Quella notte, stettero uno seduto di fronte all'altra.
«Che farò adesso?» gli chiese. Marcus non rispose. Carezzava lentamente Hati, pensando. Era una decisione difficile per lui. «Non voglio vivere con i vampiri» proseguì. La ragazza aveva avuto tempo per pensare e per tentare di rassegnarsi alla sua nuova condizione. Non poteva ancora accettare di essere una vampira, ma dopo quel tentato suicidio si era resa conto di non voler neanche morire.
«Non ti lascerò andare a vivere con loro» replicò Marcus. La ragazza si sentì intimamente sollevata nel sentirglielo dire. «Appena scopriranno la tua esistenza, faranno qualunque cosa per averti, e io non intendo concedere loro questo vantaggio.» La vampira aggrottò la fronte, confusa e spaventata. Marcus sollevò lo sguardo su di lei e tirò un sospiro. Si alzò, iniziando a passeggiare per la stanza.
«La loro stirpe si indebolisce» spiegò. «I vampiri invecchiano, le mutazioni umane sono eventi rari, ormai: non riescono a mandare avanti la loro gente. Sei il primo essere umano» proseguì poi, dopo una breve pausa «a venire mutato dopo diversi decenni. Il sangue umano è diventato troppo debole, soccombe a contatto con il germe vampiro. Ma tu sei stata mutata. E sei giovane, il tuo sangue è giovane, il germe del vampiro che scorre in te non è ancora forte». La ragazza lo fissava, un terribile sospetto stava prendendo forma nella sua mente. «E allo stato attuale, per mutare, gli umani devono essere infettati da un germe debole, non da uno forte.» Marcus la fissò intensamente, e allora il sospetto divenne certezza. La vampira si sentì percorrere da brividi di terrore. «Potresti essere in grado di dare vita a moltissimi vampiri, che è proprio ciò che il tuo popolo vuole. Saresti la loro salvezza» concluse, piatto. La ragazza, spaesata da quella rivelazione, rimase in silenzio per un po'.
«Non voglio stare da sola...» sussurrò poi, col capo chino. «Se mi trovassero, non saprei difendermi...» si strinse più forte nel mantello, come a proteggersi. A Marcus non sfuggì quel gesto, e in un attimo gli fu dolorosamente chiara la decisione da prendere. Osservò quella piccola creatura sperduta, catapultata in una notte in una esistenza cui non apparteneva, e che le riusciva impossibile da accettare.
«Uccidimi.»
Nel silenzio che regnava, quella parola cadde fragorosa come un masso. «Sei un Cacciatore di vampiri, non è così?» Marcus strinse i pugni, in silenzio. «Ho visto il tatuaggio sulla tua spalla.» spiegò. Deglutì, quindi alzò su di lui gli occhi verdi. «Non puoi permettere che una come me finisca nelle loro mani. Troverebbero il modo di convincermi a mutare chissà quante persone e io non sarò in grado di resistere.» La sua voce pareva forte e sicura, ma Marcus avvertì una nota di paura, in fondo alle sue parole. «Tu devi uccidermi. Lo devi fare per gli umani... e anche per me» sussurrò, chinando il capo. «Non riuscirei a vivere, sapendo di aver trasformato in mostridelle persone innocenti.»
Marcus la fissò intensamente. Come poteva considerarla una vampira? Un vampiro non diceva cose del genere. Per un vampiro, la sopravvivenza della stirpe era un istinto fondamentale, un desiderio profondo che prevaleva su qualunque altra cosa. Forse, cominciava a capire perché non riuscisse a ucciderla.
«Tu non vuoi morire, e io non voglio ucciderti.»
«È un tuo dovere, hai prestato giuramento per questo.» Marcus si sentì colpito dritto al cuore. Strinse i pugni, serrò la mascella. Lo sguardo s'indurì. Sì, lo sapeva. Se lo ripeteva continuamente, ma pronunciata da un'altra bocca, la sua colpa assumeva una veste ancora più ineluttabile.
«Fa' silenzio, ho deciso» disse, tentando di controllare la rabbia montante. Arrabbiato con se stesso, perché aveva commesso un errore grande quanto una montagna, salvandola. E con lei, perché si ostinava a metterglielo sotto il naso.
«Ma tu sei un Cacciatore! Sei vincolato da un giuramento sacro!» Marcus, con uno scatto che non sembrava nemmeno umano, l'afferrò dal collo, sollevandola con rabbia da terra. Il suo viso, sconvolto dalla furia, distava solo un sospiro dal suo.
«Conosco il mio dovere» sibilò, fissandola dritto negli occhi. «Non occorre che sia una ragazzina a ricordarmelo. Ma ti ho salvata, perciò decido io della tua vita.» ringhiò, minaccioso. Un'ultima stretta, quindi la lasciò cadere a terra con un tonfo. La vampira tossì, cercando di riprendersi. Nonostante i suoi modi burberi, aveva capito cosa intendesse dirle. Lo fissò con gratitudine.
«Quindi vengo con te» azzardò quasi con noncuranza, rialzandosi. Marcus non rispose, limitandosi a controllare che le armi fossero in ordine. Il tempo sembrò fermarsi, mentre la ragazza attendeva da lui una conferma, anche minima, alle sue parole.
«Dovrai mettere braghe comode e qualcosa di non ingombrante sopra. Devi garantirti la maggior libertà di movimento possibile» sentenziò quindi il Cacciatore. La vampira esultò intimamente, ma non osò dimostrarglielo. «Ti serviranno un mantello e degli stivali rinforzati, perché viaggeremo a piedi, soprattutto di notte» proseguì, elencando senza mezzi termini ciò che pretendeva da lei. «Andremo a cacciare quelli della tua specie, a scovarne i nascondigli e a trucidarli. Perciò dovrai imparare a combattere e a uccidere, senza pietà. Rimarremo ancora un giorno qui: domani, al calar del sole, partiremo» concluse, dandole ancora le spalle. La gioia della ragazza venne oscurata da quelle previsioni per nulla confortanti.
«Se viaggeremo insieme, dovrò sapere il tuo nome» disse, cercando di non pensarci. Neppure stavolta l'uomo si voltò.
«Marcus» rispose, continuando a dedicare la propria attenzione alle armi.
«Io sono Eva.»
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Tela di Tenebre - Resurrezione
VampireQuando un Cacciatore di vampiri si scontra con una realtà sconvolgente, con una vampira che si sente umana e con una crisi imminente e si ritrova da solo ad affrontare tutto ciò, quanto farà affidamento sui principi con i quali è stato addestrato? R...