𝐿𝑒 𝒸𝓎𝑔𝓃𝑒 𝓃𝑜𝒾𝓇

130 8 0
                                    

𝒜 𝒿𝒾𝓀𝑜𝑜𝓀 𝓈𝓉𝑜𝓇𝓎 ♔






𝐼𝓃 𝑜𝑔𝓃𝒾 𝒸𝒶𝑜𝓈 𝒸'𝑒̀ 𝓊𝓃 𝒸𝑜𝓈𝓂𝑜, 𝒾𝓃 𝑜𝑔𝓃𝒾 𝒹𝒾𝓈𝑜𝓇𝒹𝒾𝓃𝑒 𝓊𝓃 𝑜𝓇𝒹𝒾𝓃𝑒 𝓈𝑒𝑔𝓇𝑒𝓉𝑜

𝐼𝓃 𝑜𝑔𝓃𝒾 𝒸𝒶𝑜𝓈 𝒸'𝑒̀ 𝓊𝓃 𝒸𝑜𝓈𝓂𝑜, 𝒾𝓃 𝑜𝑔𝓃𝒾 𝒹𝒾𝓈𝑜𝓇𝒹𝒾𝓃𝑒 𝓊𝓃 𝑜𝓇𝒹𝒾𝓃𝑒 𝓈𝑒𝑔𝓇𝑒𝓉𝑜

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.





Aveva trascorso notti insonni, aveva saltato pasti, aveva rinunciato a tutto per quel provino. Seduto in un angolo della sala, Jungkook scioglieva i muscoli tesi, nel vano tentativo di rilassare il suo corpo intorpidito dall'inquietudine che divorava le sue ossa. Doveva farcela. Tutto intorno a lui i ballerini si preparavano per l'esibizione che avrebbe segnato la loro carriera per sempre. Ognuno di loro avrebbe lottato con gli artigli per ottenere quel ruolo.

«Jungkook, non hai una bella cera.»

Hoseok gli si era avvicinato con sguardo apprensivo. Posò la borsa a terra e gli si sedette accanto. Con dita gentili massaggiò le sue spalle, rigide come lastre di ghiaccio. Jungkook si lasciò sfuggire un sospiro tremante e chiuse gli occhi, la stretta che attanagliava la sua gola si era attenuata un poco.

«So quanto questo provino sia importante per te. Sono sicuro che verrai scelto.»

Jungkook esaminò la stanza: ballerini provenienti da città lontane, da paesi lontani, si riscaldavano alla sbarra, gli arti che si flettevano con armonia. Quelle giovani promesse erano lì per un unico scopo, e non erano i soli. Jungkook non si sarebbe lasciato sfuggire un'occasione del genere.

La porta si spalancò e Madame Lefevre fece il suo trionfale ingresso, con la sua silhouette spigolosa, lo sguardo severo e scortata dal suo fedele bastone, incubo dei suoi studenti. Accanto a lei, due ragazzi li scrutavano con occhi seccati. Il primo, alto, biondo e dalla corporatura longilinea, gettò loro uno sguardo distratto, quasi annoiato. L'altro invece, dai folti capelli corvini e pelle diafana, mantenne lo sguardo a terra. Come di consuetudine Madame Lefevre batté due volte le mani e gli studenti si disposero immediatamente alla sbarra, con le schiene dritte ed i piedi in prima posizione. Solo allora il ragazzo alzò lo sguardo e Jungkook si ritrovò a fronteggiare due pietre di granito, glaciali e letali che scavarono nel suo petto, dissotterrando emozioni che si erano ormai assopite da tempo. Il respiro gli si mozzò in gola. Come avrebbe potuto riprendersi da quello sguardo tanto intenso quanto devastante?

«In posizione. Un, deux, trois, vite!»

Le avvolgenti note di Čajkovskij aleggiarono per la stanza, insinuandosi nelle vene di Jungkook e incendiando il suo sangue. Chiuse gli occhi e sgombrò la mente. Non sentiva altro che la musica, non vedeva altro che il palco, la sua figura che volteggiava, priva di peso, evanescente.

Uno, due, tre

Assemblé, rond de jambe, pirouette

Il ritmo dei flauti lo guidava, il timbro dell'arpa lo cullava, il canto degli archi scandiva i battiti del suo cuore. In quegli istanti Jungkook riusciva a tenere alla larga pensieri ostili, dimenticò persino il suo nome e si tramutò in un essere nuovo, libero dalle costrizioni di una società bigotta. Libero di essere se stesso. La danza era l'ossigeno che alimentava i suoi polmoni, era l'unica cosa che lo teneva ancora in vita.

«No, no, stop! Mon Dieu, fermate la musica! È forse questo il modo di danzare?» Le grida di Madame Lefevre lo riportarono alla realtà. Jungkook sbatté le palpebre, disorientato. Obbedienti, i ballerini si disposero nuovamente alla sbarra, in attesa di istruzioni. Somigliavano a dei soldati ben oliati, inermi, risoluti.

Non sembrano possedere alcuna anima

«Monsieur Jimin, monsieur Seokjin, s'il vous plait , mostrate loro cosa vuol dire danzare davvero.» Mormorò la donna, le dita che stringevano convulsamente il bastone. Madame Lefevre perdeva facilmente le staffe.

Così i ballerini si disposero uno di fronte l'altro, le braccia del ragazzo dai riccioli corvini poste sulle spalle del suo compagno. La musica partì e non appena i due mossero i primi passi, Jungkook rimpianse di aver intrapreso la vita da ballerino, perché nessuno lo aveva preparato a ciò che stava per manifestarsi. Passi leggeri, quasi titubanti, accompagnarono le note del balletto. Il capo di Jimin si sollevò verso Seokjin, i suoi occhi carezzevoli a malapena si discostarono da terra, le lunghe e folte ciglia lambivano le gote opalescenti. Ogni cosa in lui appariva schivo, restio. Danzava intorno al suo partner, lo osservava, lo studiava. Nessuno in quella sala osava emettere alcun suono. I loro occhi, i loro cuori si erano saldamente intrecciati a quelle due figure che volteggiavano come se stessero danzando tra le stelle, su, su, sempre più su. Venne eseguito un adagio, di seguito un piccolo allegro , un pas de valse, poi il ritmo parve precipitare repentinamente. La musica si fermò, i due ballerini arrestarono la loro corsa sfrenata. E fu proprio in quel momento che Jungkook poté ascoltare l'eco raccapricciante della sua anima che andava in frantumi. Lo sguardo di Jimin era mutato. Via la timidezza, bandita ogni traccia di tentennamento, gli occhi del ballerino si tramutarono in due tizzoni ardenti, divampando di un fuoco vivo, intrepido, selvaggio. La melodia ebbe un crescendo, la tensione aleggiava nell'aria, nei panni di una fitta nebbia che stringeva nella sua morsa soffocante i loro animi. Ora i movimenti di Jimin possedevano un ché di suadente, malizioso. Si destreggiava sinuoso sul palco, i suoi gesti appartenevano a quelli di un predatore che sa di avere la preda in pugno. Ma non era Seokjin la vittima, no. Perché lo sguardo di Jimin non accennò a rompere il vincolo nel quale aveva catturato gli occhi di Jungkook in una ragnatela di passione ed impeto. Il suo corpo venne sospinto verso quello del ballerino come la terra che rincorre il sole, in un vortice di polvere di stelle e agonia. Jungkook venne trasportato in un'altra dimensione, non esisteva più Hoseok o la sala da ballo, i suoi compagni o Madame Lefevre. Ogni cosa perse il proprio colore, le rose appassirono dinanzi tanta grazia ed avvenenza. Poi le vide. Immense, grandiose. Due ali nere che volteggiavano intorno alla sua figura.

Stava sognando?

Una piuma corvina cadde ai piedi di Jungkook, il quale la raccolse con avidità. Era vellutata al tatto.

Uno scroscio di applausi fu come una doccia fredda ed il cuore di Jungkook fece una capriola. Il giovane sbatté le palpebre, smarrito. Il suo sguardo sfrecciò verso i ballerini, i quali avevano appena eseguito l'ultimo passo, e la musica cessò. I suoi compagni erano in visibilio. Persino i più vanitosi avevano messo da parte il proprio orgoglio e si erano gettati in un esaltante encomio. Jungkook rimase immobile, non aveva la forza o il coraggio di fare nient'altro, se non ammirare come il corpo di Jimin si muoveva mentre riprendeva il suo posto al fianco di Madame Lefevre, il cui sguardo brillava come non mai.

«Miei cari studenti, je vous présente le cygne noir

Jungkook avrebbe ucciso, pur di danzare al suo fianco.













Salve miei cari lettori,
A ridosso dell'imminente ritorno dei nostri ragazzi, ho buttato giù qualche idea che gironzolava per la mia mente già da un po'. Perdonate la mia scarsa conoscenza riguardo il mondo della danza, ma ho fatto del mio meglio.

Heeaven_

𝑷𝒊𝒂𝒏𝒆𝒕𝒊  ➵  𝑩𝒕𝒔 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora