3

674 18 0
                                    



⚠️‼️ATTENZIONE‼️⚠️
Questo capitolo contiene una scena spicy, di conseguenza se siete sensibili o altro vi consiglio di non leggerla e saltarla!
Per il resto, buona lettura 🩵

3.
Capitolo Tre: La Pioggia in un giorno di Sole

Alexa

Tornata a casa decisi di andare a farmi una doccia prima di cena, tutte queste emozioni di oggi meritavano una ripulita.

Erano quasi le sette di sera, il sole era ormai calato e Chicago era illuminata dalle luci dei grandi palazzi o dalle grandi ville, come nel mio caso.

Avrei dovuto essere qua molto tempo prima secondo i miei calcoli, avevo calcolato di prendere la metro e fare un pezzo a piedi ma ho avuto degli inconvenienti.

E quel Daniel era uno di questi.

Appena arrivai aprì il grande portone di casa, trovai mio padre ancora con la sua uniforme da lavoro su tutte le furie.

«Alexandra dove sei stata? E non mi mentire.» merda.

Era sull'orlo di una crisi di nervi.

Alexa trova una scusa in 0,00001 secondi.

«Da Sophie.» dissi sorridendo e convinta.
Classica scusa che uso da quando la conosco.

Alexa, non ci crede nessuno.

É risaputo, io non so mentire.

Nessuno ha mai creduto a una mia bugia, in terza elementare dissi alla maestra che non avevo fatto i compiti perché era morto il mio criceto, non ci credette perché sapeva che non ne avevo uno.

Insomma ero pessima nell'inventare bugie.

«Bugiarda, la tua posizione del telefono diceva altro...» il suo sguardo non prometteva nulla di buono, stava alzando la voce e questo non portava di certo alla pace.

Quella merda di posizione nel mio telefono, avrei dovuto toglierla.

Thomas sentendo queste urla si è avvicinato allo stipite della porta del salone, era nascosto da mio padre, non poteva vederlo e se lo faceva di certo la situazione non si sarebbe sistemata.
«...cosa ci facevi nel Bronx?» mi risveglio dai miei pensieri e il mio sguardo si spostò da mio fratello a lui, spalancai gli occhi.

Lo sapeva.
Cazzo.

La reazione di mio fratello fu terrificante, lui odia quel posto, ma come biasimarlo dopo quello che gli è successo un anno e mezzo fa.

«Nulla, stavo facendo jogging e mi sono allontanata un po'» altra menzogna.

«Non mi mentire.» il suo tono di voce si era alzato di troppo, mi maledico per non aver tolto la posizione al telefono per una seconda volta.

«Eri in quel postaccio anche ieri sera, esigo delle spiegazioni. Adesso.»

«Non tutte le persone sono cattive in quel posto...» non sono riuscita a terminare la frase che mio padre stava per tirarmi uno schiaffo.
Per prudenza mi misi le mani davanti alla faccia.

«Non ci provare.» Thomas si era messo davanti a me, per difendermi.

«Alexandra, sei in punizione fino all'inizio della scuola. Non uscirai di casa se non con noi.»

Non lo feci finire di parlare, andai di corsa in camera mia in lacrime.
Non capisco perché debbano fare così, io voglio solo un po' di libertà.

Arrivata in camera mia chiusi la porta e mi buttai a terra con le gambe portate al petto.

E Non Sei TuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora