L'eremita

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Lunghi artigli cingono le spalle dell'eremita.

Qualcosa lo trattiene, qualcosa lo nasconde,

qualcuno lo ascolta.

Sente freddo ora, ha bisogno della Vita.

L'eremita è sotto cumuli di neve,  riflette. 

Non sa su cosa o su chi, ma riflette.

L'eremita vuole uscire dalla nebbia solida che lo circonda ma

ora non può, deve riflettere.

L'eremita si incammina nei recessi della sua memoria,

finalmente può viaggiare.

Si trova davanti ad una piccola casa di montagna:

apre la porta, si siede, riflette.

Fissa un quadro sulla parete: 

è bianco. 

Si volta.

L'eremita aspetta qualcosa, aspetta qualcuno.

Viene ascoltato, gusta un pasto caldo e si alza.

L'eremita è fermo, congelato.

Alla porta una figura lo saluta. 

"Grazie per la minestra" dice l'eremita.

La donna non risponde, riflette.

I loro sguardi si mischiano nel ballo scoordinato

di alcuni uccelli nel cielo. 

Si fissano intensamente.

L'eremita riflette insieme alla donna.

La neve non c'è più, ma non può andare via:

la donna lo aspetta a casa.







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