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È inutile dire che in questi giorni io non abbia pensato a quel ragazzo perché l'ho fatto costantemente.
Il modo in cui sorride che lo fa sembrare quasi un bambino, gli occhi che diventano più luminosi e quello sguardo ammaliante...
Ho provato a cercarlo tra le corsie del negozio mentre facevo la spesa o in pizzeria la sera che sono andata a prendere da mangiare,ma inutile dire che non l'ho trovato.
Dopo una settimana di ricerche e di speranze ci ho rinunciato perché se fino ad ora non l'ho trovato è perché il destino ha deciso così.
Sistemo gli ultimi arrivi nei rispettivi scaffali e sono felice del modo in cui ho disposto la libreria perché l'arredamento rendo il tutto armonioso ma non asettico.
Le pareti bianche sono in contrasto con le copertine colorate dei libri e con gli scaffali colorati in cui sono disposti i libri per bambini, il bancone noce invece aggiunge quel qualcosa in più.
Mi convinco sempre di più che essere partita e aver aperto la libreria è stata un'ottima scelta perché mi trovo più a casa in questo piccolo posto che nella casa che condividevo con Rick. Se ci penso mi vengono ancora i nervi a fior di pelle!
Smetto di pensare quando una mamma e il suo bambino entrano in negozio.
《Buongiorno, come posso aiutarvi?》 Domando cordiale come sempre. Sorrido al bambino che ha un viso così dolce da farti venire voglia di strapazzarlo tutto.
《Stiamo cercando il nuovo libro di Geronimo Stilton, mamma ha promesso che me lo comprava.》 Dice prontamente il bambino senza dare il tempo alla madre di fiatare.
《Se vieni con me te lo mostro!》 Gli faccio l'occhiolino e lui, bello pimpante, mi segue.
《Mamma, guarda è questo!》 Esclama contento mentre tira su il libro come se fosse un premio. La mamma lo guarda con amore e sorride.
Questo è l'esatto motivo per la quale ho aperto questa libreria: vedere comparire un sorriso sulle persone nel trovare quello che cercano.
《Hai fatto da bravo a scuola?》 Chiede lei facendo finta di pensarci; lui rimane per un attimo interdetto,poi mostra un sorriso che potrebbe illuminare l'intero paese.
《Si mamma, la maestra mi ha anche messo nove per il disegno che ho fatto. Sai cosa ho disegnato,eh? Lo sai?》 L'impazienza di questo bambino è pari alla mia voglia di rivedere quel ragazzo.
《Cos'hai disegnato Jaime?》 Ridacchia lei.
《Ho disegnato te e papà che mangiate gli spaghetti. Signorina a lei piacciono gli spaghetti? Sono i miei preferiti!》 Domanda rivolto a me.
《Certo che si, sono il mio tipo di pasta preferito.》 Il bambino per qualche motivo a noi sconosciuto inizia a ridere.
《Quanto le devo per il libro?》 Domanda la madre lasciando il piccolo nella sua bolla di gioia.
《Sono tredici dollari.》 Le pongo lo scontrino e lei paga per poi uscire dal negozio con il piccolo Jaime al seguito.
Mentre sistemo qualche altra cosa sul bancone entra un altro cliente. Che giornata piena!
《Un secondo e sono da lei, nel mentre si guardi intorno.》 Dico mentre prendo da sotto il bancone il nuovo rotolo per gli scontrini.
《Chiedo direttamente a te dato che l'altra volta sei stata molto utile.》 Nel sentire questa voce mi sollevo di scatto e sbatto la testa nel cassetto aperto della cassa. Mi scappa una parolaccia e subito dopo mi copro la bocca per la vergogna.
Non può esistere giorno che io non faccia una figura di merda!
《Mi dispiace!》 Ammetto prontamente mentre arrossisco.
《Non ti preoccupare,sono abbastanza grande da averne già sentita qualcuna.》 Ridacchia e io penso di diventare ancor più rossa.
Che risata fantastica!
《Che- che cosa cerchi oggi?》 Sorrido e nel mentre sistemo qualche foglio sparso sul bancone per scaricare l'imbarazzo creatosi pochi istanti fa.
《Quest'oggi cerco qualcosa per mia sorella. Fa gli anni e so quanto ami leggere,dunque, cerco un libro di quelli d'amore o strappalacrime.》 Si gratta il collo imbarazzato. Che carino!
《Capisco perfettamente cosa cerchi e proprio oggi è arrivato un nuovo libro dalla trama davvero intrigante che scommetto possa piacerle.》 Lo prendo dallo scaffale e glielo passo. Legge la trama e sorride. Anche oggi noto quel dettaglio che mi fa impazzire: le guance diventano più rosee, gli occhi si illuminano e il mio cuore decide di smettere di battere portandomi ad un imminente attacco cardiaco. Vorrei scavarmi una fossa.
《È perfetto! Come fai a capire sempre ciò che cerco?》 Domanda sorridendo. Gli occhi chiari a contrasto con le ciglia scure sono un mix perfetto che lo rendeno ancor più bello. Mi domando se sia umano o un qualcosa creato in laboratorio.
Ma che domande stupide mi pongo?
《È il mio lavoro, capisco sempre ciò che le persone desiderano.》 Sorrido e imbusto il libro.
《Quanto ti devo?》 Domanda tirando fuori il portafoglio dalla tasca. Un bel portafoglio di pelle.
《Sono quindici dollari ma con lo sconto che ti ho lasciato l'altro giorno, sono dodici.》 Sorrido come una scema e ripongo i soldi all'interno della cassa.
《Grazie per essere passato e...alla prossima!》
《Grazie a te!》 Si dirige verso la porta,ma si ferma poco prima di uscire. 《Posso essere completamente onesto? Non sono venuto solo per il libro,ma anche per rivedere te.》 Ammette tornando indietro.
Rimango di sasso e i miei occhi si spalancano.
《Me?》 Chiedo insicura. Annuisce alla mia domanda e prende parola.
《Non so perchè te lo sto dicendo ma l'altra volta mi hai... come incantato. Sei indubbiamente una bella ragazza, ma il tuo modo di fare mi ha sorpreso ancor di più!》 Rimango in silenzio, il cuore smette di battere per qualche secondo e sento una voce in lontananza dire "Ora del decesso diciasette e quarantacinque"
Ovviamente mi immagino tutto come un pazza perché ci siamo solo noi due.
Secondo me mi prende per i fondelli perché è impossibile che uno come lui possa provarci con me.
Notando il mio silenzio decide di parlare. 《Stavo pensando che, sempre se ti va, potremmo andare a vedere un film insieme o a mangiare una pizza una di queste sera.》
《Io?》domando con una ritardata. Mi indico con la bocca leggermente aperta e sono quasi certa che lui abbia voglia di scappare o di ridere di me,invece, mi sorride e basta.
Sembro un pesce lesso,ne sono sicura.
《Si,tu. Ti va?》sorride e so che se continua così mi ritrovo sciolta come un ghiacciolo sotto il sole caldo d'agosto.
《Beh...- mi schiarisco la gola- certo che mi va,ma a patto che scelgo io la pizzeria.》 Sorrido e lui ricambia divertito dalla mia imposizione.
《Va bene,tutto quello che vuoi. Facciamo sabato alle otto?》 Ci penso su un attimo e scuoto la testa in segno di diniego.
《Non posso, a quell'ora stacco da lavoro. Potremmo fare alle nove?》 Sorrido un pò in imbarazzo. Per un volta che un ragazzo, molto bello aggiungerei, mi chiede di uscire ci si mette di mezzo il lavoro.
《Va benissimo! Allora ci vediamo sabato qui davanti, buona serata.》 Sorride ed esce.
Torno finalmente a respirare normalmente e sorrido prendendomi la testa tra le mani. Mi sento con un'adolescente alla prima cotta.
Pensandoci su un attimo mi vengono in mette mille problemi.
Cosa mi metto? Tacchi o scarpe basse? Vestito o pantalone? Sexy o normale?Devo assolutamente chiamare Kate e chiedere consiglio!

È Bastato Un SorrisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora