VII

687 66 42
                                    


Legge sette – Creazione Intenzionale

Aveva tagliato Eren fuori dalla sua vita per la settimana successiva alla loro visita al planetario, punto di rottura per la diga con cui Levi arginava le sue emozioni, che gli si erano riversate in petto con una potenza devastante. Era stato talmente sopraffatto dal castano, da quel "sei bello" che pareva nascondere tanto, troppo di più, che alla fine aveva finito per precipitarsi nello studio della sua psichiatra dopo giorni in cui si era sentito letteralmente impazzire, confidando nelle capacità della donna di mettere almeno un po' d'ordine nei suoi pensieri completamente a soqquadro. E la donna lo aveva fatto, dispensandogli consigli e mostrandogli un sorriso colmo di comprensione.

Aveva ascoltato Levi e lo aveva fatto parlare senza mettergli fretta, donandogli tutto il tempo a sua disposizione e la sua calma. Aveva visto l'espressione del corvino mutare mentre gli raccontava pezzi della sua quotidianità con Eren, la sua maschera di freddezza cadere in frantumi, scheggiata dalla confusione. Levi proprio non riusciva a capire quello strambo ragazzo che continuava a stargli attaccato in ogni occasione e ad essere la sua ombra senza pretendere nulla in cambio.

Quando era successo esattamente che il castano aveva iniziato a strappargli sorrisi segreti e mai mostrati al mondo, che gli piegavano le labbra sottili quando nessuno poteva vederli e quando i suoi occhi di smeraldo facevano capolino fra i suoi ricordi? Non se lo ricordava e ne era terrorizzato.

Lo paralizzava l'idea di doverlo rincontrare prima o poi – Levi aveva saltato le lezioni per una settimana intera e ignorato tutti i messaggi e le chiamate perse da parte di Eren– ma "non puoi evitarlo per sempre" avevano detto sua madre, Hanji e la terapeuta. Nonostante il corvino fosse un vero campione nella sottile arte di evitare le persone ad ogni costo e di silenziare il mondo, per la prima volta nella vita, sentì che tagliare Eren fuori dalla sua quotidianità fosse sbagliato. Fu l'eco di quelle parole ripetute all'infinito nella mente che lo fece sospirare e gli diede la forza di selezionare il contatto del castano nella sua rubrica; quando la sua voce di miele gli investì i timpani dopo un paio di squilli, Levi si strinse un po' di più nella sua felpa.

________

"Ehi, Lee!"

"Oi."

Le iridi di Levi vennero letteralmente inghiottite da quelle smeraldine di Eren, che rilucevano di mille sfumature calde all'atmosfera tinta di rosso dell'imbrunire. Fu solo allora che il corvino si rese conto di quanto gli fosse mancato quello sguardo assurdo che gli insediò un brivido lungo la spina dorsale. Le belle labbra piene erano piegate all'insù, e mostravano una fila di denti perfetti e bianchissimi in contrasto con la carnagione bronzea.

"Come stai? Sei sparito..."

Levi non seppe di star trattenendo il respiro finché non si trovò a dover rispondere e le sue parole gli pesarono stranamente sulla lingua.

"Ho avuto l'influenza."

Mentì, sperando che Eren non fosse in grado di vedere la bugia scorrergli negli occhi e sul volto. Non poteva rivelargli che in realtà, la ragione per cui lo aveva evitato era la paura che lo paralizzava; il corvino si sentiva tremare dentro per la mera presenza di quel ragazzo impossibile accanto a lui. Il castano lo spiazzò per l'ennesima volta quando gli sorrise di nuovo in quella maniera dolce che gli annodava lo stomaco.

"Spero che adesso tu stia meglio, non ti fa bene prendere freddo e uscire di casa se sei stato male."

Levi dovette affondare il viso il più possibile nella sua sciarpa per nascondere un principio di rossore che sentì imporporargli le gote a quella premura. Quando parlò nuovamente, la sua voce filtrata dal tessuto spesso era leggermente ovattata.

The Laws Of The Universe -Ereri/Riren-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora