capitolo I

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Quel giorno riaffiorarono alla mente dell'umanità il terrore di essere assoggettati da quelli, l'umiliazione di essere tenuti in gabbia.

Oltre cento anni fa ha fatto la sua comparsa un nemico naturale del genere umano, fra i due esisteva una differenza più che schiacciante in fatto di forza e ben presto l'umanità si trovò sull'orlo dell'estinzione. I sopravvissuti eressero tre ordini di mura chiamati: Maria, Rose e Sina. All'interno di queste mura si concretizzò una pace durata cento anni, tuttavia...

"AIKO"

Conosco questa voce.

"AIKO"

Si, la conosco. La conosco. "Haru, dove sei?"

"AIKO, AIUTAMI. NON LASCIARE CHE MI DIVORI, FA PRESTO"

Davanti a me un classe 13 metri tiene tra le mani Haru, le lacrime corrono sul suo viso mentre m'implora di salvarlo. "Salvami Aiko"

"Ti salverò." La verità è che non posso niente contro un gigante e così rimango immobile, pietrificata dall'immagine davanti ai miei occhi, "H-HARU" e mentre grido il suo nome il suo volto si affievolisce fino a scomparire.

Quando apro gli occhi il mio cuore manca un battito, sono al sicuro. Era solo un brutto sogno. Mi passo la mano tra i capelli intrisi di sudore, un rivolo mi corre fino al mento...

"Stai bene Ai-"

"Torna a dormire Sasha, è ancora presto" borbotto con la voce impastata dal sonno.

Prima che riesca a finire la frase quella pignora torna a dormire come se nulla fosse. A fatica mi alzo, sono oramai passati cinque anni dalla caduta di Shiganshina, cinque anni da quando ho perso Haru e gli incubi non sono mai passati. Mi chiedo spesso se questa sia la mia punizione per non averlo salvato, per essere rimasta a guardare...

Le lancette della sveglia indicano le quattro e trenta, questo significa che ho tutto il tempo per una doccia prima dell'allenamento. Lancio una rapida occhiata a Sasha, la mia compagna di stanza, dorme beata come se il mondo fosse un posto felice. Invidio così tanto la sua spensieratezza.

Prendo un respiro profondo, una doccia è quello di cui ho bisogno. Uscita dalla camera mi appoggio per un momento alla porta, chiudo gli occhi e prendo un altro respiro profondo cercando di schiarirmi la mia mente, questi continui incubi non mi lasciano pensare lucidamente.

Quando apro gli occhi sbatto le palpebre per mettere a fuoco il volto davanti a me.

"Cosa stai facendo mocciosa?"

Capitano Levi. È la prima volta che lo vedo, ne ho sentito parlare tanto e finalmente eccolo qui, a un palmo da me. Lo guardo interdetta, un pò stordita dal sonno, è davvero basso e anche tremendamente affascinante come tutti dicono.

"Ti ho fatto una domanda" le braccia incrociate e gli occhi gelidi fissi sui miei.

Sostengo il suo sguardo. Distoglierlo sarebbe un segno di sottomissione, guardarlo negli occhi è una sfida. Ed è quello che scelgo, "il mio nome è Aiko."

"Non potrebbe importarmene di meno, ti ho fatto una domanda non costringermi a ripeterla."

Il rossore mi sale alle guance, "u-una doccia"

"Tsk. Voglio vederti puntuale per l'allenamento di oggi, è il primo giorno nel corpo di ricerca e sarebbe un vero peccato se fossi in ritardo" dice allontanandosi.

Rimango immobile, a guardarlo mentre si allontana cercando di decifrare le sue parole...

"É per caso una minaccia?" sussurro tra me e me.

Il capitano Levi si volta, come se mi avesse sentito "non ammetterò un ritardo."

É un avvertimento.

Ancora tremante per il brutto sogno e con la fronte madida di sudore, vado nel bagno delle ragazze per fare la doccia e cambiarmi.

Quando torno in camera Sasha dorme ancora, sono appena le cinque così mi sdraio sul mio letto e lascio vagare la mente tra i ricordi.

-

Quando i miei occhi riescono a mettere a fuoco la scena che ho davanti vedo Sasha a cavalcioni sopra di me che mi scuote per le spalle gridando il mio nome.

"SASHA" grido, "CHE C'È?"

"Sei in ritardo per l'allenamento, il capitano Levi è furioso."

"C-cosa?" balbetto mettendomi a sedere sul letto, "com'è possibile?"

"Quando ti ho svegliato per la colazione hai detto che non ne avevi voglia e che mi avresti raggiunto per l'allenamento solo che non ti sei mai presentata..."

Mi passo una mano tra i capelli, devo essermi addormentata di nuovo dopo la doccia. Sono sicuramente nei casini.

Sasha si dirige verso la porta, "forza, sei già in ritardo di un'ora non vorrai fare aspettare ancora il capitano Levi!"

Tutti si stanno già allenando, alcuni stanno correndo mentre altri si allenano nel combattimento corpo a corpo.

Il capitano Levi mi sta aspettando con braccia incrociate, "mocciosa. Qui. Subito."

Sasha mi da una pacca sulla spalla augurandomi buona fortuna. Ne avrò bisogno.

"Il mio nome è Aiko, non mocciosa" dico seccata.

"Te l'ho già detto, non me ne importa niente e inoltre non ti trovi nella posizione per controbattere."

Abbasso lo sguardo, ha ragione.

"Oggi salterai il pranzo e farai il doppio dell'allenamento assegnato agli altri, chiaro?" gli occhi gelidi sui miei, mi fa sentire così a disagio. Lo maledico mentalmente per il digiuno forzato, faccio un cenno con la testa e raggiungo gli altri.

"Non credo di aver sentito una risposta" grida Levi, richiamandomi a lui.

Mi trascino svogliatamente davanti a lui, "si capitano Levi."

"Proprio come avevano detto" borbotta mentre mi allontano.

Mi volto incuriosita da quelle parole, "come?" domando con un filo di voce.

"Se non vuoi saltare anche la cena ti consiglio di darti una mossa"

Certo che è cosi scontroso. Cerco di non dare troppo peso a quelle parole mentre raggiungo i miei compagni ma non posso fare a meno di rimuginare su quella frase: "proprio come avevano detto".

Chissà cosa voleva dire.

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Ecco qui li primo capitolo! Spero che vi sia piaciuto e che vi abbia un minimo intrigato.

Non dimenticatevi di votare se vi è piaciuto e lasciatemi pure un commento per farmi sapere cosa ne pensate! Mi farebbe molto piacere😉

Detto ciò, ci vediamo al prossimo capitolo💞

G.

Ali Spezzate || Levi AckermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora