4'Il pianto'

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«Quindi mi stai dicendo che Christopher, il tuo rivale, vivrà sotto il tuo stesso tetto?» chiese per l'undicesima volta Sabryna.
«Sì!»
«Come farai?»
«Non lo so, ho bisogno di te Sab.»
«Non posso venire in Australia per te, Harper! Sono in Canada con i miei  fratelli, Jacob e Kevin, devo godermi questi giorni...» nel momento in cui mi parlava, dal retro spuntavano quei due ragazzi, Kevin e Jacob, entrambi cantanti; io e loro due avevamo un legame d'oro, dopo la cotta per Christopher, avevo avuto anche una cotta per quei due, ogni volta che io, Sabryna, Jacob e Kevin uscivamo insieme, non sapevo mai chi avrei voluto baciare.
Ma in realtà non ho mai baciato nessuno dei due.
Ma devo dire che Jacob, una volta, stava per farlo, fin quando Sabryna ci sgamò e s'intromise. Che rompi palle.
«Ciao Harper!» mi salutò Kevin, mentre sventolava la sua mano, e Jacob mi sorrideva.
«Ehi, Kev!»
«Ragazzi potreste lasciarci da sole? Stiamo parlando di cose serie!» gridò Sabryna, rivolta a a loro, che invadevano lo schermo.
«Volevo vedere Harper!» disse Jacob, mentre la guardava.
«Tranquillo Jacob, ci vedremo presto, se vincerò al concorso per i duetti migliori, verrò a trovarvi in Canada.»
«Aspetta, a duetti? Chi mi rimpiazzerà? Sono sempre stata io a suonare il pianoforte, e tu il violino, adesso chi lo farà?» mi chiese Sabryna, con la fronte aggrottata.
Vero, a questo non ci avevo pensato!
Ogni anno vincevo a questi concorsi con Sabryna e se vincevamo, andavamo a farci una vacanza con i soldi ricavati. Io suonavo il violino e lei il pianoforte, ma si è trasferita in Canada, la sua città natale e non conosco nessuno che sappia suonare il pianoforte.
«Oh, vedrò...» lo diedi per scontato, come se fosse qualcosa di facile, ma in realtà era più difficile di qualunque altra cosa.
«Adesso mi sento in colpa!» fece il suo labbruccio tenero e adorabile che mi faceva sciogliere ogni volta.
«Ma no, Sab! Cosa dici?»
«Ha ragione Sabryna, tutta colpa sua» ridacchiò Jacob, ancora dietro lei.
«Ma te ne vai?!» lo spinse via, la situazione era divertente.
«Sab, adesso devo andare, ok? Buonan—»venni interrotta.
«Harper, promettimi che dormirai sul serio, e che non piangerai in camera tua per tutta la notte.»
«Sab, perché non posso mai essere lasciata in pace?» risposi acida, mentre chiudevo la videochiamata con Sabryna.

Ero stesa sul letto, ad occhi aperti, che pensavo a qualcosa, non sapevo nemmeno io a cosa.
Mi girai verso la finestra e osservavo fuori di essa, era un botto di tempo che non occupavo il terrazzo, ero sempre così impegnata che dopo un po' di tempo non osservavo più le stelle come facevo di solito.
Se fossi uscita, con quel freddo a guardare le stelle mi sarebbero venuti in mente Sabryna, Jacob e Kevin, sarei iniziata a piangere senza più smettere, tra l'altro come tutte le notti.
Piangevo dal dolore, l'idea che non avevo più le persone più importanti con me, piangevo perché non avevo nessuno, piangevo per tutte le critiche, piangevo per i bulli, per tutti i lividi che ho dovuto nascondere ai miei genitori, per tutte le bugie che dovevo dire a Sabryna, per tutte le stronzate fatte, per tutto il vuoto che voleva essere colmato dentro di me.
Ma tutto questo avveniva di notte, quando tutti non potevano sentirmi.

Sospirai e cercai di chiudere gli occhi ma vedevo solo orrori.

«Dillo!» teneva strette le mani al mio collo.
«I-Io...» cercavo di respirare.
«Tu... Non vali niente!» gridò per poi sputarmi in faccia

Mi alzai di colpo dal mio letto, iniziando a respirare con fatica...
Iniziarono a scendere lacrime, mi affrettai ad asciugarle, ma non ci riuscivo, ormai ero scoppiata.

Christopher's pov
Ero in camera mia e stavo scrivendo delle canzoni, quando d'improvviso udii dei singhiozzi, dei tiri di respiro...
Mi alzai lentamente, poggiando l'orecchio al muro, proveniva dalla camera di Harper.

Decisi di aprire leggermente la porta e raggiungerla.

Aprii la porta di camera sua e la trovai con la testa sulle braccia, poggiate sulle ginocchia, mentre singhiozzava.
Alzò leggermente la testa e asciugò bruscamente le sue lacrime con le maniche della sua maglietta.
«Vattene!» mi urlò contro, mentre assumeva uno sguardo serio.
«No, non me ne vado.» entrai e chiusi la porta alle mie spalle.
«Ti ho detto di andartene, Christopher, la situazione potrebbe degenerare.» continuò mentre si alzava dal letto.
Veniva verso di me.
«E io ti ho già detto che non me ne vado!»
«Perchè? Vuoi farmi piangere anche tu, con le tue critiche ignoranti?» mi puntò il suo indice contro.
«No, sono qui per farti smettere di piangere...»

𝐑𝐞𝐬𝐩𝐞𝐜𝐭//◟𝙱𝚊𝚗𝚐 𝙲𝚑𝚊𝚗◝Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora