perché ormai la sua vita era "troppo monotona", lasciandomi.cesare si mette improvvisamente a ridere.
perché ride? cosa c'è di buffo?c:-nelson, mi fai morire!
ne:-ma che t'è preso?
c:-non è vero.
ne:-non è vero cosa?
c:-fai il finto tonto? quello che hai detto, non è vero. secondo te non l'ho notato?in questo momento il mondo mi sta cadendo addosso.
sa tutto.
cazzo, sa tutto.ne:-cesi io... non so di cosa tu stia parla-
c:-sì che lo sai. sei matto per me. tutte le volte che mi vedi ti si intravedono le farfalle nello stomaco, le tue pupille si allargano, i tuoi pensieri si bloccano.
quando provi a comportarti come se io non ci fossi sei ancora più agitato. quando ti passo accanto, non importa quanto autocontrollo tu possieda, non importa cosa tu stia facendo, ottengo immediatamente la tua attenzione. sono sempre il tuo punto di riferimento, la tua stella polare, la tua bussola.-
mentre parla si sta pian piano avvicinando, ed io non riesco a muovermi, incantato dalle sue labbra.
-molto probabilmente non stai nemmeno seguendo il mio discorso, essendo troppo impegnato a divorarmi con gli occhi.-
è sempre più vicino.
la sua mano si appoggia nel mio collo, iniziando a salire fino a raggiungere i miei capelli, con l'altra, invece, mi tira a sé avvolgendomi.
-ed io non vedo l'ora di divorare qualcos'altro.-
siamo sempre più vicini.
i nostri visi sono ad un centimetro di distanza.
lui è tutti i miei sogni, tutte le mie fantasie, tutte le mie notti insonni.
chiudo gli occhi e...li riapro.
è scomparso.
è scomparso?
cosa... come cazzo è possibile?
era vero! era tutto vero! i miei sogni stavano per essere realizzati!
lo avrebbero fatto, i miei sogni.
mi hanno ingannato di nuovo, i miei sogni.
-cazzo.- dico raucamente.
mi siedo, stropicciandomi gli occhi.
ci metto un po' a capire che sono nello studio di space valley, e dopo averlo fatto mi passo le mani tra i capelli quasi come segno di rassegnazione.
accendo il telefono e la luce che emana mi stordisce.
sono circa le 3:30 di notte.
ho sonno, voglio dormire.
improvvisamente, però, un rumore secco richiama la mia attenzione.
viene dalla porta: qualcuno la sta scassinando.
preso dal panico, mi armo di un coltello mezzo rotto per il pollo e mi chiudo nel bagno.
che cazzo faccio? mi sto cacando sotto.
chi posso chiamare?
a quella domanda, la persona che mi viene in mente è ormai quella che vive tra i miei pensieri.c:-pronto, nelson?
ne:-cesare! cazzo meno male che sei sveglio.
c:-be' in realtà no, mi sono appena svegliato.-
la sua voce è impastata dal sonno, ed è adorabile.
sì, ma non è il momento.
ne:-c'è qualcuno che vuole entrare in studio.
c:-merda.
ne:-dici bene.
c:-hai chiamato la polizia?-
la polizia.
la fottuta polizia.
com'è possibile dimenticarsi della polizia in una situazione del genere?
ne:-sì, arrivano.
c:-okay, bene. sto arrivando pure io, rimani al sicuro.ho mentito, giusto, bella mossa.
adesso però devo chiamarla la polizia.pov cesare
nelson è in pericolo.
nelson è in pericolo.
nelson è in pericolo.questa fottuta frase mi balena in testa da quando sono partito.
se gli capitasse qualcosa di grave, non potrei sopportarlo.
ho troppe cose da dirgli, fiumi di parole, discorsi mai fatti ma pianificati.
non posso portare tutto questo peso nella tomba.
perché voglio che lui sappia quello che provo.
perché lo voglio dalla mia parte, cosicché io non sia più solo.parcheggio frettoloso davanti allo studio e, sceso dall'auto, inizio a correre.
corro, corro, corro.
sembra una distanza interminabile, quella che mi separa dalla meta.
finalmente arrivo nello studio.
quando apro la porta vedo nelson appoggiato al divano, assieme al coltello per il pollo e al sangue che gli sgorga dal naso.c:-merda!
ne:-ciao.
c:-che cazzo è successo?
ne:-le ho prese.
c:-lo vedo! la polizia? dov'è?
ne:-sta arrivando, spero.senza indugio, mi munisco di ghiaccio, di cotone impregnato di disinfettante e ritorno da lui.
mi siedo e glielo appoggio delicatamente sulla mandibola arrossata, mentre con l'altra mano cerco di pulire il sangue che si sta pian piano incrostando ai margini del suo naso.ne:-scusa se ti ho disturbato.-
dice con un'espressione mortificata in volto.
c:-non ti preoccupare, non è niente.
ne:-avresti potuto dormire...
c:-lo so, ma è meglio essere qui.-
dopo la mia affermazione, sgrana gli occhi per una frazione di secondo.
-piuttosto, la polizia quanto cazzo ci mette ad arrivare? cioè, a rigor di logica sarebbe dovuta arrivare prima di me, no?
ne:-sì, se l'avessi chiamata prima sì.-
cosa?
c:-cosa?
ne:-cesare io... io ho chiamato prima te.
c:-perché?
ne:-non lo so... sarà stato l'istinto, saranno state le mie mani che ormai hanno il tuo numero stampato sulle dita, però ho chiamato te. quando ci sei mi sento al sicuro, mi sento a mio agio.
ormai sei un po' il posto in cui mi sento a casa, una spalla su cui piangere, un'opinione su cui posso contare.
quindi, sul momento, è stato naturale.-
per un attimo sono stato attraversato da un brivido.
anche se molto semplici, potrei sentire quelle parole per ore ed ore, senza mai stancarmi, senza mai pensare che siano banali.
tremante, abbasso le mani e gliele appoggio sulle cosce.
il mio subconscio ha bisogno di certezze.
io ho bisogno di certezze.
c:-lo pensi davvero?
ne:-come non mai.il contatto tra le nostre labbra è la sicurezza che stavo cercando, che stavo bramando.
non lo so, sarà stata l'atmosfera, l'adrenalina, le sue guance rosee o l'odore del suo deodorante alla pesca, ma finalmente ho colmato i miei vuoti, ho allargato i miei orizzonti.
inaspettatamente, bussano alla porta.
ci stacchiamo da quel bacio, ansimanti.
continuiamo a guardarci negli occhi, finché non sento delle voci provenire dall'esterno, che mi riportano alla realtà.
mi alzo controvoglia e vado verso la porta.
prima di aprire guardo nelson: sta sorridendo.
lo ripago con la stessa moneta, poi la spalanco.ciao.
mi scuso per la mia assenza, ma ecco il nuovo capitolo.
se avete delle domande e/o se notate degli errori ortografici o roba del genere, sono tutt'orecchi.
vi voglio bene.
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amore? || nicario
Fanfictiondario x nicolas. le immagini all'inizio dei capitoli sono state realizzate da rupi kaur.