Adottare un gatto

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Sono fuori nella sala d'aspetto della dottoressa, con ansia, da ormai 25 minuti, sto aspettando che qualcuno dica il mio nome. La settimana scorsa mi sono dovuta fare alcuni esami, perchè negli ultimi 2 mesi ho avuto dei dolori difficilmente ignorabili alla pancia. Inizialmente pensavo fossero solamente i classici dolori mestruali, ma
più si verificavano più notavo che non era così. Decisi appunto di andare a farmi un controllino, ed eccomi qui.

-Marconi- sento chiamare dalla reception- è il suo turno.

Con fermezza entro nella stanza.

-Accomodati pure Iolanda.

Ha la faccia di una classica dottoressa che porta cattive notizie.

-Ho visto i tuoi esami, non sono positivi.

Quelle parole sono state seguite da milioni di altre parole, la maggior parte erano termini scientifici che stavano ad indicare un cancro. 20 minuti di dialogo,per poi finire con la frase ''inizieremo le chemio al più presto''.

Esco dalla stanza della dottoressa. Ho la mente completamente annebbiata. Mi sento confusa,mi sembra di essere in un mondo parallelo. Ho 29 anni, in forma, almeno credevo, alta slanciata, sportiva e adesso anche malata.

Prima di darmi per vinta decido di fare altri controlli, sentire pareri di altri medici, così inizia la mia ricerca di luminari specializzati in cancro al colon.

Potrei definirla molto vasta, così decido di rifarmi da un punto e iniziare.

Diciamo che dalla maggior parte dei dottori del Nord America (Chicago, Boston, Seattle e Toronto) ho ricevuto la stessa risposta, cioè: cancro e chemio al più presto.

Decido di fare una pausa, mi fermo in un motel vicino Toronto, al quanto spartano devo dire, ma per una notte me lo faccio andare bene

Passo tutta la notte a girarmi e rigirarmi nel letto, mi sento il petto che mi va a fuoco, penso alla mia vita, a tutte le cose che ho fatto e a tutte le cose che ancora voglio fare, penso a tutte le soddisfazioni che ancora devo avere, e più ci penso più il bruciore al petto aumenta.

Mi metto a sedere, cerco nella borsa un pezzo di carta e una matita e inizio a scrivere, inizio a scrivere tutte le cose che ancora voglio fare, cosa voglio realizzare.

-Andare in Italia e visitare il posto dove sono nata

-Comprare una macchina

-Visitare il Giappone

-Imparare almeno altre 2 lingue

-Licenziarmi da lavoro e riuscire ad aprire il mio piccolo caffè letterario

-Innamorarmi follemente, senza freni

Sento che il bruciore sta passando, il miei muscoli si stanno rilassando, decido di distendermi e mettermi a dormire, per quanto possibile.

Il sole filtra dalle finestre, attraversando le tende ingiallite del Motel, mi alzo dal letto con un po' di affaticamento. Lentamente mi tolgo i vestiti e vado a fare una doccia.

Passata circa 40 minuti lascio la sontuosa camera che mi ha ospitato e chiamo un taxi, decido di fare una pausa dalla mia ricerca e di tornare a casa, inizio ad avere degli strani dolori, per me, normali, per la malattia.

Arriva il taxi.

-Buongiorno, Arch Street 34 Philadelphia.

E così finisce la mia avventura in giro per l'America.

Giunta a destinazione pago il tassista e, carica di delusioni e angustia, rientro nella mia adorata casa.

Mi distendo sul divano, inerme, lascio che tutte le mie paure, ansie e preoccupazioni mi sovrastino, per la prima volta in tutto questo viaggio penso veramente a ciò che sta per accadere. Non ho nessuno con cui parlarne, Ellie, una mia amica conosciuta in orfanotrofio, si trova dall'altra parte del mondo, Penso che vorrei tanto avere qui i miei genitori, sono morti in un incidente dopo poco che ci siamo trasferiti in America, sono completamente sola.

Mi sento vuota, come una bottega di una località di mare in inverno.

Inizio a piangere, penso a cosa succederà tra qualche giorno e, che non ho nessuno al mio fianco da stringere nei momenti di dolore. Piango fino a collassare,fino ad essere esausta.

Mi sveglio ''ma quanto ho dormito?''. Sono le 19.40 decido di farmi un tè e di mettermi a guardare un film, in tv passano Ufficiale e Gentiluomo, ho sempre amato questo film, diciamo che amo le storie d'amore, diciamo che amo l'amore.

In 29 anni ho avuto le mie avventure, ho amato e sono stata amata, ma per una problematica o un'altra non andava mai, forse il problema ero io, o forse erano loro, ma sono giunta alla conclusione, che per prima, devo amarmi io, altrimenti non funziona mai, è grazie a queste relazioni, alcune tragiche, altre tossiche, ma anche altre meravigliose, io ho imparato ad amarmi. Adesso amo i miei capelli sempre arruffati,  il mio sorriso e i miei fianchi forse un po' troppo larghi per la società ma bellissimi per me.

L'unica cosa che non amo adesso è questo tumore.

Mi seggo sul divano a guardare Ufficiale e Gentiluomo, e come sempre, sul finale mi commuovo.

Mi metto il pigiama,  esausta, come se non dormissi da una vita. Tra due giorni rientro a lavoro, è già tanto se ho avuto due settimane di ferie.  

Mi metto a letto, penso che forse dovrei adottare un gatto.

Come una piuma di pavoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora