📍Boston, 3 marzo 2020
Le strade a quell'ora della mattina erano coperte da un sottile strato di brina, avvolte dalla semioscurità di una notte senza luna, che ormai aveva lasciato il posto a una tenue alba dai delicati colori pastello. La debole luce del sole proiettava giochi di ombre sulle facciate delle file interminabili di palazzi alti e slanciati verso il cielo, le cui finestre stavano iniziando a illuminarsi e le tende a scostarsi per mostrare brevi squarci di vite.
Arianna poteva quasi percepire la vita ricominciare a scorrere lentamente e inesorabilmente, uguale a quella del giorno precedente e di quello prima ancora.
I padroni uscivano di casa per portare a spasso i cani, tutti imbacuccati con sciarpe e cappelli per proteggersi dal freddo e, insieme ai primi pendolari: scarpe da ginnastica, vestito elegante e mocassini nelle borse, iniziavano a popolare le strade.
I rumori cominciavano a mitigare quel surreale e confortevole silenzio, che era come la quiete prima della tempesta.
L'aroma di caffè e cannella, che proveniva da un bar a pochi passi da lei, aperto ventiquattrore su ventiquattro, si mischiava con l'odore acre del fumo dei camini e quello pungente delle strade.Sognava un cappuccino alla cannella quasi quanto desiderava stendersi sul suo letto morbido, avvolta nelle lenzuola, che profumavano sempre di ammorbidente ai fiori, quello preferito di Miss Brown: santa donna, non avrebbe mai potuta ripagarla per tutto l'aiuto che le aveva dato in quei mesi.
Si muoveva per inerzia, alternando un passo a uno sbadiglio, senza rivolgere la parola al suo accompagnatore, che le camminava di fianco e le sfiorava di tanto in tanto la mano, distrattamente. Le palpebre quasi le si chiudevano, appesantite dalla stanchezza di innumerevoli ore di sonno perse e mai recuperate del tutto, così quando lui si fermò di colpo di fronte al bar per leggere il menù del giorno quasi non gli finì addosso. Per non addormentarsi seduta stante, tentò di distrarsi cercando di captare la conversazione intavolata dai primi clienti del bar: a quanto pareva stavano discutendo di un'interessantissima partita di basket che si era giocata nel weekend. Forse allora era meglio concentrarsi sull'orribile disegno raffigurante quelli che dovevano essere browines: era davvero raccapricciante, ma meno soporifero del dibattito sull'MVP della partita.
«Hai fame?»
Lei negò con la testa: «Per quanto quei brownies abbiano un'aria invitante, in questo momento voglio solo un letto e un cuscino. Sono completamente distrutta.»
Lui rise: «Notte da sballo, non è vero? Eppure da adolescenti fare after era la regola ogni sabato. Stiamo proprio invecchiando.»
Notte da sballo era un eufemismo: la paziente della 404 le aveva vomitato sulle scarpe, mentre il signore della 216 aveva provato per due volte a strapparsi di dosso il catetere e quando, con le infermiere di turno, aveva provato a sedarlo, si era beccata un pugno sul naso.
L'odore del disinfettante a invaderle le narici, i lamenti costanti dei pazienti e serie interminabile di chiamate dal pronto soccorso, alternate a brevi pause fatte di parole crociate e caffè: passavano così gli infiniti turni di notte nel reparto di chirurgia del Massachusetts General Hospital. D'altra parte, nonostante non fossero proprio la sua parte preferita, erano compresi in un pacchetto che amava e che non avrebbe scambiato con niente al mondo.
«Non sei tu quello con il vomito tra i capelli e un naso gonfio, per cui è meglio se non parli». Arianna spostò il ghiaccio istantaneo dal viso e quando lui accennò a una risata, gli lanciò un'occhiataccia, tirandogli una gomitata.
Lui alzò le mani: «E va bene, Mohammed Alì, ti accompagno a casa. Però, mi devi una colazione.»
Il suo appartamento si trovava nel cuore di Back Bay, un elegante quartiere della capitale del Massachusetts, ricco di zone verdi e caratterizzato da residenze in mattoni rossi in stile vittoriano, che si alternavano ad abitazioni più moderne e lussuose.
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Colpa delle favole (Spin-off di Odio le favole) || SOSPESO CAUSA SESSIONE ESTIVA
Romantizm°Spin off di Odio le favole° Arianna e Federico avevano fatto un patto: lasciarsi il loro burrascoso passato alle spalle e ricominciare da zero, potendo contare sull'appoggio e il sostegno di Pietro e Adele, più uniti che mai, e della solita spumegg...