Capitolo 3 Waste not fresh tears over old griefs

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Sì che stupore e prudenza procedevano di pari passo, non vi nasconderò cosa pensai di cotanto mutamento. Una coltre d'aria fredda ed umida pareva impregnare quel luogo, conferendogli un'aura verginale ed incantata, sulla quale farebbe interpellarsi se – in un tempo oramai passato – calore e luce penetrarono mai la folta vegetazione.

Faticai a credere, invero, d'essere sotto il Borgo dei Non Morti.

Scendendo dei gradini, m'accostai alla parete coperta di muschio in quanto a sinistra v'era un dirupo. Arbusti ed alberi prosperavano sotto un leggero velo di nebbia e assieme a loro, qualcos'altro.
Vidi, appena aggirai la roccia, delle bizzarre creature che vagavano per la landa con dei movimenti lenti e goffi.
Essi palesavano una certa rilucenza, ma cosa avrebbero potuto essere? In vita mia mai vidi alcunché di simile. Parevano esser stati ricavati dal cristallo e seppure scolpiti senza alcuna grazia, ciò non impediva loro di muoversi.
Una sconosciuta varietà di golem a sé stante, immaginai.
Non appena mi rivelai ai loro occhi, cosa della quale non credo disponessero, uno si volse e cominciò a dirigermisi contro.
Con movimento rapido e deciso, mi misi in guardia ma prima che potessi anche solo menare un attacco, questi saltò.

Mai immaginai, vista la sua mole, che vi riuscisse.

Sfuggii gettandomi lateralmente e trovandomi alle sue spalle, conseguii un brutale taglio dall'alto che ne fracassò il corpo di cristallo.
Appena feci per estrarre l'arma, anziché vederlo svanire, questo venne colpito da ciò che pareva un violento getto d'acqua.
Pur avendo notevole equilibrio, l'urto mi sospinse poco più distante e scoprii che gli indumenti sotto l'armatura erano bagnati fradici.
M'issai nuovamente in piedi ed oltre i golem e gli alberi, notai che nel poco distante lago vi era qualcosa.

Non credetti a ciò che vidi! Le creature di cristallo in confronto impallidivano dinanzi a cotanta magnificenza!

Un hydra a sette teste si ergeva bieco disposto ad assalire tutto ciò che gli andasse contro.
Durante i miei viaggi sì che mi imbattei in non poche bizzarrie, mi convinsi d'averle viste tutte ma di siffatta creatura – della quale ascoltai solamente delle gesta decantate – non ebbi mai fino ad ora il piacere di incontrarla! Quale onore!
Prima che potessi studiare un assalto efficace, questi attaccò cercando di travolgermi col suo getto che per buona sorte, evitai spostandomi rapidamente a sinistra.
E se la dea della fortuna mi arrise, dall'altra non lo fece in quanto, avanzando di non molti passi attirai l'attenzione di due creature di cristallo.
Una fece per darmi un colpo col braccio che con imprudenza, pensai non potesse recarmi alcun danno, fino a che non vidi l'arto estendersi come fosse un randello ispido di perigliosi aculei, l'altra invece saltò con l'intento di schiacciarmi.
Scansai entrambi gli attacchi per buona sorte, rotolando maldestramente avanti e prima che potessi anche solo sferrare un attacco, dovetti buttarmi nuovamente a terra giacché un altro getto d'acqua mi passò sopra il capo, colpendo le sventurate creature.
Di codeste oramai solamente una ne rimaneva, accanto alla riva del lago.

Ahimè, che fare?

Indubbiamente avrei dovuto annientare il golem, ch'era l'assillo minore, così che dopo potessi adoprarmi con tutte le mie forze per sconfiggere l'hydra.
Mi rimisi in piedi e non appena un nuovo fiotto mi veniva contro, lo scansavo con movimenti laterali e, aggirando arbusti ed alberi – che nel mentre venivano svellati – raggiunsi la creatura di cristallo contro la quale sferrai un taglio mediano che gli frantumò mezzo busto, facendolo cadere a terra per poi dissolversi.
Volsi lo sguardo verso quella che pareva la testa dominante dell'hydra e questa mi sibilò contro con veemenza.

«Vieni avanti, non ti temo bestia!»

Quasi come avesse compreso la smania nel volergli togliere la vita, questa mi venne contro con tutt'e sette le teste con l'intento di recarmi danno.
Vedendo quel momento di debolezza colsi l'occasione e, correndo verso esse sferrai un taglio dall'alto, decapitando una delle teste.
Con uno stridulo grido di dolore rialzò quelle rimanenti.
Seguendo i suoi istinti primordiali, accecata indubbiamente dall'ira e dal dolore, la bestia ripeté il suo attacco, conficcando le teste contro il terreno.
Sfuggii ad una fauce rotolando rapidamente poi menai violentemente più tagli mediani possibili e, vedendo che la lama aveva raggiunto l'osso, sferrai un altro possente colpo, staccandogli un altro capo.

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