Gli occhi erano pesanti, ma il bisogno di svegliarsi prevaleva su tutto. Riceveva impulsi da ogni parte: i suoni del reparto e dei macchinari furono i primi, poi giunse il tatto. Meglio dire che sarebbe dovuto arrivare, siccome Shōta non sentiva proprio niente, aveva le mani totalmente bloccate e doloranti.
La vista arrivò appannata e gli procurò un po' di capogiri, non riusciva a vedere chiaro e limpido siccome bende e garze fasciavano la sua faccia.
Shouta Aizawa era sveglio, vivo, ma avrebbe preferito tornare nella quiete dalla quale era uscito siccome il dolore era lancinante, tanto da fargli emettere dei gemiti sommessi.
Gli apparecchi registrarono l'aumento del battito avvisando medici e infermieri che sarebbero arrivati a breve.Erano stati due giorni pesanti per Mai Thi, oltre allo squilibrio emotivo dovuto alla paura di poter perdere Aizawa si era aggiunto anche il fatto che non aveva pagato la tassa di soggiorno per i dormitori scolastici quindi il suo unico alloggio era l'appartamento di Sho e non aveva la benché minima intenzione di starci a dormire da sola; non avrebbe retto psicologicamente.
Era arrivato in suo soccorso, fortunatamente,il suo amico Hizashi, che con il suo grande cuore l'aveva tenuta con se nel suo appartamento.
Dal canto suo la ragazza aveva tentato di essere la più discreta possibile anche se Mic non sembrava soffrire per la sua presenza.
In quel momento la giovane stava ripassando dai suoi appunti visto che tra poco si sarebbe chiuso l'anno accademico e con esso gli esami per accedere al corso successivo sarebbero arrivati. La sedia di plastica del reparto era altamente scomoda che procurava mal di schiena alla venticinquenne, anche se avrebbe dovuto esserci abituata ormai: Mai andava tutti i pomeriggi dopo le lezioni all'ospedale fino a quando era concesso l'orario di visita. Aspettava Aizawa, aspettava paziente che si svegliasse e avrebbe aspettato tutta la sua vita se fosse stato necessario.
Si stava stiracchiando quando la giovane vietnamita vide un équipe medica passarle davanti per aprire le porte della terapia intensiva e dirigersi dentro.
Ora, Mai Thi era tutto tranne che un medico, quindi le risultava difficile capire se effettivamente fosse normale la presenza di quei medici che aveva appena visto, ma una specie di sesto senso la fece alzare e fermare l'immenso portone che separava i due corridoi prima che si chiudesse.
Entrò piano, sapeva che questo reparto era riservato solo ai famigliari, per ciò a lei non era concesso di stare li.
Più andava avanti e metteva un passo dietro l'altro, più nella sua testa il pensiero che Shota si fosse svegliato si radicava e cresceva, tant'è che i suoi passi, da lenti e un po' incerti, erano diventati una specie di corsetta frettolosa.
Percorse tutto il corridoio e poi svoltò a sinistra diretta alla camera del suo compagno. Eccoli i medici: due infermiere dentro che monitoravano gli scanner, un dottore e, appena fuori dalla porta, quello che sembrava essere il capo reparto.
Il cuore di Mai esplose dalla gioia: era li, era sveglio! il suo compagno finalmente si era ripreso e poteva riabbracciarlo. Stava piangendo di gioia, calde lacrime che scendevano felici, quando una parte del suo cervello si bloccò:"Aspetta un attimo, io non so cosa sta succedendo."
Ci fu un attimo di stallo in cui coscienza della ragazza tentava di autoconvincerla che quel calvario era finito e la sua parte razionale che gli diceva di non saltare alle conclusioni:"Non so niente di medicina, quegli apparecchi devono suonare in caso di emergenza? Oppure suonano alla minima variazione?"
Quel momento di gioia presto si trasformò in paura, così come le sue lacrime.Shouta vide entrare gli infermieri nella sua stanza e avvicinarsi a lui. Perché non potevano lasciarlo in pace!? Dannazione, voleva solo riposare.
Era troppo rintronato e dolorante per poter anche solo pensare di rispondere.
"Bentornato tra noi, ci stiamo stabilizzando vedo. Molto bene." Disse un signore in camice mentre osservava gli screen con i valori; molto probabilmente era il medico.
"Te l'ho detto Satoku, non moriva."
Disse un altro uomo appoggiato sullo stupide della porta, forse era il primario, Aizawa non poteva dirlo.
La risata del medico raggiunse Shota che subito sviluppò un istinto omicida verso l'uomo un camice. Che c'era di così divertente, si poteva sapere? Era stato schiacciato come una pulce da un bestione giganormico sul posto di lavoro e,a tutti gli effetti, era stata una terribile esperienza; anzi la peggiore.
Il capo reparto tutta via distolse l'attenzione verso il moro per guardare dietro di se e dire :"Hey tu! Che ci fai qui?" a qualcuno dietro di lui.
Shota avrebbe voluto capire a chi si stesse rivolgendo, ma una delle infermiere aveva iniettato della morfina nella sua flebo e l'effetto non tardò ad arrivare. Aizawa si addormentò."Hey tu! Che ci fai qui?"
Queste parole avevano riportato Mai sulla terra, allontanandola dalle sue elucubrazioni.
"Sei un parente?"
L'uomo che stava davanti a lei, appoggiato alla porta si era girato notandola.
"Io...io... Shota è il mio ragazzo." Aveva articolato Mai cin fatica.
"Non può stare qui, solo i famigliari."
"L-la prego, m-mi dica che sta bene."
Il medico si era mosso portandosi dietro la ragazza.
"La prego, ho bisogno di vederlo."
"Si sta riprendendo. Deve uscire." Erano ormai vicino alla porta.
"Quindi si è svegliato?" Chiese Mai con la speranza nella voce.
"Lo lasci riprendere." L'uomo aprì la porta e fece uscire la giovane.
"È una ragazza fortunata." Le disse dolcemente il primario prima di chiuderla definitivamente fuori.
"Lo so signore, lo so."Una volta che si fu stabilizzato Aizawa fu trasportato in un altra camera e li finalmente Mai Thi poté rivederlo dopo tanto tempo.
Entrò piano, con il cuore in gola e le lacrime; lui era steso nel suo letto,il respiro calmo e le fasciature ovunque: gli ricoprivano addirittura tutta la faccia, non l'aveva vista.
"S-shouta?" Lo chiamò con la voce spezzata la giovane.
Il Pro-Hero si girò piano osservandola e Mai non poté trattenersi: corse da lui piangendo e gli accarezzò il viso come se fosse la cosa più delicata del mondo. "Perché piangi? Non sapevo fosse il mio funerale." ironizzò il trentenne mentre non staccava gli occhi da lei "S-scusa... È che... È che non so come avrei fatto senza di te... - disse mentre tirava su con il naso - mi sei mancato così tanto tesoro."
"Anche tu Mai, anche tu, tantissimo. Ti amo."
A Tokyo il sole stava per tramontare regalando a tutti uno dei più bei tramonti.~ Angolo meeeeee u.u ~
È già ragazzi, è ufficialmente finita. Lieto fine fortunatamente. ♥♥♥
Mi scuso se ci ho messo un bel po' ma sono arrivata ad un punto dove nn sapevo più che fare ed è per questo che ringrazio tutti voi: ho ricevuto un sacco di voti (È una delle prime volte che scrivo una storia qui su Wattpad) un sacco di gente che ha salvato questo racconto nelle loro cartelle e poi... 817 visualizzazioni!!! WOOOO è la prima volta per me che raggiungo numeri così.
GRAZIE ANCORA DI TUTTO, avete salvato questa storia.Ultime due cose:
1) vi assicuro che revisionerò ulteriormente tutti i capitoli per correggere eventuali errori2) Ho creato lei! Lei è Mai Thi o almeno come me la sono immaginata.
Grazie ancora di cuore.
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BNH Story (Aizawa Shōta x OC)
Short Story[Dal terzo capitolo] Non ci sarà un alba per me, ma dammi almeno un tramonto degno della persona che sono diventato e lasciami guardare albe degne di te.