1.Rocket 'n' Roll

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"Tesoro, mi porteresti un'altra birra? "

"Certo Steve, arriva subito"

La ragazza sorrise al suo amico, ogni volta che la chiamava tesoro in pubblico pensava sempre a quello che la gente avrebbe potuto dire di loro nonostante in quel momento fossero i soli nel pub.
Lola era arrivata a Sidney da più di un mese eppure aveva già trovato la pace.
Certo, lavorava come una pazza, fino a notte fonda, ma le piaceva.
Riempì il boccale medio con la classica bionda che Steve prendeva quando andava a trovarla lì al Rocket e lentamente si avvicinò al suo tavolo.

"Tra quanto torniamo a casa? "

"Ci sei solo tu in questo posto Steve! Sono le 2! Il tempo di sistemare il bancone e lavare il tuo bicchiere! Quindi fai in fretta!"

Mentre Lola riponeva le bottiglie di birra nella busta contenente solo vetro, dalla porta fece capolino Albert, il proprietario del pub.
"Lola! Ancora qui?"

"Lo vedi quel parassita seduto tutto solo al tavolo? Beh colpa sua!"

Alberto rise alla battuta della giovane cameriera e si avvicinò porgendole una busta.

"Questa è per te, sono le tue mance! Fanne buon uso!"

Poi tornò nel suo ufficio ancora preso dai suoi conti.
Albert la trattava come una figlia e Lola cercava di trattare il suo datore di lavoro ripagandolo con la stessa moneta, restando al Rocket fino a tardi per aiutarlo il più possibile. Si era guadagnata la stima del suo capo ed era fiera di questo.
Si sentiva accettata.
Steve finì la sua birra e portò il boccale dietro il bancone.
Lola lo aggiunse al resto dei bicchieri in vetro da mettere in lavastoviglie e accese il macchinario.
Passò lo straccio sul piano bar, poi la spugna piena di sapone e di nuovo lo straccio.
Riusciva a specchiarsi in quel ripiano in legno molto chiaro. I lunghi capelli neri che quasi sfioravano il fondo schiena, gli occhi cangianti che passavano dall'essere castano chiaro ad un verde intenso, le guance ricoperte dalle lentiggini che il caldo sole dell'Australia aveva tirato fuori, le labbra carnose e quasi disegnate.
Lola non si truccava molto per andare a lavoro, le prime settimane l'aveva fatto, ma poi si rese conto di quanto fosse inutile, la gente non la guardava nemmeno in faccia e poi Albert le aveva fatto notare quanto le sue lentiggini le donassero un'aria molto dolce.
La lavastoviglie terminò il lavaggio e Lola girò intorno al bancone per poter tirare fuori il carrello pieno.

"Steve, vieni qui! "

Il ragazzo si avvicinò e comprese che avrebbe dovuto dare una mano alla sua amica.
Poggiò il carrello sul lavandino così che i bicchieri potessero gocciolare ed asciugarsi, il giorno dopo avrebbe riposto tutto sulle mensole.

"Albert, sto andando via! Ti serve qualcosa? "

"No tesoro, tranquilla! Ci vediamo domani alla solita ora, va bene? "

La ragazza annuì e sorrise al suo capo per poi voltarsi verso il suo amico che l'aspettava vicino alla porta.
Appena fuori dal locale, Lola prese la borsetta nella quale riponeva il tabacco, i filtri e le cartine e iniziò a rollare la sua sigaretta.
Dopo pochi secondi era già pronta, la portò alle labbra e Steve con un balzo accese la fiamma del suo accendino.

"Cazzo, ossigeno! Finalmente! Oggi è stata dura, sono stanca! "

"Beh fumiamo questa sigaretta così posso accompagnarti a casa! "

I due divorarono quella striscia di nicotina in pochissimi minuti e iniziarono a camminare verso l'appartamento della ragazza.

"Allora, come va con Anne? "

"Potrebbe andare meglio Lola! Credo sia un po' gelosa di te! " Rise

"Cristo è così bella, perché è gelosa di una come me? "

"Lola tu non sei affatto brutta se è questo che mi stai dicendo implicitamente! Dovresti guardarti! Sei struccata, hai appena finito di lavorare eppure sembri una modella appena uscita dalla doccia!"

Lola lo guardò esterrefatta e arrossì sentendosi dire quelle parole.
Lola non credeva di essere una brutta ragazza, solo non si rivedeva nelle descrizioni che la gente faceva di lei.

"Domani mattina hai da fare? " chiese la mora cambiando discorso.

"Credo di no, perché? "

"Devo andare a comprare una cosa... "

Steve la guardò cercando di capire cosa volesse comprare, ma decise di non chiedere.

"Va bene, alle 10 sarò sotto casa tua! Andiamo a pranzo insieme? "

"Steve non dovresti andarci con Anne? "

"Buona idea, ci andremo insieme! "

Lola lo guardò perplessa, sapeva che probabilmente la ragazza di Steve l'avrebbe sbranata viva, però voleva passare del tempo con il suo amico.

"Anzi sai che ti dico? "

La voce di Steve interruppe il fiume di pensieri che riempivano la testa della ragazza.

"Dirò ad Anne di portare un suo collega! Insomma sei qui da un mese e ancora non hai assaggiato un australiano! " disse mimando delle virgolette alla parola 'assaggiato'.

"Steve non voglio conoscere nessuno! Te l'ho già detto! "

"Anne sarebbe contenta e sicuramente meno gelosa di te se ti vedesse alle prese con un altro ragazzo! "

Lola lo guardò perplessa, ma si rese conto della verità che Steve aveva detto.
Uscire con qualcuno avrebbe reso Anne meno gelosa e poi, tutto sommato, un pranzo con altre persone diverse da Steve le avrebbe fatto bene.

"Ahhh... Fanculo, ok."

Steve sorrise felice e abbracciò la sua amica. Erano arrivati a destinazione.

"A domani Lola! "

"A domani Steve! "

La ragazza aprì la porta di casa sua, gettò lo zainetto sul pavimento e, camminando verso il bagno, disseminò i suoi vestiti fino a ritrovarsi nuda davanti alla doccia.
Girò la manopola dell'acqua, si legò i capelli e si fece travolgere dal getto bollente e dal vapore.
Poco dopo era in accappatoio, si osservava, guardando con attenzione ogni singola parte del suo volto, lasciò cadere l'asciugamano, scendendo con lo sguardo verso le piccole spalle, i seni, piccoli ma tondi, il ventre diventato piatto dopo anni di dieta e di addominali, i fianchi larghi abbastanza da sentirsi poco meno di una Kardashian, il sedere tondo che tanto le piaceva, le gambe, la parte che più odiava di se perché non erano esattamente due stecchini. Sciolse i capelli e per un attimo si sentì come la Venere ritratta da Botticelli che tante volte le aveva donato mille emozioni.
Indossò le mutandine, prese il pantaloncino con gli arcobaleni che tanto le piaceva e poi indossò la camicia di raso con la stessa fantasia del pantaloncino.
Si trascinò sul letto matrimoniale, spostò il lenzuolo e ci si infilò.
Poco dopo si lasciò andare, addormentandosi.

If this walls could talk || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora