Soulmates

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Erano trascorsi circa trenta giorni dal risveglio di Simon. Il ragazzo stava riprendendosi pian piano da quella brutta ferita e nonostante i dolori fossero a volte lancinanti non si perdeva d'animo. Linda, dopo quel grande spavento, aveva scoperto che il malessere che l'attanagliava da settimane era dovuto all'inaspettata gravidanza. Amenadiel, dal canto suo, non si capacitava di come un essere celeste possa aver messo incinta una semplice umana. Lucifer, invece, seppur sorpreso dalla notizia, la accettò con gioia, come lo stesso fece Maze. Chloe, dal canto suo, continuava a vivere la solita routine: lavoro - casa, lavoro - casa. L'unico suo svago era passare del tempo a giocare a Monopoly con Trixie, la figlia di 8 anni. Ella, al contempo, non perdeva occasione di passare del tempo con Simon con la quale aveva instaurato un ottimo rapporto d'amicizia.

《 Simon! 》

La signorina Lopez si sbracciò per farsi notare dall'amico che era intento a chiacchierare al telefono. Sembrava piuttosto preso dalla conversazione, tanto da accorgersi della presenza di lei soltanto quando bussò alla sua schiena.

《 Ella! 》

Esclamò lui, salutando in fretta la persona con cui era al telefono. Quasi come se volesse nasconderla alla donna. Poi si protese in avanti e schioccò un bacio sulla guancia di lei che ricambiò immediatamente.

《 Scusa se non ti ho vista prima, ma sai.. 》

Le scompigliò i capelli.

《 Sotto ad un metro e settanta non vedo. 》

Aggiunse ridendo, per poi ricevere una smorfia di disapprovazione che si trasformò in un grande sorriso quando sfoggiò uno dei suoi soliti sguardi ruffiani.

《 Va bene, ti perdono, ma solo per questa volta. 》

Lei posò una mano sulla sua spalla dopo che lui prese posto in una delle panchine. Non voleva smorzare quel momento di ilarità, ma sapeva che in lui ci fosse qualcosa che non andava e non se la sentiva di rimandare ancora. Sebbene non lo frequentasse da moltissimo tempo, aveva captato in lui degli strani atteggiamenti.

《 Cosa c'è che non va? Parla con me. Sai che puoi fidarti e che non tradirei mai la tua fiducia. Sfogati, libera la tua anima, biondo. 》

Simon le fece un po' di spazio accanto a sé in quella piccola panchina ed annuì, posando le proprie mani sulle sue e fece un profondo respiro, prima di iniziare a parlare.

《 Tu credi in Dio, no? 》

Ella annuì a sua volta, facendo segno sul crocifisso appeso al collo.

《 Io credo esista anche il diavolo. Anzi, ne sono più che sicuro. 》

Prese un altro respiro e continuò.

《 Quando mi hanno sparato, quando sono entrato in coma, ho fatto un brutto sogno. Un incubo, un vero incubo, a dir la verità. Mi trovavo in un luogo lugubre e tenebroso, buio e inquietante. All'improvviso sono stato circondato da esseri rivoltanti che blateravano cose senza senso. Poi.. poi mi hanno parlato di Lucifer e.. 》

《 Lucifer? Esseri rivoltanti? Mi stai mettendo paura, Simon. Sul serio. 》

La donna corrugò la fronte e strinse le mani del ragazzo, palesemente preoccupata. Era un sogno piuttosto strano e poi cosa c'entrava Lucifer in tutto questo?

The Devil is a Dad tooDove le storie prendono vita. Scoprilo ora