6. Tornare.

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"Il punto è che hai sbagliato, è inutile girarci attorno." dichiara Hermione, comparendo dalla cucina, desiderosa infondo di mettere un freno a quella discussione.

"Il mio punto è che non penso di aver sbagliato." si difende Fred, accasciandosi sul divano del salotto e giocherellando con il cuscino. Non si parlano per un po', mentre Hermione piega compulsivamente lo straccio che ha tra le mani: nessuno dei due è davvero in torto e nessuno dei due dovrebbe avere il diritto di mettere il muso, di litigare e persino di alzare la voce.

Eppure, lo può giurare Fred, la prima ad urlare è stata Hermione: ma poi per cosa? Perché? Sospira, guardandola di sottecchi, perdendosi in quella sua smorfia accigliata, nelle sue sopracciglia corrugate. Si perde forse anche troppo, perché lei riprende a parlare.

"Me l'avresti potuto dire, ne avremmo parlato, ma come al solito fai tutto di testa tua." accusa Hermione, passandosi una mano fra i capelli e andando verso la finestra.

"Io te ne ho parlato." si irrigidisce Fred, "Ma tu non mi ascolti mai, sono per caso trasparente? O stai diventando sorda?"


Hermione giocherella con Grattastinchi, accarezzandogli il manto rossiccio, "Tu, tu sei il più bello." proclama sicura, ignorando che Fred la stia guardando dallo stipite della porta.

Inaspettatamente lui sorride, dimenticando il complimento al felino, "Pensavo di portarvi a vedere la neve, questo fine settimana."

Hermione non stacca gli occhi dal suo gatto, persa nelle sue fusa, "Tutto quello che vuoi Fred, mi fido di te."


Non sa perché l'idea di abbandonare Londra le fosse stata così stretta: c'è il lavoro, Fred mica l'ha messo in conto che lei il lavoro a volte se lo porta anche in casa. Per questo, quando è arrivato pimpante quella sera, annunciando di aver trovato il posticino perfetto per osservare la neve è andata su tutte le furie. Perché? Quando lo si era deciso?

Ora Hermione, persa in qualche posto sulle montagne, osserva Grattastinchi fare di nuovo conoscenza con la neve, sporcandosi le zampe tanto abituate al caldo e si da della sciocca, della stupida, della guastafeste. Com'è che Fred riesce sempre a farla sentire in torto?

Si stringe meglio nel maglione e si gira a cercarlo in quella casa che nemmeno avrebbe voluto conoscere, ma che è fin troppo carina. La trova inaspettatamente romantica e sente, per la prima volta dopo mesi, di poter respirare di nuovo. Quel tipo di sospiro lungo, rilassante e calmo.

"Mi spiace." gli sussurra, appoggiandosi al suo capo e cingendogli il collo con le braccia, mentre lo trova di spalle seduto sul grande divano di quella baita, "Sto diventando io sorda, non potresti mai essere trasparente per me."

Fred sorride, facendo velocemente sparire quel broncio, accarezzandole le dita infreddolite, "Non avrei dovuto dire io certe cose, anche se c'è da dire che un po' sorda sei sempre stata."

"Vuoi fare pace oppure vuoi portarti dietro la mia collera per tutta la vita?" chiede con un sopracciglio alzato, ritraendosi di scatto, facendo però comparire un sorriso sul quel volto giovanile.

"Per tutta la vita?" il sussurro di Fred è impercettibile, ma lo sente chiaro e tondo, perché lui si è issato con le ginocchia sul divano, sporgendosi verso di lei. Le mani del ragazzo si intrecciano velocemente con le sue, che da fresche diventando quasi incandescenti.

Hermione si perde presto in quegli occhi che è sempre abituata a vedere, ma che in una città diversa da Londra, in quella fuga impreparata, sembrano più magici.

Arrossisce velocemente sulle guance, mentre sorride scioccamente, "Non so se mi va di essere arrabbiata per sempre, però."


Gli occhi di entrambi seguono quel fiocco di neve, fino a quando raggiunge i suoi fratelli e si mischia alla distesa bianca.

"Sarà più dura tornare a lavoro questa volta." constata lei, avvinghiata tra le braccia calde di Fred, mentre sono stesi sul balcone della casa.

"Non tornarci, non torniamo." la prega, baciandole il collo e facendole scoprire di avere freddo nei punti dove le labbra di lui non l'hanno ancora toccata.

Muove la testa lei, sentendosi come in uno di quei tanti sogni, sapendo di dover ripercorrere la strada verso la realtà, ma desiderando di non spezzare quell'incantesimo ancora per un po', "Non torneremo allora"-

Solo se ti fidi di me (Fremione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora