Capitolo II

181 10 4
                                    

Sono sfinita e la testa sta per esplodermi. Il dolore mi accompagna dal drammatico momento in cui ho aperto gli occhi e mi sono resa conto che:
a) non avevo sentito suonare la sveglia due ore prima;
b) il treno che mi avrebbe dovuto riportare a casa era partito senza di me;
c) ero reduce dalla prima vera sbronza della mia misera vita.
Sono sempre stata una donna forte, decisa, determinata, niente e nessuno mi ha mai intimidito, ma ieri sera sono crollata miseramente di fronte all'ennesimo fallimento amoroso e alla consapevolezza che non me ne fregasse niente di lui.
Nel momento in cui al centro dello studio Marcello ha detto che non se la sentiva di proseguire con me, ho provato si rabbia, ma non per essere stata mollata. Ma piuttosto per essere uscita con uomo che beh, forse non può definirsi neanche tale. Un uomo con cui, giusto per essere chiari, stavo chiudendo perché avevo notato il suo non interesse, se solo non mi avesse interrotta dando ragione a quel mentecatto di Mattia gliene avrei dette quattro anch'io. Ma poco vale, alla fine mi sono fatta valere comunque, forse non nel modo più razionale e pacato, ma mi sono fatta valere. Non permetto a nessuno di calpestare la mia dignità, tanto meno a uno come Marcello. Perciò alla fine ho provato quasi sollievo nell'essermene liberata, oserei dire che mi è quasi sfuggito un sorriso.
Tuttavia, ancora una volta, questo è l'ennesimo appuntamento che naufraga, e non posso dire che la colpa non sia anche mia. Ho capito che sono io la causa dei miei insuccessi amorosi, sono io il motivo per cui mi mollano: prima o poi capiscono che non me ne importa niente di loro, che mi sto solo illudendo a mia volta, e quindi scappano.
Io, al posto loro, scapperei anche prima.
E il colmo è che Armando lo ha capito molto prima di me: «tu ti rapporti alle persone che non ti piacciono perché tu non vuoi creare nulla, e alle persone che ti piacciono non ti rapporti perché hai paura che può nascere qualcosa di concreto.»
Le sue parole adesso hanno un sapore davvero amaro, ironico come l'uomo che più detesto è l'unico ch'è riuscito davvero a capirmi, mi chiedo davvero come sia possibile. Per un attimo penso che forse, durante i nostri numerosi litigi, è riuscito a guardare sotto la superficie di donna forte riuscendo a scorgere quella più ferita dagli amori del passato, ma poi mi ricordo che stiamo parlando di Armando amo le apparenze Incarnato e mi ravvedo. Uno così non va al di là di quello che riflette uno specchio e non riuscirebbe a capirmi nemmeno con il libretto delle istruzioni, quindi figuriamoci carpire i segreti e le ferite che nascondo. No no, la sua deve essere stata senz'altro fortuna dettata dal suo volermi ferire. Questo pensiero mi tranquillizza, o forse mi sto raccontando l'ennesima bugia per non guardare in faccia la realtà, chi lo sa.

*************************************

Cosi dopo la registrazione mi sono ritrovata totalmente persa in questa nuova improvvisa consapevolezza, talmente improvvisa da essermi scoppiata in faccia come un palloncino e mettermi completamente KO. Tanto che Valentina e Roberta mi hanno letteralmente trascinata via dai camerini e costretta a uscire con loro. Cosi alla fine abbiamo girato per pub e bevuto come delle spugne, mentre ognuna di noi cercava di dimenticare i propri fallimenti amorosi. Sono riuscite davvero a farmi dimenticare di me stessa e a farmi smettere di pensare alle barbosissime uscite e ai miei fallimenti. Per un po' sono anche riuscita a non pensare al motivo per cui li ho scelti, ovvero perché erano esseri insignificanti che non avrebbero potuto scalfire minimamente la mia vita incasinata. Detesto non avere il controllo della situazione e nei rapporti a due finisco sempre per scegliere persone che non possono in alcun modo ostacolare i miei piani, persone che si lasciano guidare da me e non possono ferirmi ulteriormente.
Peccato poi che il risveglio sia stato un terribile ritorno alla realtà.
E che brutta realtà.
Tutto mi è ritornato in mente proprio in treno, come un bruttissimo bruttissimo déjà-vu.
Guardavo le case, le strade, gli alberi, i paesaggi, scorrere veloci fuori dal finestrino, alla stessa velocità disarmante a cui stava scorrendo la mia vita, e pensavo che se non fossi riuscita a fermarla in tempo prima o poi mi sarei schiantata ritrovandomi fredda e senza amore. E più ci pensavo più le parole di Armando mi vorticavano in testa: «tu ti rapporti alle persone che non ti piacciono perché tu non vuoi creare nulla, e alle persone che ti piacciono non ti rapporti perché hai paura che può nascere qualcosa di concreto.»
Che amara, amara verità penso nello stesso momento in cui qualche lacrima sfugge al mio autocontrollo e comincia a rigarmi il volto.

*************************************

La telefonata di Valentina mi ridesta per fortuna dai miei vaneggiamenti. Rispondo subito, senza esitare, cercando di tornare in me e assumendo un tono di voce normale:
«Ciao bellezza»,
«Allora sei viva!», risponde sollevata.
«Insomma...», le confesso, perché Valentina infondo è mia amica, forse una delle poche che ho trovato grazie a uomini e donne. L'unica sincera a cui so di potermi confidare, e a cui non posso nascondere nulla troppo a lungo.
«Come sta andando il rientro?»
«Oh, non poteva andare meglio», dico con tono ironico.
«Mi sono ricordata di tutti i motivi che mi hanno portata a sbronzarmi ieri sera, senza contare del ritardo che ho fatto pomeriggio in trasmissione, del battibecco che ho avuto con Armando in ascensore e delle sue parole che continuano a frullarmi in testa. Dopo tutto non aveva torto, comincio a pensare che forse mi conosce molto più lui di me stessa, e non è affatto un bene».
«Ohi, ohi...».
Valentina ha modo di vedere con i suoi occhi le nostre accese litigate, senza contare che ha passato nottate ad ascoltare le mie lamentele su di lui dopo l'ennesima discussione, perciò conosce bene il tipo e la mia opinione su di lui, opinione che par altro condivide, d'altro canto come non si potrebbe?
Tuttavia è convinta che l'astio che c'è tra di noi è dovuto a una sorta di celata attrazione, io invece penso solo che lui sia un cretino patentato, e che l'attrazione non c'entri molto, anzi nemmeno c'è.
«Già, puoi dirlo forte. Proprio ohi, ohi...».
«È tanto terribile?», chiede timorosa.
«È più che terribile.», dico scoraggiata.
«Ma sono anche una donna forte e in gamba, mi conosci, quindi supererò anche questa e andrò avanti con la mia vita. Ammetto però che oggi Armando mi ha sorpresa, non ha infierito più di tanto, e dopo il battibecco in ascensore e quello che ha detto su Marcello onestamente non me lo aspettavo, è stato stranamente pacato, ed è persino venuto a riportarmi la scarpa». Che figuraccia adesso che ci ripenso, ma Marcello è stato talmente odioso e sgarbato che in realtà rimpiango solo di non aver preso meglio la mira.
«Bene, no?», chiede Valentina.
«Mah, non ne sono convinta. Se si fosse trattato di chiunque altro ... forse. Ma di Armando non c'è da fidarsi, lo sai bene. Ho l'impressione che oggi abbia evitato di pugnalarmi solo perché ha in mente un piano più diabolico».
Valentina ride. «Sei paranoica, cara mia, te l'ha mai detto nessuno?»
«Certo che lo sono»., ridacchio anch'io, parlare con lei mi ha restituito un po' di buonumore, come sempre del resto.
Stiamo ancora ridacchiando quando intravedo che ormai manca poco al mio arrivo.
«Devo andare bellezza», dico a Valentina, «sono quasi arrivata e devo cominciare a recuperare i bagagli se non voglio ritardare anche il mio rientro. Ci sentiamo più tardi».
«Certamente!».
«A dopo».

Buon pomeriggio flowers, fatemi sapere se questi primi due capitoli vi sono piaciuti, o se invece dovrei modificare qualcosa. ♡

Ti prego lasciati odiareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora