La prima giornata di tour - Capitolo 1

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Avviso: NSFW Questo testo contiene elementi erotici e cattivo linguaggio. Lettura sconsigliata a minori di 14 anni.

"Svegliati". Le mattine iniziano sempre così. "Mmm.." Quel momento in cui sai di essere sveglio ma vuoi continuare invano a dormire . "Papà ha portato le ciambelle" Piccolo attimo di riflessione, poi: "Sono sveglio mamma!" E ti chiedi cosa sono quei suoni, cosa sono quei palazzi enormi, cosa sta succedendo, poi ti ricordi che sei a New York. Un'enorme città dove monotonia e noia non esistono. E io sono qui! Non riesco a crederci. Mi chiamo Isaac, ho origini spagnole ma sono nato a Denver. Ed è in questo magnifico posto che la mia vita è cambiata.

Park Avenue è fantastica. Negozi, rumori, odori, canzoni, luci. Ma soprattutto, persone. Di ogni tipo. Dal poliziotto figo un po' stronzo appoggiato sulla sua auto alla tizia sono-meglio-di-te che scivola in una pozzanghera. Al passeggiare per quelle strade ti senti una celebrità e allo stesso tempo un'altra formica fra la massa brulicante che si incammina verso una qualunque destinazione. Quella era la mia terza giornata a New York City. Ero in giro con i miei, andavamo verso Central Park.

Mio padre scattava foto a non finire, ai grattacieli, ai negozi, a volte a qualche ragazza mentre mia mamma si fermava ogni due minuti per controllare quanto costassero degli abiti firmati o dei gioielli. Io continuavo a muovermi osservando tutto e tutti. Uno dei momenti più felici della mia giovane vita. O almeno credo. Continuavo a camminare verso Central Park. Mamma si fermò nell'ennesimo negozio e stavolta annoiato aspettai fuori. Di fronte c'era un palazzo in costruzione. Ed è lì che l'ho visto per la prima volta.

Avevo già guardato centinaia di ragazzi a NY ma lui aveva davvero qualcosa di diverso. Era alto, con i capelli corti dai riflessi biondi e un po' di barba, che non era ne troppa ne poca, il suo fisico era perfetto, quasi fosse stato creato a immagine di qualche Dio greco. Aveva il mento prolungato tipico newyorkese, il naso un po' a punta, ma ad incantarmi, furono i suoi occhi. Aveva le ciglia bagnate di sudore, e tra di loro, riuscii a intravedere due magnifici occhi dai colori di uno smeraldo.

Era sudato, sporco, molto probabilmente era un operaio che lavorava al palazzo di fronte. Lo fissai a lungo, si accorse di me. Nel suo sguardo capii cosa pensava: "perché mi sta guardando?"ma il che non sembrava dargli alcun fastidio e avrei continuato. Se non fosse stato per mia madre, che mi diceva di muovermi e seguirla. Pensavo a quegli occhi verdi, che avevo visto solo per qualche secondo, a quello sguardo, che mi aveva fatto capire tanto di lui, senza bisogno di parole.

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