Qualche ora dopo i raggi del sole mi svegliano, la testa minaccia di esplodere appena apro gli occhi ma a parte questo mi sento... bene.
Mi guardo il polso fasciato e cerco di muoverlo cautamente, una piccola fitta si propaga per tutto il braccio ma va decisamente meglio di ieri quando riuscivo a malapena a muoverlo.
"Buongiorno Aiko" la voce squillante di Hanji mi perfora la testa mentre la porta si spalanca. "Come ti senti oggi?"
Scalcio le coperte e mi metto a sedere, "sto molto meglio. Sono pronta per l'allenamento di oggi"
"Assolutamente no" dice con un grande sorriso stampato sulla faccia, "starai a riposo oggi e domani. Non si discute."
Contraddire Hanji non mi sembra una buona idea, così mi limito ad annuire. "A colazione ci posso andare?"
"Assolutamente si" le sue mani si alzano al cielo, non capisco dove trovi tutto questo entusiasmo. "Prima però fammi dare un'occhiata a quel polso."
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Alla mensa sono così felice di rivedere i miei compagni, Mikasa, Armin, Eren, Sasha, Jean e persino Rainer.
Mi avvicino al tavolo con il vassoio pieno di cibo, "buongiorno ragazzi" esclamo sedendomi accanto a Rainer.
Loro mi fissano senza dire una parola, "cosa c'è?" domando addentando un pezzo di pane.
"Abbiamo elaborato una teoria" dice Eren.
"Sarebbe?"
Rainer mi posa una mano sulla spalla, "che tu hai un desiderio di morte."
A quelle parole scoppiamo tutti a ridere. Forse hanno ragione.
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Dopo la colazione seguo i miei compagni al campo di allenamento curandomi bene di non farmi vedere da Hanji. Levi ci sta già aspettando, le braccia incrociate al petto e lo sguardo freddo.
"Sellate i cavalli, oggi ci dirigiamo al Wall Maria. Il nostro obbiettivo è quello di ispezionare le mura e trovare una soluzione per richiudere la breccia."
I suoi occhi vitrei sembrano studiare per qualche secondo tutti noi e poi dice, "cosa ci fate ancora qui? Datevi una mossa."
Mi volto per seguire i miei compagni ma prima che possa fare anche solo un passo una mano mi si posa sulla spalla.
"Ti riesce così difficile fare ciò che ti viene ordinato mocciosa?"
"Non so di cosa parla" mento.
"Con me non attacca mocciosa, resterai qui."
"Lei non mi può impedire di prendere parte alla spedizione"
"Vedo che non hai imparato proprio un bel niente" il suo tono non nasconde il disappunto nei miei confronti, "Hanji ha ordinato due giorni di riposo ed è quello che farai."
"No, lei non capisce io—" mi blocco, prendo un respiro profondo e caccio indietro le lacrime "io devo venire, la prego capitano Levi."
"La questione finisce qui, torna dentro" detto questo raggiunge il suo cavallo e io rimango immobile ad osservarlo rendendomi conto di aver iniziato a piangere.
Immediatamente mi asciugo le lacrime, che assurdità... perché sto piangendo? Non mi fermo troppo a rifletterci, devo giocare la mia ultima carta: Erwin.
Arrivata davanti al suo ufficio busso con una certa fretta.
"Avanti" la sua voce calma mi invita ad entrare. "Aiko Amane" esclama vedendomi.
"Signore" accenno ad un sorriso.
"Hai bisogno di qualcosa?"
"Beh, oggi il capitano Levi si dirigerà vero il Wall Maria—"
"Questo lo so" dice sollevando lo sguardo dalle migliaia di scartoffie che si trova davanti.
"Mi è stato proibito di andare—"
"So anche questo" il suo sguardo si posa nuovamente sui fogli sparsi sulla scrivania.
Per un attimo lo osservo inebetita sistemare il disordine sulla scrivania come se io non fossi presente, "dimmi Aiko, cosa vuoi che faccia esattamente?"
Mi schiarisco la voce, nella speranza che la mia richiesta suoni meno patetica. "Lei potrebbe ordinare al comandante Levi di portarmi con lui e gli altri miei compagni."
La risata di Erwin riempie la stanza, "ho piena fiducia nel giudizio del capitano Levi, se non ti reputa in grado di partire resterai qui."
"Ma signore—"
Per l'ennesima volta non mi lascia finire, "se non sbaglio Hanji ti aveva detto di stare a riposo."
Niente da fare, mi arrendo. Annuisco debolmente a quell'affermazione e mi dirigo verso la porta.
Prima che possa andarmene Erwin mi ferma, "Aiko, spero tu capisca che il capitano Levi lo sta facendo per proteggerti. Sarebbe inutile sprecare una giovane vita per un capriccio, sei molto promettente da ciò che ci è stato riferito, fidati di Levi."
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Il pomeriggio lo passo nell'ufficio di Erwin a sistemare le sue scartoffie, non è il massimo ma mi aiuta a tenere la mente occupata e lo trovo decisamente meglio di fissare il soffitto dal letto dell'infermeria.
Finisco di aiutare Erwin molto tardi, gli altri sono già tornati dalla spedizione di oggi ma io non ho voglia di vedere nessuno. Così, decido di andare a dormire.
Una volta a letto fatico ad addormentarmi. Non si sente volare una mosca... tutto questo silenzio mi fa pensare ad Haru. Mi fa pensare a cinque anni fa, a quando non sono riuscita a salvarlo. Mi viene in mente casa, il Wall Maria...
Affondo la testa nel cuscino con la speranza di soffocare i miei pensieri ma non è così facile liberarsene.
Getto via le coperte e mi alzo, coi i piedi sul freddo pavimento sono stranamente consapevole di dove devo andare. Anche nei corridoi il silenzio è sovrano, a piccoli passi mi dirigo verso la mia destinazione, conscia che potrei pentirmene e fare la figura dell'idiota. In questo momento però non potrebbe importarmene di meno, è quello che voglio fare.
Una volta davanti alla sua porta busso piano, non voglio rischiare di farmi sentire da qualcuno e non voglio rischiare di svegliarlo in caso stesse dormendo. Una parte di me spera di non ricevere risposta, ma...
"Chi è?" la sua voce è fredda, come al solito.
"Sono Aiko" sussurro.
"Che vuoi mocciosa? Sai che ore sono?" domanda spalancando la porta.
Rimango imbambolata a fissarlo, credo si sia appena svegliato nonostante indossi ancora la divisa. I capelli scompigliati, le labbra leggermente gonfie, per la prima volta mi rendo veramente conto della bellezza dell'uomo che mi trovo davanti.
"Allora?"
Mi schiarisco la voce, "p-posso entrare?"
"Cosa succede?" chiede, poi fa un passo indietro lasciandomi via libera nella sua camera.
"Io.." esito, " beh spero di non averla svegliata tanto per iniziare..."
"Se devi dire qualcosa vedi di non girarci attorno"
Okay, prendo un respiro profondo e farfuglio "com'èlàfuori?"
Lui si passa una mano fra i capelli scompigliati e si avvicina. Mette le mani sulle mie spalle e mi spinge fino al letto dove mi trovo costretta a sedersi, "lentamente. Ripeti lentamente mocciosa"
"C-com'è fuori dalle mura?"
Mi guarda incredulo, non credo si aspettasse una domanda del genere.
"Si, ecco io vorrei sapere cosa si prova... So che mi manca molto allenamento prima di poter uscire dalle mura" confesso, mordendomi il labbro per fermare il tremolio. "Inoltre so che le spedizioni del corpo di ricerca al di fuori delle mura non sono più poi così frequenti, quindi me ne parli perché credo che io—"
La voce di Levi lascia la mia frase in sospeso. "Se dovessi paragonarlo a qualcosa lo paragonerei a una lunga boccata d'aria dopo troppo tempo passato sott'acqua."
A quelle parole una lacrima mi riga il viso, Levi sembra sorpreso dalla mia reazione così prima che possa accorgermene mi afferra le mani e questa volta sono costretta ad alzarmi. Le sue mani mi tirano verso di lui.
Tra di noi ci sono solo pochi centimetri.
Mi lascio sfuggire una risatina mentre le lacrime continuano a scorrere, "lei non è poi così alto capitano Levi."
Per un secondo quello che sembra un mezzo sorriso gli colora il volto, "parli come se fossi più alta di me. Cosa ti succede?" domanda sfiorandomi la guancia.
A quella domanda perdo la capacità di controllare le lacrime e mi lascio andare ad un pianto disperato.
"Va tutto bene Aiko" mormora. Fa scivolare le dita fra i miei capelli, cullando il mio viso nella mano.
Lo vedo avvicinarsi ancora di più, pochi millimetri ci separano. Appoggia la sua fronte alla mia, "va tutto bene" ripete.
A quelle parole il mio pianto si calma, il cuore però inizia a martellarmi nel petto. Siamo così vicini che potremmo respirare la stessa aria, se solo mi ricordassi di respirare.
Di getto lo abbraccio, non perché lui mi piaccia ma perché in questo momento è quello di cui ho bisogno. Calore umano. Affetto. Quello che mi è mancato negli ultimi cinque anni.
Sento il suo corpo irrigidirsi, come se si fosse dimenticato come si risponde ad un abbraccio poi però si lascia andare. Le sue braccia cingono il mio corpo, io appoggio la testa sulla sua spalla e mi lascio cullare da quell'abbraccio.
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Ecco a voi il quarto capitolo! Ci ho messo un po' ma alla fine ce l'ho fatta😉
Spero vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate e se vi è piaciuto particolarmente lasciate una stellina⭐️
A presto, G💞
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Ali Spezzate || Levi Ackerman
FanfictionE se i veri nemici non fossero i giganti? E se i veri nemici fossero dentro le mura? Non è più una guerra contro i giganti bensì una guerra intestina senza esclusione di colpi. Senza pietà ne rimorsi, perché per conquistare la libertà si è disposti...