Capitolo 3

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Appoggiai l’orecchio alla porta per sentire cosa stesse accadendo.

Ero in un luogo sconosciuto, era mio diritto sapere che fosse tutto okay, no?

«Dio, Xabi, stavolta l’hai fatta grossa.» Disse Harry, in sottofondo sentii dei rumori che non riuscii a decifrare.

L’altro, Xabi, mugugnò qualcosa di incomprensibile.

«Cosa? No, Xabi, non fare cazzate.»

Ci fu un altro rumore, stavolta più forte, prima che Harry si lasciasse sfuggire un piccolo urlo di dolore.

Poi non sentii più niente.

Presa dal panico e dalla frustrazione di non capire cosa stesse succedendo, aprii piano la porta della mia stanza per spiare nel corridoio. Guardai prima a sinistra, non trovando niente, e poi a destra.

A terra trovai un ragazzo moro, appoggiato alla parete con la mano aperta, mentre Harry lo guardava dall’alto, con le braccia incrociate al petto.

La porta cigolò leggermente, facendo si che il riccio si girasse verso di me.

«Mi pareva di averti detto di restare in camera.» Mi rimproverò, rivolgendomi uno sguardo furioso.

«Volevo solo vedere se andava tutto bene..»

«..non so.» aggiunsi, abbassando lo sguardo e vergognandomi leggermente.

«E lei chi è?» Chiese improvvisamente il ragazzo accasciato a terra con un velato accento messicano. «Carina...» Aggiunse poi, sorridendomi.

«Nessuno, Xabi. Ora alza il culo da terra.» Xabi annuì.

«Ci sto provando, cazzo, ma le pareti si muovono!»

Harry alzò gli occhi al cielo, mentre io decisi di avvicinarmi a loro.

«Che succede?»

«Niente, è solo stra fatto.» borbottò Harry.

«Oh..» mi grattai il collo, capendo di essermi preoccupata per niente. Pensavo stesse succedendo qualcosa di grave, invece a quanto pare era solamente Harry che non riusciva a tirar su Xabi da terra. «Ti avevo sentito preoccupato e pensavo che..»

«Cosa? Che qualcuno mi stesse uccidendo?» Harry ridacchiò, prendendo il braccio di Xabi e riprovando ad alzarlo.

«Devo farti davvero tanta paura se ti sei fatta questa impressione di questo posto,» mugugnò verso di me.

Xabi rise. «Beh, tu fai paura... Harry..»

«E tu sei fottutamente pesante, Xabi, cazzo.. collabora!»

«Vi serve una mano?» Chiesi, titubante.

Harry mi fulminò liquidandomi con un «No!», mentre nello stesso momento Xabi mugugnava un piccolo «sì» disperato.

Proprio in quel momento Harry riuscì a tirar su Xabi, continuando a guardarmi come per farmi intendere di restare ferma finche non furono entrambi in piedi. Attraversò tutto il corridoio prima di raggiungere l’ultima stanza sulla destra, cercando un modo per aprire la porta serrata.

«Aspetta, faccio io..» dissi, avvicinandomi ed aprendo la porta. Poi mi feci da parte per far entrare loro.

«Come ti chiami?» Chiese Xabi, una volta che Harry l’aveva buttato sul letto.

«Rose,» sorrisi.

«Oh, io sono Xabi..» allungò la mano verso di me. Feci alcuni passi e la strinsi. «Piacere di conoscerti.. sei una delle ragazze di Travor?» chiese, massaggiandosi le tempie con gli indici una volta lasciata la mia mano.

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