3) Unpredictable

5 0 0
                                    


È ormai un'ora che sento mia sorella ridere dalla sua stanza, adiacente alla mia. Possibile che riesca a passare così tanto tempo davanti a quelle serie TV con cui è tanto fissata?

Batto un paio di pugni al muro, per la centesima volta, intimandole di smetterla o di abbassare, come minimo, il volume. Diamine, non riesco a concentrarmi con la sua perenne risata acuta nelle orecchie.

Tutto tace per alcuni secondi, segno che abbia capito l'antifona, ma è solo questione di istanti prima che quella nanetta di appena un metro e sessanta torni alla riscossa. Poggio la testa contro il muro, frustrato, prima di accartocciare l'ennesimo foglio di carta e cercare di fare canestro nel cestino poco distante. La palla accartocciata colpisce il bordo dell'oggetto cilindrico e rimbalza sul pavimento con dei suoni secchi, facendomi sospirare: possibile che non riesca a trascrivere l'idea che ho in mente? Lancio uno sguardo vuoto ai pochi fogli che ho accanto, indeciso se fare canestro anche con quelli o concedergli qualche altro momento di vita, prima di sfilarmi la chitarra da dosso e poggiarla sul pavimento. Una cosa è certa: se Teagan non la finisce di ridere, continuerò a spendere fiumi di dollari in blocchi per appunti utilizzati solo per allenarmi nei tiri liberi dal letto al cestino. E la costringerò a ridarmi ogni singolo penny.

Mi sfrego gli occhi leggermente, arreso, prima di bagnarmi velocemente le labbra con la lingua, accarezzandomi, di conseguenza, il piercing. E pensare che, appena sveglio, mi sono persino convinto che oggi sarebbe stata una giornata fruttuosa.

Sbuffo leggermente, infilando la matita dietro l'orecchio, prima di stringere il plettro tra i denti e rileggere le uniche poche righe che ho appuntato sull'angolo del quaderno di matematica.

She sits at home with the lights out

Seeing life in different colours

Frasi senza un'effettiva destinataria, né una musa. Parole dedicate al nulla più totale, scritte in un potenziale momento di ispirazione durante la correzione di un'equazione alla lavagna. Mai come in questa occasione non riesco a materializzare un'idea. Non come Teagan: lei è capace di scrivere una canzone dal nulla, senza nessuna dedica o idea particolare in testa. Le basta un momento di noia totale. Io, invece, dal nulla non faccio altro che ricavare il nulla.

E, parlando del diavolo, il suono deciso di corde pizzicate mi arriva in un lampo alle orecchie e riconosco questa melodia all'istante: He's Kinda Hot. Una delle migliori creazioni di mia sorella, secondo me. Non appena la sento fischiare, un'aggiunta ingegnosa e perfetta che sta a meraviglia con il resto della canzone, ridacchio inconsapevolmente: non ringrazierò mai abbastanza i miei genitori per averla portata a casa, quella ventosa mattinata autunnale di aprile. Le sorelle più piccole, normalmente, arrivano dall'ospedale in cui sono nate; la mia, alla tenera età di quattro anni, arrivò dall'aeroporto. Ricordo come se fosse ieri quel visino terrorizzato, ma profondamente corrucciato, adornato da degli occhioni neri fiammeggianti di paura e curiosità e un naso leggermente importante, ma comunque in perfetta combinazione con il resto; per non parlare di quella massa di capelli scuri liscissimi e quella figura così minuta ancorata ai pantaloni di mia madre. Ricordo, a malincuore, anche la profonda gelosia che avevo provato nei suoi confronti per i tre anni successivi e dei numerosi dispetti che le avevo riservato in innumerevoli occasioni: matrimoni, uscite al parco, giornate estive in spiaggia, pranzi, cene e una serie terribilmente indefinita di altri momenti analoghi.

È sempre stata il mio completo opposto fisicamente e, sotto certi aspetti anche caratterialmente, ma sono ormai arrivato alla conclusione che abbia finito a volerle un bene incondizionato soprattutto per queste nostre divergenze.

Continuo a canticchiare insieme a mia sorella attraverso il muro, poggiando il plettro accanto alla custodia della chitarra, prima di non sentire più alcun suono, fatto eccezione per la stessa risata cristallina che ora mi rimbomba nel cervello. Ma che diamine le prende?

The Perfection SeriesWhere stories live. Discover now