La fortuna è di chi ci crede

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«Ehi, mangia stagisti!» sorride nel dirlo, rientrando nella serra con un enorme vaso di sancarlini tra le mani; sforzandosi però allo stesso tempo di tener ben stretto tra i denti, un sacchetto di cibo cinese.

Odio, le persone che sembrano felici sempre e comunque e questo Felix, sembra proprio una di quelle.

Lo invidio.

E poi ci mancavano solo i sancarlini e... il loro orribile significato.

«...»

«Non è che mi daresti una mano?» Mi domanda con tono frettoloso, abbassando lo sguardo verso il sacchetto, che si sfracellerà a terra nel giro di pochi minuti se non intervengo e in quel caso sarebbe davvero un gran peccato, oltre che un enorme spreco.

«E questo cosa sarebbe?» chiedo stupidamente, dopo aver deciso di accogliere all'ultimo istante la sua richiesta. Appoggio il tutto su un vecchio tavolino di marmo statuario, ma non prima di aver dato un rapido sguardo al suo interno.

«Il mio pranzo.» commenta lui, con immensa ovvietà.

Che idiota.

«Ah, giusto...» rammento spaesata o forse persa nel mio fortuito imbarazzo, cominciando a sentirmi indubbiamente fuori luogo.

Non posso permettermi di sentirmi così. Non nell'unico posto in cui mi sento un po' meno infelice. Lui, lui deve andarsene.

«Tranquilla, ce n'è in abbondanza per tutti e due, se vuoi...»

Ed è anche generoso, non poteva che non essere così.

«Non mi piace il cibo cinese.» dichiaro breve, cercando di mostrarmi il più inespressiva possibile.

Amo il cibo cinese.

«Allora, se non ti dispiace... Ne sei proprio sicura? Questo è il ristorante migliore della zona, ultima chances!» Si sente di precisare con lo scopo di tentarmi, nonostante il mio apparente rifiuto.

Ed è anche il mio preferito.

«No, davvero io...»

«La signora del negozio è stata così gentile da regalarmi una decina di biscotti della fortuna e non so, se sarò in grado di mangiarli tutti da solo... Mi aiuteresti?» insiste di nuovo, mettendomene uno praticamente tra le mani. Dopo una soffocante manciata di secondi con il suo sguardo fisso su ogni mia difficoltosa e prossima mossa, sono quasi costretta ad accettarlo.

Nonostante io ci vada da anni in quel posto, la titolare non mi ha mai regalato più di un biscotto.

Le persone felici verranno sempre trattate meglio, questa realtà dovrebbe essere illegale. Visto che questo, non farà altro che incasinare ancora di più le menti di noi eterni affranti.

So che è stupido, ma è così.

«...Aspetta! Non leggi il biglietto al suo interno?» Mi fa notare ulteriormente sconcertato, fermandomi dal buttarlo insieme alla carta, nel cestino dei fiori marci.

«Non credo in queste cose...»

Mi influenzano e basta.

«Io penso, che invece dovresti.» afferma con spassionata convinzione; guardandomi con uno sguardo di una specifica categoria, aprendone poi uno a sua volta.

Una di quelle pericolose sottotrame, da cui non è facile disfarsi.

«Cosa... cosa dice?» mormoro, con un leggera fitta al petto.

Sono più curiosa di sapere cosa dica il suo, che il mio. Patetico.

«Devi aver pazienza con le piccole cose...»

«Tutto qui? Che enorme delusione.» sbuffo, nel dirlo.

«Ora è il tuo turno, coraggio!» Mi incita in seguito, facendomi segno di leggerlo.

«Sarai pieno di vita e di entusiasmo, particolarmente nella prossima settimana.» Mentre lo ripeto ad alta voce, cerco di non scoppiare a ridere per quanto questo messaggio cozzi con la mia persona.

Persino il fato, non mi capisce.

«Dicevi Felix?!!» Sono talmente divertita dall'assurdità di questo semplice e insignificante biglietto, che mi sono accorta davvero troppo tardi di averlo inconsciamente chiamato per nome.

«Forse hai ragione, si sono appena giocati ogni loro indiscussa credibilità. Dovremmo-dovremmo far causa all'azienda produttrice per diffamazione! Non possono aver predetto una tale assurdità... che stupidi incapaci!» protesta platealmente scuotendo il capo con gesticolazioni delle mani altrettanto esagerate, ma le infinite e riflessive camminate lungo tutto il perimetro della serra... Sono loro, le vere e iconiche protagoniste di questo mio immaturo e precoce oscillamento di vedute.

Cazzo, credo di essermi appena innamorata.


* Per chi non lo sapesse, i sancarlini sono considerati da alcuni: "I fiori della vita o i fiori che allungano la vita".

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