Era il mio primo giorno di scuola superiore ,io della mia classe non conoscevo nessuno.
Era un giorno nuvoloso con un'aria di pioggia che si faceva sentire.
Come se anche il cielo volesse scoppiare.
Me lo ricordo bene quel giorno perché fu il primo giorno in cui vidi Marco.
Il ragazzo più bello, ma più stronzo che io abbia mai visto.
Lui era alto, con delle braccia muscolose e delle mani grandi e confortevoli.
il suo sorriso era sicuro e sempre stampato sulla sua faccia
I suoi capelli erano neri,leggermente mossi e raccolti con un po' di gel.
mentre i suoi occhi erano verdi.
Verdi, porca troia, verdi.
Di quel verde che ti incanta e ti persuade fino al midollo.
Verde come la speranzaEra insieme a delle ragazze.
Quelle ragazze erano perfette.
Tutte alte,snelle e con delle forme giuste.
I capelli lunghi, perfattamente truccate e con dei vestiti non alla mia portata.
Comunque..
Lui era il classico bad boy con la giacchetta di pelle nera e il cappellino della Obey.
Non so quante se ne facesse al giorno, ma qualcosa di lui mi aveva stupito.
Il suo modo di guardarsi intorno come se fosse spaventato,scaraventato di colpo in un mondo a cui non appartiene.
Io invece ero una ragazza tozza, non molto alta, con gli occhiali più grandi delle mie tette.
No, non avevo tette ok?
Portavo la prima.
Suonò la campanella e tutti si precipitarono dentro alla scuola
-Ora.. io non so davvero come sia potuto succedere, ma i miei piedi sono rimasti incollati al pavimento, avevo le gambe molli e non riuscivo a fare un passo in direzione della porta-
Forse fu la troppa emozione, o la visone di Marco che mi bloccò
So solo che sono arrivata in ritardo
Il primo giorno di scuola
In ritardo
Porca puttana.
Quando sono arrivata in classe i banchi al fondo erano già tutti occupati e a me toccava stare in prima fila
La solita sfiga
"B-buongiorno" balbettai insicuramente
Gli occhi di tutti erano fissi su di me
Occhi tutti diversi tra loro
Occhi che non riuscirò mai a scordare.
Mi sentii decisamente osservata
"Buongiorno" disse la professoressa con un'aria dolce ma decisa.
Mi sedetti nell'ultimo banco libero ,vicino ad una ragazza molto bella, con dei lunghi capelli neri e degli occhi molto truccati.
Indossava una maglia con una scollatura eccessiva, di pizzo,con dei jeans molto attillati
Mi guardó con uno sguardo di disprezzo mischiato ad un pizzico di odio.
"Ciao" dissi.
Non mi rispose e si voltó dalla sua amica facendo una smorfia di disgusto nei miei confronti.
"Incominciamo bene" pensai.
La professoressa ci spiegó che lei era la nostra cordinatrice e che per qualsiasi problema di andare a parlarne con lei.
Io prof. Avrei voluto tanto parlare con lei , quando mi umiliavano ,e mi trattavano da schifo
Il problema é che mi minacciavano e io. Io avevo paura.
Suonò la campanella e un' altra professoressa si precipitó in classe
Era una signora un po' più anziana.
Sui 60 anni, leggermente ricurva su se stessa e con delle rughe molto profonde.
Solo dio sa quanto mi ha fatto penare quella troia.
Scoprii molto presto che la mia vicina di banco si chiamava Giulia.
Lo scoprii perché i prof la richiamavano ogni tre per due.
Lei era la migliore amica della fidanzata -attuale- di Marco.
Giulia aveva un carattere forte e stava sempre con due altre mie compagne: Clara e Elena.
.
La mattina dopo mi svegliai aprii l'armadio e presi le prime cose che trovai ; una maglia bianca abbinata a dei blue jeans.
Misi una pinzetta per tenere il ciuffo lontano dagli occhi.
Alzai la mia cartella e ci misi dentro il necessario.
Staccai il mio telefono dalla carica e me lo misi in tasca.
Uscii di casa facendo attenzione a non svegliare mia madre che dormiva ancora, presi l'autobus e andai a scuola.
Entrai e vidi di nuovo quel ragazzo
arrivó una tipa che lo chiamò
"Marco vieni qua!"
Lui le si avvicinó, la prese per i fianchi e la bacio per un tempo che a me parve infinito.
Quando si staccarono la ragazza vide che io gli stavo fissando ormai da un po' di tempo e disse
"Guarda quella sfigata amó. Non sa farsi i cazzi suoi."
Scoppiarono entrambi a ridere insieme a Giulia che era lì con loro.
Io scappai in aula. Con gli occhi lucidi. Entrando in classe incontrai sulla porta una ragazza che non avevo subito notato il primo giorno.
In effetti non avevo prestato molta attenzione ai miei compagni di classe.
Lei mi vide tremare e distolse lo sguardo dal suo quaderno per incrociare i miei occhi.
"Ciao" le dissi. Allungandole la mano per presentarmi.
Quella ragazza mi guardó facendo un leggero sorriso, allungó la mano e si presentó
"Piacere sono Chiara"
Era una ragazza molto alta e magra, con dei corti capelli castano scuro.
Gli occhi erano azzurri contornati da degli occhialoni neri e spessi.
come i miei.
Entrammo in classe ma..

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Changed
Teen FictionMi trovavo qui, in piedi sul tetto di casa mia, con un piede nel vuoto e una bottiglia di Rum nella mano destra. Cosa stavo per fare? Cosa mi aveva portato a tutto ciò? Per capire meglio la mia storia bisogna partire dall'inizio. Quando la mia vita...