Prologo

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Mi sono ingannato.
Ho voluto convincermi che non potessero essere più feroci di così.
Diciassette anni, chiuso nella Torre, tra fiale ed esperimenti, mi hanno tenuto lontano da loro abbastanza da crederci.
Non avrei dovuto. Nessuno di noi avrebbe dovuto.
Non ho paura... no. Ma mi sento stanco. Quando abbatteranno la porta della fortezza e vi sciameranno dentro come locuste, troveranno il passaggio segreto, e quindi noi. Ma non ho paura. Vorrei solo che finisse presto, perché non posso vivere sapendo che il lavoro di quasi cento anni di studi è andato perduto. Era quella, la mia vita. 

Non so se queste pagine saranno risparmiate, quando appiccheranno il fuoco. Non ho dubbi che lo faranno, non lasceranno in piedi neppure una pietra. Li abbiamo sfidati, in un modo che non credevano possibile. E ci stanno ripagando, in un modo che noi non credevamo possibile.
Forse, avremmo potuto prevedere la loro reazione. In fondo, li conosciamo, o almeno è quello che abbiamo sempre pensato. Ma ogni previsione, per quanto pessimistica, sarebbe comunque stata di gran lunga inferiore a ciò che stiamo vivendo ora. Ad ogni modo, se per un caso fortuito o per volere di un qualche dio pietoso queste pagine rimarranno intatte e leggibili, desidero che almeno voi sappiate. Sappiate ogni cosa.
Non c'è abbastanza aria, qui dentro. Fratello Anthios non ha retto. Questa stanza è troppo angusta per tutti noi. È incredibile che ciò che rimane di un ordine imponente e glorioso come il nostro entri tutto in una stanza. È così angosciante, questo pensiero... anni di ricerche, sacrifici, generazioni di studiosi...
La Setta dei Guaritori.
Sarà mai ricordato, questo nome? O finirà in cenere, come i nostri cadaveri? Non merita questo destino. Quattro generazioni di Guaritori vi hanno dedicato tutto il loro impegno, le loro conoscenze, la loro stessa vita, per far trionfare la visione luminosa che la Setta desiderava realizzare. E ora, il mio unico desiderio è che questo sogno non vada perduto.
Che triste conclusione.
Il nostro ordine nacque quasi cento anni fa, fondato da un gruppo di guaritori che non poteva più sopportare di vedere gli uomini preda di questi animali. Esiste un momento in cui bisogna alzare la testa e combattere, soprattutto quando sai che la tua razza è legata inestricabilmente ai mostri più raccapriccianti che il mondo abbia mai conosciuto. Sapere che siamo gli unici in grado di far moltiplicare i Notturni era per quel gruppo di guaritori, ed è ancora oggi per tutti noi, motivo di intensa disperazione e rabbia furibonda. E dalla disperazione e dalla rabbia, dal desiderio di liberarci di loro, nacque la Setta, il cui unico scopo, che spero ai vostri occhi, ora, figli del futuro, possa giustificare le azioni orribili e i crimini di cui ci siamo macchiati, l'unico fine, dicevo, era impedire per sempre ai vampiri, i dannati della notte, di mutarci.
Quanto duramente si impegnarono in quel secolo le generazioni di guaritori! Quanto sudore, quanto sangue abbiamo versato, nostro e altrui, pur di veder realizzata quella magnifica visione di liberazione! Poiché, quale popolo sopravvive, se non può moltiplicarsi? Persino la loro eterna morte non poteva salvarli. Guidati dalla splendida luce di questo sogno, studiammo, sperimentammo, scoprimmo branche della scienza che mi auguro ci sopravvivano.
E poi, con la repentinità e la violenza di un fulmine, inaspettato e insperato, successe. Ricordo ancora il momento preciso in cui fratello Oleth venne da me, sconvolto dalla gioia, urlando di
correre, di affrettarmi, perché il miracolo si stava compiendo. Che giorno benedetto fu quello! Pareva quasi che il cielo ci stesse mandando un messaggio. Era troppo bello per essere vero. Ci eravamo riusciti? Dopo cento anni di studi ininterrotti, avevamo davvero realizzato questo meraviglioso sogno divino? Non osavamo nemmeno sperarlo. Eppure, quando mi avvicinai alle lenti ingrandenti, un'altra delle meravigliose scoperte di quegli anni illuminati, vidi come il germe vampiro di un umano appena morso, ma non ancora completamente mutato, soccombeva a contatto con le cellule di un umano puro. Esse plasmavano il germe a loro vantaggio. Era incredibile.
Dopo quel momento, fu un crescendo di eventi. Ancora scossi dalla meraviglia, creammo e distribuimmo un vaccino. Il primo vaccino contro il germe dei vampiri. Per tre anni vaccinammo e ne studiammo gli effetti miracolosi. Gli Immuni, così li abbiamo battezzati, erano straordinariamente forti. Avevano sviluppato una resistenza fisica che permetteva loro di non morire così facilmente come il resto degli umani, né di venire colpiti dalle più contagiose malattie, come l'epidemia di peste che ci sta straziando da quasi cinque anni. E ovviamente, non mutavano. Non sempre il morso uccide, ma se morivano, non divenivano figli di quelle bestie immonde.
Quali altre conseguenze il vaccino avrebbe avuto, non lo sapremo mai. Si può sfuggire al fato? Si può sfuggire alla schiavitù eterna? Ora so che la risposta è no, anche se per cento anni il mio ordine ha tentato di cambiarla. Gli esseri umani sono creature miserande e infelici, e lo saranno per sempre. I Notturni hanno un senso del tempo molto dilatato. Per noi, tre anni sono stati sufficienti a distribuire il vaccino e iniziare a studiarlo. Per loro, sono stati il tempo necessario ad accorgersi che quanto avevamo realizzato era molto più che un tentativo di respingerli o di combatterli. Stavamo cercando di estinguerli. E per quanto non siano altro che morti viventi, possiedono però un istinto di sopravvivenza e di conservazione più intenso e più forte di quello di qualsiasi altro animale. Non permetteranno mai a nessuna creatura, vivente e non, di distruggerli. E così, hanno deciso di distruggere noi.
Credo che una decisione simile debba esser stata a lungo discussa. Sono creature repellenti, bestiali, dannate e malvagie, incuranti del male che arrecano, sempre affamate e mai sazie. Ciononostante, per quanto sembri impossibile, non ci hanno mai mostrato la loro vera potenza distruttrice. È solo perché ce lo concedono, nel loro unico interesse, che noi uomini rimaniamo vivi, poiché solo mutandoci la loro razza sopravvive. Perciò, checché ne dica l'Alto Guaritore Nithael, continuo a pensare che la decisione di punirci non sia stata facile da prendere.
Ma sono vampiri. Simili incertezze hanno breve durata.
Ed è per questo motivo che io e un pugno di fratelli dell'ordine ci ritroviamo qui, ora, ultimi sopravvissuti dei Guaritori. Questa è la decima notte da che hanno iniziato lo sterminio. Mi chiedo quante altre notti dovranno passare, prima che si ritengano soddisfatti della punizione che ci stanno infliggendo. Stamattina, fratello Thereos mi ha comunicato la conta dei morti: seicentomila. Seicentomila persone sono state uccise finora. Guaritori, umani, Immuni. Nessuno sfugge alle loro devastazioni. Se esiste un dio, o anche più di uno, ora ti chiedo: perché hai permesso che scoprissimo la cura? Perché hai lasciato che assaggiassimo il miele dell'illusione della nostra liberazione? L'ignoranza sarebbe stata di gran lunga preferibile, se il prezzo da pagare per la conoscenza dev'essere così alto. 

Arrivano.
Si sentono i loro schiamazzi, i loro passi frettolosi sulle nostre teste. Il mio unico pensiero è nascondere queste pagine, perché non vadano perdute. Perché la nostra storia non vada perduta, insieme a tutto ciò che abbiamo fatto e in cui abbiamo creduto. Sappiate solo, figli del futuro, che ogni goccia di sangue che abbiamo versato, ogni sacrificio che abbiamo compiuto, ogni crimine di cui ci siamo macchiati, erano tutti volti alla liberazione degli uomini.
Hanno scoperto il passaggio.
I soldati di Sua Maestà muoiono. Sento le loro urla di sofferenza.
Ecco. C'è silenzio, fuori dalla porta.
Che possano riposare...
...oh, salvaci... li stanno mangiando... ci sono i gorgoglii e i suoni repellenti delle loro bocche dannate che mangiano! Che siate maledetti, Notturni! Che non possiate mai più trovare pace da oggi! Che il sangue di cui vi siete macchiati in queste dieci notti vi perseguiti per sempre!

Frammento 
dal diario del guaritore Aimond Niene 
Biblioteca Reale di Irnevia

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